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Raccontami una storia di Mari e mostri: parte terza

Raccontami una storia di Mari e mostri: parte terza

Chiudiamo qui l’esperimento narrativo nato dal gioco di Gabriele Mari, ecco l’ultimo modulo per votare il finale della storia scritta da chi di solito vi parla di giochi da tavolo.Se volete leggere il racconto vincitore della seconda parte vi basta cliccare qui.

Pronti? Partiamo subito.

La traccia di Gabriele era la seguente:

Il mostro emerse dall’oscurità per AZIONE il nostro protagonista!
Ma il nostro eroe era dannatamente CARATTERISTICA e [grazie a questa caratteristica] riuscì a AZIONE il mostro.
Fu allora che il nostro eroe capì la vera natura del mostro, che era in realtà un PERSONAGGIO CARATTERISTICA.
L’eroe lo colpì subito con un OGGETTO trovato lì vicino.
Il mostro era sconfitto, finalmente. Nessuno ne avrebbe mai più sentito parlare. Forse.
Fine (?)

Caratteristiche: Orrendo, Marcio, Fallito, Palestrato, Furioso, Sudato, Smemorato, Depravato

Personaggi: Scienziato, Fantasma, H. P. Lovecraft, Un regista cinematografico [specificare]

Oggetti: Scopa, Uncino, Una scatola di Monopoly, Una copia della Costituzione Italiana

Azioni: Ipnotizzare, Accecare, Spaventare, Catturare, Avvelenare [come? Con cosa?], Insultare [specificare le modalità e gli epiteti], Adulare [specificare le modalità], Prendere a ceffoni

Finale 1

Il mostro emerse dall’oscurità per Ipnotizzare il nostro protagonista! Teneva in mano un cartellone della tombola, e ne sfruttava il potere mesmerico per avvolgere lo sventurato in un sono disarmante e rassegnato. Bastava l’odore di quella plasticaccia dozzinale per togliere forza alle palpebre di Gabriele.

Ma il nostro eroe era dannatamente Furioso e, sbraitando imprecazioni verso ogni bussolotto presente sulla terra riuscì a darsi una scrollata e a Prendere a Ceffoni il mostro, dritto rovescio col tabellone, in serie.

Fu allora che il nostro eroe capì la vera natura del mostro, che era in realtà un Depravato Regista Cinematografico, un emulo Quentin Tarantino dei poveri che, in assenza di qualsiasi dote artistica, aveva come unico pregio il portare sempre i parenti a vincere tutto ciò che ci fosse al di sopra della quaterna.

L’eroe lo colpì subito con una Scatola di Monopoly trovata lì vicino.

Il mostro era sconfitto, finalmente. Nessuno ne avrebbe sentito parlare mai più; giusto il tempo per finire due partite al gioco e poter dire se in esso fosse fortunato o meno. Forse.

Fine (Ipotizzata ma mai documentata)

Finale 2

Il mostro emerse dall’oscurità per ipnotizzare il nostro protagonista! Ma il nostro eroe era dannatamente sudato quindi quando una perla di sudore entro negli occhi il dolore lo fece rinsavire e riuscì a catturare il mostro.

Fu allora che il nostro eroe capì la vera natura del mostro, che era in realtà H.P. Lovercraft furioso perchè le sue magnifiche opere ormai erano giocate da branchi di teenager brufolosi!

L’eroe lo colpì subito con una scatola del monopoly chtulhu trovato lì vicino. Il mostro era sconfitto, finalmente.

Nessuno ne avrebbe mai più sentito parlare. Forse. Fine (?)

Finale 3

Il mostro emerse dall’oscurità che nel frattempo aveva circondato Gabriele come una coltre di fumo nera, come quel fumo profumato che si sente in discoteca. Gabriele non riusciva a capire se quello che vedeva era frutto della sua immaginazione, ma si sentiva stranamente tranquillo e probabilmente era stato ipnotizzato in qualche modo. Ma il nostro eroe era talmente furioso dall’idea di trovarsi in balia delle decisioni di qualcun altro che riuscì a svincolarsi dalla trappola mentale fino a prendere a sganassoni il mostro, in una tragicomica azione che in un altro contesto l’avrebbe fatto ridere da matti.

