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Ludopedia: Legnetti, plastichette e…

Ludopedia: Legnetti, plastichette e…

Ahhh le miniature, croce e delizia di chi vuole comprarsi un gioco veramente figo. Periodicamente scatta la polemica sui costi, ma diciamocelo: il bambino che è in noi non può fare a meno di questo pupazzetti…

Quando si parla di miniature nei giochi da tavolo sono sempre un po’ oscillante fra la sublimazione del mio senso estetico e l’aumento dell’acidità di stomaco: perché in realtà io amo spassionatamente le miniature, ne ho viste di tutte le qualità alle fiere e quando trovo tempo me le dipingo con gioia, documentandomi molto su aspetti bizzarri della realtà (come ho fatto per gli Wardancer degli Elfi Silvani) oppure semplicemente cercando di farle il più fedeli possibile alle illustrazioni sulle schede, quando si parla di minia da giochi da tavolo (come ho fatto per Mice and Mystics, che mi ha ispirato una delle prime ludografiche qui)… ecco, dicevo le amo molto e me ne sono comprate tante… soprattutto alle fiere, dove trovi roba eccezionale.

Ma quando vedo comparire le plastichette (come le chiama qualcuno) in un apparato di boardgame ecco che l’acidità comincia a salire perché da piacere diventano un ostacolo e pure un rischio: un ostacolo perché la loro presenza fa lievitare il costo di un gioco come il panettone a Natale (e senza neppure i canditi… a chi piacciono) e un rischio perché a volte servono per mascherare un gioco… diciamo… abbastanza insulso, con bella grafica e belle minia su cui la massa della fauna nerd con notevole disponibilità di pila (=soldi) si avventa con passione e acriticità, salvo poi lamentarsene in modo inutile sui forum (tanto lo hai pledgiato, o te lo sei comprato in preda alla solita scimmia… sì va beh, sono polemico e anche un po’ str…). Cioé, intendiamoci, esistono anche giochi con miniature validissimi, parlando di meccaniche, non è che sto qui a dire che tutti i giochi di minia sono bufale!

Chiamiamola una (in)sana invidia per “chi può”.

Dal lato opposto abbiamo i famosi segnalini di legno, quelli dalle varie forme e dimensioni ma (troppo) spesso dai colori improbabili. Ecco, quelli sono componenti che, un po’ come una nota marca di scarpe sportive, o li ami o li odi… o quantomeno ne accetti con rassegnazione la presenza. Non sono aggressivi (nel senso che sono carini da vedere), alcuni richiamano molto il “gioco intelligente” della pedagogia svedese, a volte hanno forme bizzarre e svolgono egregiamente la loro funzione simbolica senza far costare un gioco il triplo del suo valore. Anche lì, non sono uno che li odia a prescindere, ma in alcuni giochi sono veramente un pugno nell’occhio: ad esempio ne “Lo Stregone di Salem” (la cui  ludografica trovate qui), dove l’atmosfera dovrebbe essere abbastanza “dark”, ecco che spuntano fuori gli allegri profili dei 4 investigatori, tutti di legno con quei colorini delicati da gioco per famiglie che ti fa venire voglia di ingoiarli al posto delle caramelle… il gioco, lo dico, è bello (secondo me), ma giocarci con i legnetti (come li chiama qualcuno) è una sorta di coitus interruptus… io li ho sostituite con altre cose… più a tema. Oppure ci sono quelle azzeccatissime (secondo me) di 8 Minuti per un Impero – Leggende: semplici cubetti con qualche castello, ma almeno i colori sono inconsueti e diciamo anche “intonati” e in fin dei conti il tutto è armonico (e poi è un gioco di Laukat e guai a chi ne parla male!) .

Quindi? Plastichette o legnetti?

Cartone! Eh, sì, perché fra i due estremi si colloca una una zona un po’ “grigia”, praticata, secondo me, con un certo successo, ma poco popolare, o forse non abbastanza popolare: quella delle sagomine di cartone (quello bello spesso, accoppiato, bifacciale). Ci sono molti giochi che le usano e devo dire che mi hanno sempre dato soddisfazione, perché secondo me hanno molti vantaggi rispetto alle plastichette e ai legnetti.

Anzitutto sono più economiche, a parità di quantità e valore del resto del gioco: riescono a contenere il prezzo come i legnetti, dandoti una esperienza di gioco tutto sommato vicina alle plastichette (ad esempio in Super Fantasy, o in Photosynthesys, l’uno per le situazioni di gioco, l’altro per l’impatto visivo); poi sono già pronte all’uso (salvo magari metterci dei sostegni forniti nella scatola), non devi pitturarle per ottenere un buon effetto e la loro impostazione è già intonata al resto della grafica (del resto, sono un po’ grafica anche loro… ad esempio in Dead of Winter sono veramente in tono, ma anche ne Le leggende di Andor!). Che dire poi dello spazio? Ne occupano certo meno delle plastichette… non meno quanto i legnetti ma posso buttarle nella scatola senza doverle imballare (perché magari sono colorate), oppure anche  metterle nello ziplock, oppure smontarle dai sostegni e impilarle come le monete. Non si sbeccano (anche se soffrono l’umidità) e possono anche contenere istruzioni di gioco, come nei mostri di Arkham Horror, ad esempio. È anche possibile utilizzarle per creare cose smontabili, come in Oceanos, dove ti costruisci il sommergibile, oppure anche per contenere un gigante in una scatola, come in Attack on Titan. Ma poi ci sono anche giochi come Winter TalesPathfinder, Banana Bandits, Tzulan’Quest….

Il problema è che il cartone sagomato fa un po’ “libro gioco per bambini”, di quelli con le sagome da reincastrare per fare i puzzle… e vedercelo su una plancia sembra sminuirci un po’ l’esperienza… ma in realtà è solo un ostacolo psicologico che, superato, ci apre un mondo di soddisfazioni…

Che vi piacciano i legnetti, le plastichette o i cartoncini, fatevi un bel giro su MagicMerchant.it… sono sicuro che la scimmia ringrazierà! 🙂

Luca "il ludografico"

Il Ludografico (all'anagrafe Luca Canese) è un graphic designer e modellista, con una passione smodata per i giochi da tavolo, i libri, la storia antica, i boschi, gli orsi, gli unicorni, i giochi di Ryan Laukat, le opere di Paolo Chiari e i libri pop-up di Robert Sabuda. Scrive articoli bizzarri su vari aspetti del mondo dei GdT, realizza recensioni grafiche (le Ludografiche) dei giochi che ha provato, crea giochi sotto l'egida della LuxLu GD (con il suo collega Luigi Maini), lavora come grafico freelance per le aziende e agenzie, collabora con lo studio Labmasu come progettista di organizers per giochi da tavolo e, in passato, con la 4Grounds per la progettazione di navi di legno. E trova pure il tempo per giocare e badare alla sua casa. Consumato (e a volte scostumato) master e giocatore di GdR, passa da Eberron agli oscuri miti lovecraftiani con nonchalance, mentre la sua casa è invasa (oltre che da libri fantasy, di illustrazioni, di storia, Funko Pop e altre cose strane) da miniature dipinte e non dei più svariati giochi.

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