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Dave filoni parla del finale della terza stagione di Rebels

Dave filoni parla del finale della terza stagione di Rebels

Attenzione, spoiler, dopo le considerazioni di un fan di Star Wars Rebels, oggi parliamo delle considerazioni di chi la serie ha contribuito a crearla: Dave Filoni.

Senz’altro uno dei cardini di questo finale è l’agente Kallus. Il suo percorso è iniziato parecchio tempo fa, come spiega Filoni…

Direi che l’idea era quella dall’inizio, Kallus avrebbe saltato il fosso. Ne abbiamo discusso, era un po’ complicato inizialmente perché nella prima stagione sembra quasi uno di quegli ispettori cattivi che si vedono in un sacco di serie. Penso che il punto di svolta sia stato il momento in cui abbiamo fatto l’omaggio a Il mio nemico con Kallus e Zeb sul pianeta ghiacciato. Guardi Kallus e ti dici: “anche io, come i ribelli, lo vedo come un cattivo, ma è anche una persona? Che vita conduce? Ha un’età per cui ha vissuto anche prima dell’Impero e delle Guerre dei cloni, che esperienze ha?” Abbiamo cercato di raccontare una storia in cui forse anche Zeb ha un’impressione sbagliata su Kallus. Si accusano a vicenda di cose tremende, ma ambedue hanno fatto cose tremende e cose buone. È stato un episodio interessante che ha cercato di portare allo scoperto Kallus e spiegare che non ha quello che i ribelli hanno: non ha qualcuno che lo sostiene, è una specie di lupo solitario nell’Impero.

In molto abbiamo pensato che per Kallus fosse arrivata la fine, ma poi…

Nel momento in cui si è deciso di fargli saltare la barricata e farlo diventare un Fulcrum, c’è stato un dibattito: “Lo facciamo morire o deve cavarsela?” Ma non ci sembrava la cosa giusta. Sarebbe stato piuttosto triste che questa persona, uno dei cattivi che diventa uno dei buoni… perché avrebbe dovuto pagare questo prezzo per aver voluto fare del bene? Non sembrava comunicare la cosa giusta nella storia.

Bisogna essere attenti, perché nel raccontare le storie un sacco di gente pensa “Facciamo la cosa meno comune, andiamo controcorrente”. Ma se l’unico scopo è perché non si è mai visto o per fare scalpore, perché sei lì a raccontare quella storia? Qual è il beneficio di farlo morire? Il messaggio che passa è che ha provato a cambiare ed è morto, fine. Bisogna che ci sia uno scopo nella sua morte. Ci sembrava che il suo personaggio potesse avere un’utilità in futuro, qualcosa di positivo, specialmente per gli spettatori.

L’altro cardine di questa stagione è stato Thrawn, un personaggio già conosciuto da alcuni, completamente nuovo per la stragrande maggioranza degli spettatori di Rebels.

L’idea è di avere i cattivi più leggendari nella serie, ma non puoi basarti solo sulla reputazione. Bisogna considerare che in molti non hanno mai letto i libri e non hanno idea di chi sia Thrawn. Dobbiamo dimostrare a queste persone quando guardano la serie che Thrawn è una minaccia notevole e un eccellente comandante. L’abbiamo fatto bene con Vader, ma limitandone fortemente le apparizioni e i risultati sono stati buoni, alla fine useremo così Vader. Con Thrawn c’è l’idea che sia lui il cattivo principale della stagione e Maul è tornato a essere il tipo ombroso con cui non vogliamo interagire più di tanto perché altrimenti dovremmo rivelare altre cose su di lui. La cosa che funziona con Thrawn è che è paziente, è un osservatore e penso che sia perfettamente nel personaggio. Non è strano dire che Thrawn sfrutterebbe la cattura di Hera Syndulla per conoscerla meglio e riuscire a ottenere molto più della sua persona in futuro. Abbiamo potuto usare la cosa a nostro vantaggio anche se penso che i fan vogliano sempre vedere una sua vittoria. Se avessimo la possibilità di raccontare storie più ampie sarebbe fantastico mostrare altre battaglie in cui Thrawn vince contro altri ribelli e sgomina celle ribelli. Speriamo di poter raccontare queste vicende in altro modo, fumetti o libri, in modo da poter approfondire il personaggio.

Filoni ha poi parlato della connessione con tra The Clone Wars e Rebels, abbiamo visto l’episodio delle Nightsister, ad esempio, che ha molto più senso se lo spettatore conosce il passato di Maul…

Beh, direi che sono allenato a vederla come una cosa unica. Per me è più semplice perché conosco quegli elementi. Non la vedo come una cosa speciale perché ho parlato con George delle Nightsister, so come agiscono e posso muovermi con una certa tranquillità nella storia. Ero presente quando è stata creata la Darksaber, per cui so che ruolo ha. Quando ci sono cose che mi sono state consegnate, come l’utilizzo di Obi-Wan Kenobi, devo essere molto più cauto, perché mi baso su conversazioni, idee e via dicendo, ascoltate e apprese nel corso degli anni. Mi sento investito di una grandissima responsabilità, non sono io ad aver delineato quel personaggio, è sempre stato George. Anche se ho contribuito parecchio al giovane Obi-Wan Kenobi in The Clone Wars, c’era sempre George ad aiutarmi col personaggio e supervisionare. Semplicemente sono cose che vedo in modo diverso. La responsabilità di mantenere una consistenza e una continuità in Star Wars è fondamentale adesso, ma quando c’è un personaggio di rilievo come Maul, al cui ritorno ho contribuito molto, posso andare avanti con la storia con una certa tranquillità perché lavoro su materiali e idee a cui ho lavorato con George per The Clone Wars.

Sono felice che alla gente piacciano quei personaggi e vogliano tornare a vederli, le Nightsister, ad esempio. L’argomento più gettonato è Ahsoka. Dovunque io vada mi chiedono di lei, sono preoccupati: “È morta? È viva? Cosa significa il gufo?”. Questa cosa mi piace moltissimo perché credo che questo sia l’esempio del futuro di Star Wars: un personaggio che diventa così importante per i fan che non ha nulla a che vedere con la trilogia originale. La sua forza, però, non è solo nel suo personaggio, ma anche nel suo condividere una connessione con quei personaggi, questo le conferisce profondità e aiuta la sua storia. Cerchiamo di fare la stessa cosa quando incrociamo personaggi in Rebels. È stata una bella responsabilità anche portare per la prima volta sullo schermo Thrawn, bisognava trovare la voce giusta, cercare di immaginare quello che immagino tutti gli altri è complicato. Penso che Lars [Mikkelsen] sia perfetto per questo ruolo e sembra che i fan siano d’accordo. Se mi faranno questa domanda tra 10 anni [riguardo il crossover tra le varie opere di Star Wars, n.d.Francesco], risponderò che è una figata, ma non è come la vedo adesso. Adoro quel che faccio e la responsabilità che ne consegue, ho molto rispetto per questa responsabilità.

Insomma, Filoni sa di dover muoversi con i piedi di piombo, ora lo aspettiamo al varco con qualche nuovo progetto e speriamo si inventi altri personaggi come Ahsoka che, lo ribadisco ancora una volta, non è morta, si vede chiaramente nello scorso finale di stagione.

Fonte: Star Wars News Net

Francesco "The Doctor"

Fondatore di Geek.pizza è stato per anni amministratore di Italiansubs con il nick di zefram cochrane prima di partire per strani e nuovi mondi. Tecnico informatico e traduttore, ama i telefilm, i giochi da tavolo e la pizza.

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