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Cowabunga!

Al tavolo col prof 3. “Tutti uguali, tutti diversi. Libertalia, Not Alone e i principi di uguaglianza”.

Al tavolo col prof 3. “Tutti uguali, tutti diversi. Libertalia, Not Alone e i principi di uguaglianza”.

Torniamo al tavolo col prof, questa voglta parliamo di Libertalia, Not Alone e di uguaglianza.

È possibile comprendere la differenza tra uguaglianza formale e sostanziale con uno (anzi, due) giochi da tavolo? Ci proviamo insieme oggi.

Torniamo dunque a parlare di democrazia, dedicandoci questa volta ai principi che guidano (o perlomeno, dovrebbero guidare) ogni regime democratico, ossia i principi di eguaglianza.

Esiste una sostanziale differenza tra ciò che chiamiamo uguaglianza e ciò che viene definita equità. Un grande maestro contemporaneo, John Rawls, scrisse nella seconda metà del ‘900 un testo (abbastanza digeribile rispetto al più famoso “Una teoria della giustizia”) dal titolo “Giustizia come Equità”, prendendo una posizione ben precisa rispetto ad un dialogo della filosofia politica quanto mai attuale: un regime democratico deve essere equo o egalitario?

In questo articolo non mi propongo affatto di risolvere in poche righe la questione, bensì vorrei mostrarvi come comprendere la differenza tra queste due posizioni tramite l’utilizzo del mondo ludico, in modo che siate voi stessi a decidere. Spero che questo articolo possa essere utile sia per la discussione politica tra cittadini attivi e consapevoli, sia per tutti quei colleghi impegnati in lezioni di cittadinanza, che vogliano sperimentare nuovi orizzonti di didattica attiva e coinvolgente.

Uguaglianza 

Il principio di uguaglianza prevede che ogni persona abbia le stesse possibilità di partenza. In sintesi, lo Stato, in un regime di questo genere, dovrebbe fare in modo che ognuno possa intraprendere qualsiasi percorso voglia, fornendo a tutti un “pacchetto base” di sussistenza che permetta di perseguire i propri sogni. Un esempio tanto banale quanto chiaro è quello dell’istruzione (elementare e media): ogni bambino e ogni bambina avranno, per diritto costituzionale, la stessa istruzione in modo che possano avere gli stessi strumenti per ottenere il proprio successo personale nella vita. Al singolo individuo spetta successivamente sfruttare questi strumenti al meglio.

Questo sistema, evidentemente, non tiene conto delle differenze naturali o culturali degli individui.

Cerchiamo di capire meglio con i nostri giochi.

Un gioco in cui possiamo fare esperienza del principio di uguaglianza è Libertalia. In questo gioco da tavolo ogni partecipante avrà un mazzo di personaggi numerati; ogni personaggio ha un potere preciso e, tali mazzi, sono uguali per ogni giocatore (con una piccola differenza ininfluente per la nostra argomentazione). La cosa interessante è che i giocatori non pescano le carte casualmente: il primo giocatore estrae tre carte, dichiara i numeri, e tutti gli altri giocatori pescano le stesse carte. Così facendo, tutti i partecipanti hanno lo stesso punto di partenza. Sta alla loro esperienza ludica, alle loro capacità deduttive e a scelte coraggiose o conservative, decidere il risultato della partita. Nessuna fortuna e nessuna limitazione. I giocatori hanno tutti le stesse possibilità iniziali.

Equità

Il principio di equità, quello portato avanti dal succitato John Rawls, prende le distanze dall’uguaglianza ritenendola, in parte discriminante.

Se le diseguaglianze dovute al merito sono giuste, le diseguaglianze naturali sono al contrario ingiuste. Per questo serve un principio che possa massimizzare le possibilità delle persone svantaggiate culturalmente, a livello censitario, oppure cognitivo. Per rispondere a questa esigenza, lo Stato deve prevedere strumenti calmieranti che riducano il gap di partenza in modo tale da permettere a tutti di raggiungere gli stessi risultati. Non si tratta quindi di pareggiare gli strumenti in partenza, bensì di sostenere l’individuo nell’iter in modo che tutti possano raggiungere gli stessi risultati (o perlomeno i migliori possibili per quelli più svantaggiati). In sintesi, non possiamo applicare gli stessi criteri a situazioni profondamente diverse. Tornando all’esempio scolastico, l’esistenza dell’insegnante di sostegno e di programmazioni individualizzate per studenti in situazione di disagio, rappresentano proprio questo principio: lo Stato, all’interno della scuola, si impegna ad aiutare gli studenti al fine di rimuovere gli ostacoli che rendono difficoltoso il raggiungimento degli obiettivi educativi.

Per capire questo principio, prenderemo in considerazione un (tra i tanti, in realtà) gioco asimmetrico, ossia in cui i giocatori hanno situazioni di partenza profondamente diverse. In Not Alone abbiamo un giocatore che interpreta la bestia e gli altri che incarnano alcuni sopravvissuti che devono scappare da questo pianeta infestato. Le regole del gioco fanno in modo di sostenere entrambi gli schieramenti in modo che chiunque possa arrivare alla vittoria finale, sebbene le premesse siano molto diverse (e sembrano avvantaggiare la creatura).

Conclusione

Oggi, parlare di equità e di uguaglianza è di importanza capitale. Scegliere da che parte stare, quale politica sostenere, deve essere un criterio di scelta nella vita politica di ogni cittadino. Giocare e discutere di questi argomenti, magari con giovani studenti, non è solo un interessante “passatempo” ma può diventare un utile strumento per la società tutta!

Quindi? Uguaglianza o Equità? A voi la scelta!

Buon gioco!

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Fausto "il Prof" Lammoglia

Professore di filosofia, capo scout, scrittore e, sopratutto, gamer incallito! «Homo (ludens) faber ipsius fortunae»

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