Fu allora che il nostro eroe capì la vera natura di quel mostro, che in realtà era un fantasma fallito, uno di quelli che non viene considerato da nessuno. Nessun viso popolare, nessuna forma familiare. Semplicemente uno di quei banali fantasmi da quattro soldi che infestano i castelli scozzesi. L’eroe, carico della sua collera, riuscì ad aprire lo sportello dell’auto, in cerca di una fuga veloce. Trovò al suo interno, buttata alla meno peggio sul sedile del passeggero, una scatola del Monopoly, puzzolente di muffa e sudore adolescenziale. Gabriele gliela lanciò contro, spedendo in aria decide di banconote ingiallite. Il fantasma si pietrificò, fissando Parco della Vittoria. Lo raccolse e in un impeto fanciullesco, scoppiò a piangere, ringraziando Gabriele per poi dissolversi come fumo al vento. Chissà quale tasto aveva toccato il nostro eroe. Magari traumi di gioventù? Gabriele non ci pensò due volte e scappò, aveva sconfitto quel “mostro” se di mostro si poteva parlare. Rimase lì fermo a pensare ancora qualche minuto: e se gli avessi tirato addosso un Food Chain Magnate?

Finale 4

Il mostro emerse dall’oscurità per spingere il nostro eroe dentro l’auto abbandonata! Ma il nostro eroe era dannatamente fortunato. Caso volle che proprio in quel momento si chinò per vedere di cosa fossero sporche le gomme e fu così che riuscì ad evitare la spinta del mostro che fini lungo e steso sui posti posteriori dell’auto. Il nostro eroe esclamo “sabbia della spiaggia di smeraldo!” riferendosi alla materia che imbrattava le gomme dell’auto. Fu allora che il nostro eroe capì la vera natura del mostro, che era in realtà un PR in cerca di contatti per la nota discoteca Kiss Kiss che si trovava appunto poco lontano dalla spiaggia di cristallo! L’eroe lo colpì subito con un opuscolo della discoteca trovato lì vicino. Il mostro era sconfitto, finalmente. Nessuno ne avrebbe mai più sentito parlare. Almeno fino alla prossima trasmissione di questo spot pubblicitario della rinomata discoteca!

Finale 5

Il mostro emerse dall’oscurità per Insultare il nostro protagonista con una parola strana e stranamente conosciuta: CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA!
Ma il nostro eroe era dannatamente sudato e grazie all’attrito pari allo zero ed al fatto che era un quarto d’ora che girava nudo, ma nessuno sembra se ne sia accorto, riuscì a spaventare il mostro.
Fu allora che il nostro eroe capì la vera natura del mostro, che era in realtà il fratello depravato dei registi Wachowski

L’eroe lo colpì subito con una copia della costituzione italiana trovata lì vicino. Il mostro era sconfitto, finalmente. Nessuno ne avrebbe mai più sentito parlare. Forse.
Fine (?)

Finale 6

Il mostro emerse dall’oscurità per prendere a ceffoni  il nostro protagonista!

Ma il nostro eroe era dannatamente depravato e, grazie a questa caratteristica, riuscì a spaventare il mostro.

Fu allora che il nostro eroe capì la vera natura del mostro, che era in realtà un Fantasma fallito.

L’eroe lo colpì subito con una copia della Costituzione Italiana trovata lì vicino.

Il mostro era sconfitto, finalmente. Nessuno ne avrebbe mai più sentito parlare. Forse.

Fine (?)

Finale 7

Con un piglio lento e compassato, il mostro emerse dall’oscurità dietro all’automobile, con indosso un liso camice bianco e stringendo in mano una piccola siringa per avvelenare il nostro protagonista!

“È arrivato anche per te il momento di partire” prese a dire con voce stridula e spaventosamente divertita l’essere, cui di umano era rimasto ben poco, pallido, emaciato e stralunato com’era.
Ma il sesto senso di Gabriele si era da tempo allertato e lo aveva reso dannatamente furioso, dunque gli bastò soltanto che il vecchio iniziasse a dirigere verso di lui l’ago metallico che, con un veloce movimento, riuscì a catturare il mostro.
Non vi fu colluttazione, le membra sotto la sua ferrea morsa si fecero sempre più cedevoli e il detective riprese lucidità. Fu allora che questi capì la vera natura del mostro, o meglio, di quello che era stato reso mostro da tutte le porte che gli furono chiuse in faccia. Tra le mani, Gabriele teneva stretto il professor Manfred, uno scienziato considerato ormai fallito che qualche tempo addietro asseriva di aver trovato un modo per attraversare delle scorciatoie spaziotemporali.
L’eroe lo colpì subito con il dorso di una staffa metallica ricurva trovata lì vicino. Se non fossimo stati su un galeone pirata si sarebbe potuto trattare tranquillamente di un uncino.

Il vecchio parve accusare il colpo, ma ebbe comunque la forza di sorridere: ” Visto? tutto può ritornare dal passato…” sussurrò compiaciuto, “prima o poi…” concluse con un soffio di voce, prima di stringere il pugno del suo braccio libero nella tasca del camice.

