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Star Wars Rebels 3×03, la recensione

Star Wars Rebels 3×03, la recensione

In The Antilles Extraction, l’episodio 3×03 di Star Wars Rebels, uno degli eroi più amati dell’Alleanza Ribelle fa il suo ingresso in scena: ne parliamo qui.

The Antilles Extraction inizia con una scena altamente drammatica: una missione ribelle termina tragicamente dopo essere stata intercettata da una nave imperiale, e ciò rende ancora più impellente il bisogno della nascente organizzazione di reclutare nuovi piloti pronti a volare per restaurare la libertà e la democrazia nella galassia. Grazie ad un nuovo misterioso informatore (anch’esso, come Ahsoka, chiamato con il nome in codice Fulcrum) il comandante Sato e l’equipaggio della Ghost vengono a sapere che alcuni cadetti dell’esclusiva Skystrike Academy sono intenzionati a voltare le spalle all’Impero. Sabine, infiltrata sotto le mentite spoglie di una giovane recluta, cercherà di agevolare la loro fuga.

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Come Breaking Ranks all’interno della prima stagione, The Antilles Extraction torna a mostrarci – nei limiti imposti da una durata di soli venti minuti – l’Impero dall’interno, sbirciando dietro le porte delle sue istituzioni, osservandone la vita (più o meno) quotidiana, lontana dai grandi centri di potere; nel frattempo, scrive anche una pagina importante del nuovo canone di Star Wars, mostrandoci l’arrivo all’interno della ribellione di uno dei suoi futuri eroi: Wedge Antilles, amatissimo dai fan ed unico pilota a partecipare e a sopravvivere, all’interno del suo fidato X-Wing, a tutte le battaglie spaziali della trilogia originale. Il giovane non è particolarmente caratterizzato, ma si dimostra in ogni caso un combattente coraggioso e volenteroso; è probabile, peraltro, che abbia modo di ricomparire più avanti, magari rivelando qualche altro tratto della propria storia personale, aldilà della singola frase che, all’interno dell’episodio, gli fornisce un passato al di fuori delle battaglie spaziali.

L’episodio, pur non superando il precedente in termini di coinvolgimento emozionale, è molto godibile e scorrevole. L’atmosfera che si respira è quella di un action venato di spionaggio. L’irrequietezza di Ezra erompe a più riprese, mostrando una volta di più come il giovane non sia ancora riuscito a superare le sue difficoltà; la guida di Kanan appare più necessaria che mai.

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Sul fronte imperiale, invece, la governatrice Pryce scende in campo personalmente per la prima volta dalla sua introduzione, rivelandosi un avversario temibile e spietato, degna erede del personaggio di Irina Spalko, interpretato da Cate Blanchett in Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, alla quale è ispirata. Pare di intuire, però, come già in Steps Into Shadow, che tra le fila imperiali ci sia una spia, e gli indizi paiono indicare sempre più chiaramente un personaggio in particolare, per il quale tale evoluzione potrebbe rappresentare una svolta interessante, in continuità con quanto visto in uno degli episodi più interessanti della scorsa stagione. Nulla di nuovo viene rivelato del passato di Sabine; che avesse frequentato, almeno fino ad un certo punto, un’accademia militare di alto livello su Mandalore (paragonata da Pablo Hidalgo al MIT) non era certo un segreto, ma l’attenzione con cui viene nuovamente messa in evidenza, con discrezione, da alcune battute, porta a pensare che sarà un argomento approfondito in futuro.

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È sicuramente di un certo interesse notare come la sceneggiatura di The Antilles Extraction sia stata firmata da Gary Whitta, che ha fornito il soggetto e la prima stesura del copione per Rogue One: A Star Wars Story, diretto da Gareth Edwards. Vista la volontà, già annunciata da più parti, di avvicinare Rebels al primo spin-off dell’universo multimediale di Star Wars, risulta difficile immaginare che si tratti di un semplice caso, e lo è ancora meno considerando che in entrambi i casi la potenza militare imperiale, in quel dato momento della storia galattica all’apice della sua potenza, occupa un posto importante all’interno della narrazione. In Una nuova speranza il governatore Tarkin fa chiaramente intendere, del resto, parlando a Darth Vader, che i tempi in cui il misticismo dei Jedi e dei Sith dominava la galassia sono ormai tramontati: a guidare lo sforzo bellico è una rigida gerarchia militare, pronta a servirsi delle tecnologie più moderne e letali, e si può star sicuri che il grandammiraglio Thrawn non mancherà certo di dimostrarlo durante questa stagione.

Per leggere altre recensioni di film e serie tv scritte da me seguimi su She’s Overbored!

Daniela Destefanis

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