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Serie Tv e Femminismo – Alcune considerazioni

Serie Tv e Femminismo – Alcune considerazioni

Dopo il caso Weinstein il femminismo ha preso il sopravvento Hollywood, e molti nuovi progetti sono più attenti alla figura e importanza della donna. Ma quando quest’attenzione diventa troppa?

Da quando è scoppiato il cosiddetto caso Weinstein svariati movimenti femministi hanno sottolineato quanto il ruolo della donna ad Hollywood (ma anche nel mondo) sia sempre visto inferiore rispetto a quello dell’uomo.

Sicuramente qualcosa ad Hollywood sta cambiando, e molto di ciò lo si deve al movimento femminista più famoso, ovvero a Me too. A questo movimento hanno aderito moltissime star come Alyssa Milano, America Ferrera, Lady Gaga, Rose McGowan ecc e tutte queste si sono esposte contro la violenza e le molestie sulle donne.

Ora vorrei fare una premessa, ovvero che sono assolutamente a favore della parità dei sessi, e tutto ciò che ne consegue, ovvero pari diritti e doveri, stessi stipendi, stessi trattamenti lavorativi ecc. Quindi stabilito ciò, vorrei fare un’analisi degli effetti che il femminismo può portare in uno dei settori più redditizi degli Usa, quello cinematografico ma che indirettamente, può colpire anche il nostro quotidiano.

Le prime serie tv femministe che mi vengono in mente sono: Xena, Buffy, Streghe, Veronica Mars e Sex and the City. Tutte serie in cui le donne sono le vere protagoniste, delle vere eroine direi. So che ci sono molti altri telefilm che hanno protagoniste femminili, ma su due piedi mi sono venute in mente queste.

Come sappiamo, stanno girando il reboot di Streghe, e come è stato detto sarà molto femminista. Io, come moltissimi altri fan della serie, appena ho letto la notizia mi sono trovato abbastanza perplesso, in quanto Streghe era una serie molto femminista, insomma, è la storia di tre sorelle che da sole combattono le forze del male, e nel mentre devono anche occuparsi dei propri problemi personali. Penso che molti concorderanno sul fatto che il femminismo è abbastanza presente in questo show. Quindi il pensare che venga aggiunto ulteriore femminismo in una serie già di per sé femminista mi infastidisce.

Come sappiamo film e telefilm sono ottimi mezzi per passare messaggi di svariato tipo, dalla lotta per tutela dei diritti di persone omosessuali, denunce di razzismo, e anche promuovere il femminismo appunto. Molti registi, sceneggiatori e produttori hanno già cavalcato quest’onda femminista per far passare il loro messaggio di difesa delle donne. Cosa lodevole. Ma quello che mi chiedo è: quando il femminismo diventa eccessivo? C’è davvero bisogno di accentuare il messaggio femminista anche i programmi in cui il femminismo è già parte integrante degli stessi?

Il reboot di Streghe è un esempio che ho già citato ma è anche quello che più ci può far riflettere. Se ci fosse bisogno di ulteriori esempi, posso citare tranquillamente Grey’s Anatomy, programma che ho amato e seguito con molto interesse nel corso degli anni, ma le ultime stagioni hanno reso questo prodotto di successo, una triste soap opera ultra femminista in cui la figura dell’uomo è spesso vista come inutile o come oggetto. Se penso ad Owen Hunt, non penso ad un uomo sicuro, un bravo medico che prende sul serio il proprio lavoro, penso ad un uomo zerbino, il quale si innamora di donne complicate, che lo maltrattano abbastanza spesso. Per chi guarda la serie, sa che il principale desiderio di Owen è quello di sposarsi e metter su famiglia. Invece che realizzare tale sogno, Owen ha passato le ultime stagioni a tediarci con il suo rapporto instabile con Amelia, passa il tempo a fare tutte queste carinerie per la propria donna, la quale lo allontana, poi se lo riprende, e lo riallontana nuovamente. Come non bastasse tutto questo Owen si fa umiliare, usare e maltrattare più volte, solo perchè ogni tanto Amelia gli dà il contentino, quel premio che si dà al cane quando esegue correttamente il comando appena impartito. È questo il messaggio che le femministe fanno passare? L’uomo zerbino? C’è davvero di far passare questo tipo di figura maschile per dare maggior risalto ed importanza alla figura della donna?

 

Big Little Lies ha come temi principali la forza e l’indipendenza femminile, e la violenza domestica. Il marito di Madeline ama molto la moglie e resta con lei anche se sa che il loro è un rapporto abbastanza alla frutta, nonostante lui spesso prenda iniziative per ravvivare il rapporto. Celeste vive in un contesto di violenza domestica continua, ed è proprio suo marito che ha stuprato anni prima Jane, quella che poi sarebbe diventata la sua nuova amica.

Il tema della violenza domestica è un tema molto attuale e che è giusto venga affrontato, e mi auguro che serie tv come questa possano aiutare molte donne a lasciare i propri partner violenti.

Ma quello che vorrei sottolineare è che in questa serie, le figure maschili (ad eccezione del marito di Celeste, che a suo modo è comunque debole) sono disegnati tutti come figure deboli e sempre un passo indietro rispetto alle loro mogli.

Quello che mi chiedo è perchè non possa esserci un qualcosa di più equo. Perchè si deve avere una donna forte ed un marito pezza da piedi? Uno esclude l’altro? Fare un prodotto femminista, porta per forza a creare personaggi maschili privi di carattere?

Quando si esacerba un messaggio, un pensiero, si corre spesso il rischio di storpiare tale messaggio e in Big Little Lies, il reboot di Streghe e sopratutto in Grey’s Anatomy è evidente, l’uomo zerbino che fa gesti romantici continuamente per tenersi la propria donna che lo maltratta a giorni alterni. Ma il femminismo non dovrebbe reclamare la PARITÁ dei sessi? Quello che temo stia succedendo è che alla lunga si abbia l’effetto opposto, dove la donna venga fatta passare superiore e migliore all’uomo. E questo sarebbe sbagliato tanto quanto lo è il maschilismo stesso. Io penso che l’uomo e la donna si completino e si migliorino a vicenda. Proprio per questo è necessario non inserire a forza il femminismo dove non deve starci. Non sarebbe più utile semmai utilizzare il femminismo in maniera più astuta e intelligente?

Fonti: Medium, Livingly

 

 

Matteo Munari

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