Poi rimase lì, immobile, senza respiro, ma quando Gabriele allentò la sua presa sul corpo, questo prese a dissolversi, scomparendo in breve come se non fosse mai stato lì.

Il mostro era sconfitto, finalmente. Nessuno ne avrebbe mai più sentito parlare. Forse.
Fine (?)

Finale 8

Mentre Gabriele era chino sul finestrino appannato del vecchio maggiolone cabriolet, con le mani a cucchiaio per cercare di vedere all’interno dell’abitacolo, il mostro emerse improvvisamente dall’oscurità alle sue spalle per catturarlo.

Lo agguantò cercando di attuare su di lui la più classica delle Full Nelson, la nota mossa di sottomissione che prevede di far passare le braccia sotto le ascelle della vittima per poi incrociare le mani dietro la nuca del malcapitato. Il mostro incominciò a stringerlo ma il nostro eroe, vuoi per la tensione accumulata durante quella incredibile serata, vuoi per lo sforzo profuso per liberarsi dalla presa, era dannatamente sudato e, grazie agli effluvi acri che emanava dalle ascelle riuscì a nauseare così tanto il mostro da potersi divincolare e assestargli addirittura un paio di sonori ceffoni in viso.

Il mostro, stordito dal micidiale mix di olezzo e schiaffi, cadde a terra visibilmente intontito.

Fu allora che il nostro eroe capì la vera natura del mostro, che i realtà altri non era se non il noto e depravato regista cinematografico di cortometraggi di serie B, conosciuto nei dintorni col nickname di XXX.

Un (sopran)nome un programma.

Già più di una volta era stato pizzicato dalla polizia mentre tentava di rapire indifesi passanti per utilizzarli, dopo averli drogati, come involontari attori nei suoi squallidi e scadenti film hard.

Gabriele, che da sempre detestava i depravati come XXX, riconosciutolo lo colpì nuovamente, stavolta con più forza e veemenza di prima, aiutandosi anche con una scopa di saggina che aveva trovato sull’asfalto, vicino alle ruote del maggiolone.

Il mostro era smascherato e sconfitto, finalmente. Il caso risolto. E Gabriele sperava in cuor suo che d’ora in poi nessuno ne avrebbe più sentito parlare.

Forse.

Finale 9

Il mostro, srotolandosi da un tergicristallo dell’auto accesa (si era camuffato da bigliettino pubblicitario) emerse dall’oscurità per insultare in svariate lingue e accenti caratteristici il nostro protagonista! Incominciò con l’uzbeko, per poi passare al fiorentino, al gaelico, milanese imbruttito, portoghese, linguaggio LIS, eccetera.

Ma il nostro eroe era dannatamente depravato e senza alcun briciolo di imbarazzo, tanto che, l’ascoltare un mostro insultante non gli fece praticamente né caldo né freddo. Forse un po’ freddo sì a ben vedere, ma perché era notte ed era ancora tutto bagnato; vabè, in ogni caso ascoltò con dovizia di particolari tutti gli insulti provando ad immaginare se lui stesso avrebbe potuto coniarne di migliori. Grazie a questa sua abilità nell’essere il contrario di una persona educata, riuscì a spaventare il mostro che, per la prima volta nella sua esistenza, non vedeva la propria vittima chiudersi al suolo in un lago di lacrime.

Fu allora che il nostro eroe capì la vera natura del mostro: esso non era altro che un fantasma fallito. Di quelli che fanno i provini per entrare nelle case infestate, ma fanno troppa poca paura per poter sopravvivere per secoli come leggenda. Sì, per carità, spaventano a morte le prime volte, ma poi si sparge un po’ la voce e… tac! La tua strategia di paura è già superata.

L’eroe quindi, con fare sicuro, aprì la portiera dell’auto: sul sedile era in bella vista un bel libro sgualcito e colpì subito il fantasma con un quella che si rivelò una copia della costituzione italiana. Si sa che un fantasma, poiché immateriale, può essere sconfitto solamente ignorandolo. E, di questi tempi, quel libro è sicuramente una cosa che ha un “livello di ignoramento” massimo.

Il mostro era sconfitto, finalmente. Nessuno ne avrebbe mai più sentito parlare. Forse.
Fine (?)


Ed ecco il modulo di votazione!

Francesco "The Doctor"

Fondatore di Geek.pizza è stato per anni amministratore di Italiansubs con il nick di zefram cochrane prima di partire per strani e nuovi mondi. Tecnico informatico e traduttore, ama i telefilm, i giochi da tavolo e la pizza.

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