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L’intervista: Zena 1814

L’intervista: Zena 1814

Sarà che sono nato a Genova, sarà che adoro i giochi da tavolo, ma non potevo farmi scappare l’occasione di intervistare i creatori di un gioco che si chiama Zena 1814, oggi facciamo due chiacchiere con Alberto e Luigi

Geek.pizza: Ciao, benvenuti su Geek.pizza, innanzi tutto presentatevi.
Alberto e Luigi: Siamo Alberto Barbieri e Luigi Cornaglia, entrambi classe 1983. Ci siamo conosciuti a scuola quindi sono ormai quasi vent’anni (sigh) che giochiamo o collaboriamo in varie attività. Dopo l’università e diverse esperienze lavorative, anche all’estero, attualmente siamo entrambi imprenditori attivi sul territorio ligure.
Alberto pratica e insegna kendo, e Luigi si è appena ritirato dopo un’annata al fulmicotone in C2 di basket e si appresta al ruolo di dirigente.

Gp: Come e quando nasce l’idea di Zena 1814? Chi è l’appassionato di storia?
A&L: L’idea viene la mattina del primo gennaio 2014, poco prima dell’alba, dopo una nottata di giochi e bicchieri nella cornice del Gran Paradiso. Nasce sicuramente dalla volontà di fare un gioco, dopo averne usati molti, ma anche come tributo alla nostra città che amiamo dal profondo.
Quasi due anni fa, insieme ad Andrea Acquarone, abbiamo fondato l’associazione “Che l’inse”, che si propone di salvaguardare la lingua ligure e in generale tutte le peculiarità del territorio. Andrea è il vero esperto di storia, anche se l’argomento appassiona un po’ tutti, e l’idea dell’ambientazione nel 1814-15, in clima Congresso di Vienna, è una delle prime cose uscite dalla tempesta cerebrale originaria.

Zena 1814
Gp: Dall’idea al prototipo quanto è passato? Quando e come avete capito che l’idea si poteva realizzare? E qual è stata la strada che vi ha portati sin qui?
A&L: Poco! Alberto ha iniziato a lavorare subito sulle carte e sul tabellone, ma ti assicuriamo che tra la prima versione e quella attuale c’è un abisso difficile da descrivere. Una cosa però era già chiara e ci ha spronato e fatto intravedere un possibile esito positivo: la meccanica della partecipazione è originale e stava in piedi da subito. La certezza finale è arrivata incontrando Mario e Matteo della PostScriptum Games in quel di Borgomanero con i quali abbiamo poi ulteriormente affinato il gioco.
La strada che ci ha portato sin qui è ricca di tappe e incontri diversi, dalle istituzioni alle serate con gli amici, dall’organizzazione tecnica a quella artistica, dalle lezioni di storia ai conti matematici. Lunga, ma soddisfacente, se pensi che all’inizio volevamo farne 10 copie per parenti e amici.

Gp: Chi pubblica Zena 1814?
A&L: Zena1814 verrà pubblicato da Demoelà, la società cooperativa che abbiamo deciso di creare per poter convogliare le idee e le energie di quanti vogliano fare attività ludica in Liguria. Vogliamo promuovere il gioco come sana interazione e magari anche come strumento conoscitivo.

Gp: Potremmo fare una domanda su quante persone leggono “Zena” correttamente, ma salterei a: come ha reagito la città? So che avete avuto il permesso di riprodurre delle opere d’arte… insomma, sembra ci sia stata una buona risposta.
A&L: L’assessorato alla Cultura e Turismo e l’Accademia Ligustica si sono subito dimostrati interessati all’idea e disponibili nel collaborare, i vari musei cittadini hanno fornito immagini di opere che fossero attinenti alle carte del gioco e tutti quelli a cui ne parliamo sono entusiasti, non possiamo che essere più che soddisfatti sotto questo profilo. Zena si legge con la esse di rosa e non con la zeta di zattera…

Zena 1814 - Il tabellone
Zena 1814 – Il tabellone

Gp: Come è avvenuto il playtesting? Avete una ludoteca di riferimento?
A&L: Abbiamo cominciato noi due, con carte in codice (A1, A2, B1, etc.) che solo al pensiero gira la testa. Poi abbiamo interpellato degli amici di vecchia data, maestri del mondo ludico, e sono iniziati i test veri e propri. Ogni volta la sfida era filtrare e rielaborare tutte le critiche e gli spunti data l’eterogeneità del gruppo.
In centro a Genova, salvo i negozi che lasciano spazio agli avventori per giocare, non ci sono vere e proprie ludoteche perciò è stato tutto casalingo, grazie alla disponibilità di Chri e Angela soprattutto.

