Geek.pizza

Cowabunga!

Il Ludononno: Dice Forge

Il Ludononno: Dice Forge

Oggi si parla di dadi personalizzabili, ecco a voi Dice Forge!

Lo confesso, sono un nonno semplice.

E un feticista.

Non voglio nascondermi dietro a falsi moralismi o giustificarmi e delle mie perversioni ho anche ben chiare le origini: i primi giochi che mi hanno introdotto all’hobby e alcune canzoni, canzoni che poi spesso sono anche cose che diventano parte della una filosofia di vita:

Every morning, it’s a new surprise, don’t know who I am before I roll the dice.

Eh sì, i dadi. Tenevi carta e cartone, i meeple in legno e le miniature in plastica. Per me il gioco È dado. Se me ne capitano tra le mani son contento e li tiro, così, senza un motivo, li tengo in mano e li snacchero come nemmeno i peggiori giocatori di poker con le fiche e, a casa, ho una giara con centinaia di dadi delle forme, colori e materiali più disparati.

Questa mia insana passione mi aveva già fatto notare qualche tempo fa quei giochi da tavolo della Lego e i loro dadi “montabili” ed ebbi uno di quei momenti che ognuno di noi, giocatori da tavolo super impallinati, ha almeno una volta nella vita; un’illuminazione che sintetizzando ho chiamato: “dentro di me alberga un game designer geniale ma la vita mi dice che non è cosa”. Beh durante il mio “ddmaugdgmlvmdcnėc” (acronimo) mi son detto: “fighi quei dadi, certo.. li si potrebbe sfruttare meglio però, che so, per rendere particolarmente dinamico un gioco, upgradandoli tra una partita e l’altra”, ed essendo quei giochi sostanzialmente dei dungeon crawler mi immaginavo la crescita degli eroi delegata al miglioramento dei loro dadi.

Random I am, I never give a damn about what’s gonna happen next.

Ma qualcuno (Libellaud) ha avuto per fortuna  idee migliori e ha tirato fuori “Dice Forge”: un gioco che introduce efficacemente quel concetto di personalizzazione dei dadi accennato poco fa, ma all’interno della stessa partita, sganciandosi da un genere decisamente inflazionato.

Prima di passare al giudizio sul gioco, consentitemi una parentesi che di rado faccio.

Non credo di aver usato mai in vita mia l’aggettivo “sontuoso” men che meno in una recensione. Definire i materiali di un gioco “sontuosi” mi suona un po di patacca, non so come quel vostro amico che quando assaggia un bicchiere di vino e comincia a menarvela col “retrogusto fruttato e ricordi di rugiada estiva” quando magari gli avete appena versato del Tavernello.

Bon.

Questo “Dice Forge” ha dei cazzo di materiali sontuosi: una scatola pensata in ogni dettaglio sia per conservare il gioco che per essere comoda nella gestione della partita. Dadi customizzabili in pochissimi istanti, artwork, un po’ troppo pacioccosi forse, ma comunque di altissimo livello, token, plance, insomma ogni componente è al top.. e tutto questo a un prezzo basso, davvero, basso.

Però.

Però tutto bello eh, ma il rovescio della medaglia è che il setup, ma più che altro il set… down? off? insomma rimettere tutto a posto richiede più tempo e dedizione della media. In parole povere se cercate un gioco da apparecchiare e mettere via al volo, quella sera, intavolate altro.

Solving problems can be done in many ways.

Non potrei mai in tutta la vita spiegare, nel dettaglio, Dice Forge meglio del mai abbastanza celebrato Sgananzium.

Quello che mi preme sottolineare è che al turno di ogni giocatore tutti tirano i propri dadi e aggiornano le risorse ottenute, la differenza per il giocatore di turno è che lui potrà spendere quelle risorse, in nuove facce per i propri dadi, ma soprattutto per acquistare alcune carte che, grazie a un efficace “effetto slavina” renderanno la partita sempre più coinvolgente e ricca di azione e opzioni tra le quali scegliere, fino agli ultimi, scottanti, turni.

Si, perchè Dice Forge fa parte di quei giochi che quando finiscono, un po’ ci resti male. Sempre eh! Perché ti rimane quella costante sensazione che finisca quando sta per cominciare il bello. Ecco. Io questi giochi devo capire se sono belli (ergo, se mi piacciono) perché a fronte della delusione, ovviamente, impongono la massima ottimizzazione di mosse e risorse, vincere, in questo senso, è davvero soddisfacente.

The option is the only thing that I decide.

Ho provato un bel po’ di volte il gioco ormai e sempre a 4, perciò non so davvero dire come scali, ma il tempo della partita, nemmeno in presenza del solito pensatore, ha mai superato l’ora di gioco.

Dice Forge è un gioco che può piacere ad un ampio target di persone, ma che meglio si presta a introdurre chi poco conosce i boardgame – forse non proprio come primissimo gioco – e a far brillare gli occhi il lato più sano del gioco da tavolo: quello dei casual gamer. Per loro la presenza di dadi, tra l’altro customizzabili, una complessità di gioco che comincia da un livello semplice e che va a complicarsi via via nel corso della partita, gli artwork evocativi, downtime quasi nullo e il tempo di gioco sotto l’oretta sono una manna dal cielo. Ciò non toglie che, nonostante l’alea resti un fattore preponderante e marginalmente dominabile, possa rappresentare una sfida anche per i più esperti ed esigenti: come detto la chiave è ottimizzare le proprie risorse e questo in generale piace a chi cerca un buon livello di sfida, inoltre il sistema “à la Dominion” che propone una combinazione sempre diversa di carte garantisce una certa longevità oltre a una dose quasi infinita di espansioni. Ecco, le espansioni saranno da giudicare con attenzione perché potrebbero trasformare questo gioco, oltre che in una macchina da soldi, in un discreto classico; resto tra l’altro convinto che tramite le espansioni si possa “alzare l’asticella” perché questa storia dei dadi customizzabili, secondo me, si può prestare anche dinamiche di gioco più complesse..

Una serie di note davvero doverose:

  1. Visto che molti si rovinano le prime partite interpretando male una regola, la ribadisco: al turno di OGNI giocatore TUTTI tirano i propri 2 dadi, aggiornando di conseguenza i contatori delle proprie risorse.
  2. Grazie a Omar di MagicMerchant.it (dove potete acquistare Dice Forge, ovviamente) – un amico più che uno sponsor.
  3. Dopo un mesetto alcune plance dei personaggi hanno cominciato a imbarcarsi, ma in giro non ho letto nulla a riguardo quindi potrebbe essere un problema solo mio)

Con questo direi che è proprio tutto,

Un abbraccio dal vostro Ludononno

È un dado, non sono felice di vedervi!

Alexander Quarella

Ultimi articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *