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Il ludononno e dove è arrivato Risk! oggi

Il ludononno e dove è arrivato Risk! oggi

Il Ludononno ci parla di dov’è arrivato oggi Risk, il Ludononno è rozzo e usa un lingagio forte e colorito. Il ludononno vi ha avvisati

Il Ludononno è una rubrica per un pubblico maturo. Se sei particolarmente sensibile all’utilizzo di un linguaggio colorito e al deturpamento sistematico della lingua italiana è probabile che questo articolo non faccia al caso tuo. Se sei una persona interessante, invece, continua pure a leggere 🙂

Ciao a tutti, oggi parliamo di Risk!

Non di Risiko eh, Risk!

Per essere chiari: se pensi di leggere, commentare, scrivere, manifestare opinioni, integrare, trollare, flammare di Risiko, quella è la strada che porta al meraviglioso mondo di “fancu… uuuuuuuooore”

Per essere chiari/2: non è che non voglia parlare di Risiko per chissà quale motivo, giuro che mi sta pure simpatico, il Risiko, ma parlarne comporta 2 seri problemi:

  • I facinorosi che mandano qualunque riflessione a riguardo a mignotte
  • Un post lunghissimo e interessantissimo di Spartaco Albertarelli; essendo però io analfabeta funzionale, davanti i suoi wall of text provo un senso di disagio.

Bene. Risk, dicevamo.

Perché? Eh, bravi, se vi svelo la fine poi l’articolo non lo leggete più, e a me serve lo leggiate perchè mi ci faccio i big money con gli sponsor (grazie MagicMerchant.it, i tuoi giochi sono sono imballati da urlo! ching-ching!).

Comunque la storia di Risk è davvero interessante e ad oggi porta a riflessioni che mi meraviglio nessuno abbia mai fatto (o quantomeno esternato).

Tutti noi conosciamo il Risk classico, quello che vede la sua nascita nel 1959 con strabordante successo negli anni ‘90-very-nice!

Tutti lo conosciamo per i suoi tempi di gioco potenzialmente infiniti, per l’alea che contraddistingue certi incredibili scontri, per il player elimination, il kingmaking, il bash the leader, più un’altra mezza dozzina di caratteristiche dal nome assai figo che i sommelier del gioco da tavolo, oggi, considerano peccati capitali.

Non entro nel merito della cosa quindi non provarci nemmeno a commentare, io voglio andare avanti.

Risk, è del 1959, e oggi fa inorridire laggente, la fiat multipla è del 1998… ora ditemi chi è invecchiato peggio!?

La vera differenza tra i due è che da allora Risk di strada ne ha fatta tanta, ma tanta tanta tanta, per certi versi innovando, per altri stabilendo addirittura nuovi standard.

Ovviamente non parlo di Risk Lord of the Rings, Risk Halo o Risk Battlefield. Quelli, come altri titoli della serie, sono ciò che possiamo aspettarci, reskin con variazioni sul tema più o meno significative che però non si discostano più di tanto dall’ingombrante ombra del padre.

I titoli significativi sono altri.

Per esempio: Risk Legacy. Cazzo di Risk Legacy. LE-GA-CY! Il tanto amato, adorato, acclamato sistema legacy che fa bagnare tutti i giocatori del mondo che non vedono l’ora di prendere i propri giochi e farli allegramente a pezzi.. lo ripeto per esser chiaro: IL LEGACY NASCE CON (tenetevi forte) IL RISK!

Facendola semplice Risk ha, in sintesi, battezzato un nuovo genere. Pazzesco vero? Ma a dirla tutta non è nemmeno tanto questo il punto al quale voglio arrivare. Perchè se l’apice di innovazione la serie l’ha visto con Risk Legacy, anche altri titoli hanno provato a tagliare il cordone ombelicale dal loro ingombrante genitore. Risk Europe e Risk Games of Thrones apportano tante e tali modifiche che ricondurli al Risk classico diventa difficile, senza parlare di Risk Star Wars che del Risk classico non ha praticamente niente, anche perchè è la riedizione di un gioco che si chiamava Star Wars: The Queen’s Gambit, della Avalon Hill.

E il punto alla fine è proprio questo: negli anni la serie Risk ha alternato “commercialate” conservative a sprizzi di innovazione e cambiamento. A dirla tutta negli ultimi anni mi sembra di notare una certa predisposizione, da parte di Hasbro, a convertire “Risk” da “serie di giochi sul motore del Risk classico” a “linea editoriale, molto eterogenea, che identifica wargame medio-light”.

Eppure..

Eppure nessuno se n’è accorto. Risk, nell’immaginario di chiunque, dal papà al supermercato ai famosi sommelier del gioco da tavolo è sempre QUEL risk, il Risk del ‘59.

E parliamo di Hasbro eh! Che è grossa ragazzi! Grossa tanto! Più grossa di qualunque editore possiate immaginare, roba che se vogliamo parlare di pezzi grossi, la tanto stimata dai sommelier, Asmodée è come un Davide contro Golia, solo che Golia in questo caso s’è inculato tutte le pietre, e pure le fionde, già che c’era!

Ed è una lezione, un po’ per tutti, che se uno COSÌ grosso come Hasbro, nonostante tutto, non ce la fa a cavare dalla testa dei giocatori una certa idea, impressione, convincimento, è probabile che nessuno potrà mai farcela! E’ uno stimolo, un monito per tutti gli editori, i nostri in particolare. Occhio che le scelte che fate entrano nella testa della gente, e li rimangono, i giocatori poi sono teste dure senza contare che si affezionano alle idee quindi qualunque mossa è un qualcosa che vi resterà appiccicato, a lungo, se non per sempre!

E poi ci sono gli errori, ma questa è un’altra storia.

Vado a comprare Risk Legacy vaffanculo!

Alexander Quarella

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