Gp: Worker placement sì, ma con un meccanismo di carte interessante, volete parlarcene?
A&L: L’idea fondante era che fosse un gioco partecipativo-competitivo, con una base aleatoria data dal pescare le carte, ma bilanciato proprio in questo aspetto casuale.
Abbiamo trovato la via permettendo di influenzare le carte degli altri giocatori (parteciparvi, appunto) al fine di ottenere il bonus fornito dalle carte stesse. Il giocatore che “promuove l’azione”, in seguito a ciò, guadagna un ulteriore piccolo bonus.
Ad ispirarci non è altro che la realtà: se tu apri una rotta commerciale importante o sei un abile speculatore in borsa o un munifico donatore in curia, qualora io partecipi ai tuoi affari il tuo nome avrà maggiore risalto.
Le carte si possono giocare solo nei luoghi corrispondenti e qui si sviluppa la seconda parte del gioco, ovvero quella del controllo del luoghi di potere della città.
Ogni pezzo della famiglia che si impersona ha un valore in punti controllo, grazie alla maggioranza dei quali ogni turno si possono ottenere i bonus derivanti da ogni luogo di potere.
Altro fattore esclusivamente personale sono le carte Obiettivo, segrete agli avversari fino alla fine, daranno punti in base alla vostra posizione o allo stato del tabellone.

Gp: Quanto “pesa” il dado nella meccanica del gioco?
A&L: Il dado è presente nell’idea iniziale del gioco perché riguarda un luogo della città per sua natura particolarmente incerto, almeno nel 1814: il Forte (nella realtà i numerosi forti cittadini). La pressione delle armate del duca di Savoia infatti era notevole e l’esito delle battaglie incerto. Nel gioco sarà il numero dei giocatori che arrischieranno la battaglia a determinare la possibilità di successo.
La meccanica è piaciuta e l’abbiamo riproposta anche per altri due luoghi, anche se resta comunque una parte molto marginale del gioco.

Zena 1814 carta
Gp: Credo che l’apparenza conti meno della sostanza, ma anche l’occhio vuole la sua parte (siamo arrivati ad avere 5 grafiche diverse per la scatola di Abyss, lo ricordo a chi se lo fosse perso), ho letto alcune obiezioni alla grafica, ma si trattava di un prototipo, ci state ancora lavorando?
A&L: La grafica è stata ulteriormente affinata, sia per quanto riguarda i simboli sulle carte sia per la risoluzione delle immagini.
Sulla funzionalità speriamo non ci siano problemi, l’idea della grafica è nostra anche se per lo sviluppo prototipale dobbiamo ringraziare il nostro amico Sciamano e per quello definitivo Paolo di Scribabs.

Gp: Parliamo un po’ di questa scatola e di cosa contiene. Innanzi tutto io sono un maniaco delle bustine, ditemi che le carte sono di dimensioni standard e stanno nella scatola anche se imbustate, vi prego.
A&L: Ma almeno fai il double-sleeving o sei un pigrone?!
Scherzi a parte le carte sono dimensione standard e staranno a perfezione nella scatola anche se imbustate. Per il resto nella scatola troverete la plancia disegnata da Luigi Berio, allievo di Emanuele Luzzati, le carte Azione, Evento, Obiettivo e Forte, tutte con un’immagine estratta dai quadri del circuito cittadino, le pedine delle famiglie, cubetti e soldi.

Gp: Ci sono le monete di metallo? Siccome sotto sotto ho 12 anni mi piace tantissimo farle tintinnare come Zio Paperone (e via alle battute su quelli nati a Genova).
A&L: Ehm… no, le monete sono di cartone… e con quello che son costate ancora grazie che ci sono (detto con tono della tipica accoglienza ligure). In compenso le monete raffigurano i veri Soldi che circolavano a Genova nel 1814.

Gp: Aspettiamo di vedere Zena 1814 sugli scaffali a fine anno, giusto? Il gioco conterrà le istruzioni anche in inglese, visto che lo presentate a Essen?
A&L: Usciremo a Essen il primo fine settimana di ottobre e da lì a poco saremo nei negozi dello Stivale. Il gioco, totalmente svincolato dalla lingua per quanto riguarda gli elementi di gioco, conterrà le istruzioni in 4 lingue: italiano, inglese, tedesco e francese.

Gp: La domanda d’obbligo su Geek.pizza è: qual è la vostra pizza preferita? Non provate a svicolare parlando della focaccia, che alcuni pensano esista anche in altre parti del mondo, come il pesto…
A&L: Ti confermo che focaccia e pesto esistono solo tra Voltri e Nervi (i limiti cittadini) anche se il vero basilico è solo a Prà. Tra tutto il mondo solo a Prà, non so se rendo l’idea…Permettimi di ringraziare Franco di IPizza che con le sue pizze ha permesso lunghe sessioni di test senza bisogno di provvedere alla cucina (di cui Alberto è un appassionato, ma tutto non si può fare…).
Alberto: acciughe senza origano
Luigi: gorgonzola e salame piccante

 

Attendiamo fiduciosi, intanto non dimenticate di mipiacciare la pagina Facebook di Zena 1814!

Francesco "The Doctor"

Fondatore di Geek.pizza è stato per anni amministratore di Italiansubs con il nick di zefram cochrane prima di partire per strani e nuovi mondi. Tecnico informatico e traduttore, ama i telefilm, i giochi da tavolo e la pizza.

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