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Storia del Necronomicon di H.P. Lovecraft

Storia del Necronomicon di H.P. Lovecraft

Un libro che parla di un libro, sembra una cosa paradossale, ma quando si parla di Lovecraft, e soprattutto del Necronomicon il paradosso è solo una realtà che non riusciamo a comprendere.

Gli “amanti del tentacolo” (e non solo) il Necronomicon lo conoscono benissimo. Per quelli che ne hanno sentito parlare pensando fosse solo l’invenzione del cineasta o del game designer di turno, dirò che fu lo scrittore H. P. Lovecraft, autore che vanta un gran numero di epigoni e una presa potentissima nell’immaginario di chi ha la fortuna (o la follìa) di leggerne le opere, che nel lontano 1926 cominciò a citarlo nei suoi romanzi (e non fu il solo, in seguito). Lovedraft lo descrisse un grimorio di sapienza blasfema, utile a evocare i morti e abominevoli “dei esterni”, generare mostri, praticare magia ripugnante ma soprattutto aprire varchi fra i mondi. Un libro maledetto, ammirato e ricercato da eretici sapienti, ristampato in copie che circolavano di nascosto fra corti regali e laboratori alchemici, bruciato sui roghi inquisitori insieme alle streghe e stregoni che se ne servivano, sfuggente e criptico.

Però quello che colpisce di più di questo libro tremendo è che… non esiste! Perché il Necronomicon è una pura invenzione del suo creatore, Lovecraft appunto, e nonostante ciò sono in molti a credere che il grimorio esista davvero.

“Storia del Necronomicon di H.P. Lovecraft” è un libro in cui il suo autore, Sebastiano Fusco, attraverso un paziente e approfondito lavoro di ricerca, rivela le circostanze, gli intrecci letterari e le coincidenze che hanno portato questo pseudobiblium ad essere considerato tanto reale da farlo figurare come presente negli archivi di librerie e università sparse per tutto il mondo (presente negli archivi ma perennemente o perduto o in consultazione!). Fu Lovecraft stesso, o meglio, la sua incredibile erudizione che gli rendeva possibile fondere realtà e fantasia senza soluzione di continuità, a scriverne la storia, le vicissitudini, ad informarci che ebbe origine nello Yemen, da un poeta/mistico pazzo di nome Abdul Alhazred, che passò dall’Africa all’Europa, che venne pubblicato in caratteri gotici in Germania, che fu arricchito e temuto, che ne restano due copie risalenti alla Spagna del 1600, e di cui una custodita nel caveau di un ricco americano.

Insieme a queste notizie emerge di pari passo un ritratto del suo autore, Lovecraft, inusuale e ricco, una sorta di “lato nascosto della luna” lovecraftiano: un uomo coltissimo in moltissimi campi, che scrisse più di 15.000 lettere ai suoi epigoni e semplici corrispondenti, un uomo straordinario che seppe scrivere auliche poesie e chirurgici orrori con un’efficacia allarmante, che si documentava in ogni modo prima di intraprendere un viaggio, le cui intuizioni precorsero in un certo qual modo le scoperte sul multiverso e i postulati dell’odierna fisica quantistica.

Non è morto ciò che in eterno può attendere, e in strani eoni anche la morte può morire.

Nel libro vengono citati passi del libro maledetto e ne viene tracciata la storia, ne vengono enunciati i contenuti così come emergono sparsi fra le opere del “solitario di Providence” (come HP Lovecraft viene anche chiamato), quando e in che modo sembra comparire nel mondo reale, vengono riportate le lettere che ne parlano (veri capolavori anch’esse), vengono evidenziate le conoscenze esoteriche di Lovecraft, vengono elencati i libri maledetti dei suoi epigoni e la rete di mitologie e citazioni che lo legava a nomi come Howard, Ashton Smith, Derlet e infine cita i falsi Necronomicon in cui si è imbattuto l’autore del saggio.

Un libro, quello di Fusco, affascinante e documentatissimo, che riporta stralci di brani, fa collegamenti, valuta approfondimenti, un libro “trasversale” come piacciono a me: quelli che prendono un argomento e lo analizzano attraverso tutti i loro aspetti, storiografici, filosofici, fisici.

Un libro che chiunque voglia andare oltre il mero romanzo horror, il boardgame e il gioco di ruolo a tema dovrebbe avere nella propria biblioteca (soprattutto in quella mentale!).

Potete trovare Storia del Necronomicon, edito da Venexia su Amazon.

Luca "il ludografico"

Il Ludografico (all'anagrafe Luca Canese) è un graphic designer e modellista, con una passione smodata per i giochi da tavolo, i libri, la storia antica, i boschi, gli orsi, gli unicorni, i giochi di Ryan Laukat, le opere di Paolo Chiari e i libri pop-up di Robert Sabuda. Scrive articoli bizzarri su vari aspetti del mondo dei GdT, realizza recensioni grafiche (le Ludografiche) dei giochi che ha provato, crea giochi sotto l'egida della LuxLu GD (con il suo collega Luigi Maini), lavora come grafico freelance per le aziende e agenzie, collabora con lo studio Labmasu come progettista di organizers per giochi da tavolo e, in passato, con la 4Grounds per la progettazione di navi di legno. E trova pure il tempo per giocare e badare alla sua casa. Consumato (e a volte scostumato) master e giocatore di GdR, passa da Eberron agli oscuri miti lovecraftiani con nonchalance, mentre la sua casa è invasa (oltre che da libri fantasy, di illustrazioni, di storia, Funko Pop e altre cose strane) da miniature dipinte e non dei più svariati giochi.

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