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Pizza & Investigations: intervista all’autore di Tales of Evil

Pizza & Investigations: intervista all’autore di Tales of Evil

A pochi giorni dall’uscita di Tales of Evil sulla piattaforma kickstarter, il 28 novembre, siamo riusciti a placcare il suo autore, Antonio Ferrara, che ha accettato di rispondere ad alcune domande…

Inutile dire che con me Antonio ha sfondato una porta aperta progettando e realizzando un gioco così intriso di avventura e riferimenti agli anni ’80… i “mitici” (sotto molti aspetti) anni ’80. Per questo abbiamo voluto approfondire alcuni aspetti del suo progetto sentendoli dalla sua viva voce.

Buongiorno Antonio, e benvenuto su Geek Pizza!

Grazie a voi per l’ospitalità.

Sappiamo che dopo il successone di Last Friday (di cui abbiamo anche fatto una ludografica qui, su Geek.pizza) e della sua espansione, nonché di Stay Away! ti stai dedicando ad un’altra chicca ludica fortemente anni ’80. Ci vuoi dire brevemente in cosa consiste?

Tales of Evil è un gioco che è partito appena dopo lo sviluppo di “Stay Away!” ed è in gestazione da tanto tempo, ma solo dopo aver realizzato “Last Friday” sono riuscito a dedicarmici anima e corpo. Un paio di anni o giù di li. Lo potrei definire il gioco della mia vita, ma più che altro si tratta di un’esperienza (chiamarlo gioco sarebbe riduttivo).

Quindi ricapitoliamo: La cosa, Venerdì 13… stavolta I Goonies?

Le mie passioni di sempre, avevo in mente di fare anche un gioco con le atmosfere alla “Grosso Guaio a Chinatown” e uno dedicato ai “Ghostbusters”, ma mi hanno anticipato (ride). Tanti lo associano a Stranger Things, ma in realtà il gioco si ispira alle mie estati da ragazzino, quando con la gang del parco scorrazzavamo in giro giocando a fare i piccoli investigatori. Ovviamente libri e pellicole come IT, I Goonies, Stand By Me, I Tre Investigatori & Co. hanno fatto il resto. Piccola curiosità: Quando insieme a mia moglie vedemmo la prima stagione di Stranger Things, lei mi guardò e mi disse: “Ti hanno copiato il gioco!” (ride). In realtà credo che sia io che i fratelli Duffer ci siamo ispirati alle stesse passioni che avevamo da ragazzini e che quei ragazzini ce li siamo portati dentro.

Come mai hai scelto la piattaforma kickstarter questa volta per il lancio del tuo gioco?

Bella domanda. In realtà la verità è questa: oltre 300 illustrazioni, un libro da oltre 150 pagine da tradurre in inglese, miniature, impianto multimediale per il Fusion System, tra il dire e il fare 5 anni di sviluppo (gli ultimi 2 veramente duri) annessi e connessi hanno fatto si che io prendessi questa strada. Il gioco ha talmente tanta roba e anni di sviluppo alle spalle che solo una piattaforma come Kickstarter avrebbe permesso di abbattere in parte i costi in modo che il gioco veda la luce nel migliore dei modi. Questo è un vero Kickstarter. Nessuna multinazionale, ma un autore di giochi che sta credendo nel proprio sogno, ma a cui serve una mano per vederlo realizzato.

Ma parliamo proprio del gioco in sé. Sembra fondere l’idea dei classici libri-gioco con un gioco in scatola vero e proprio.

L’esperienza prevede che tu sia il protagonista e che insieme i tuoi amici decida cosa fare e dove andare, proprio come succede per i classici libri gioco, solo che qui, trattandosi di ragazzini, le scelte vanno prese contemporaneamente indicando per esempio un numero con le dita della mano mano, oppure decretando chi sia lo sfigato (poverino) di turno che dovrà andare a controllare quello strano rumore nello stanzino buio, usando il classico metodo della pesca del fiammifero più corto e così via. Il tutto avendo sotto controllo la mappa di gioco che si svela passo dopo passo (la villa). Quindi allo stato attuale delle cose non so esattamente come identificare Tales of Evil visto che nel gioco le situazioni sono talmente differenti e interconnesse tra loro che si fa fatica a trovargli una sua etichetta perché nel gioco ci sono tantissime scelte da fare (Libro game?), si viaggia e si esplora tra oltre 70 location della scatola base (Esplorativo?) Si risolvono enigmi e misteri (Investigativo? Escape Room?) si combatte con tutte le proprie forze contro creature nauseabonde (Dungeon Crawler?). Si legge e si vive una storia tutti insieme (Narrativo?) Non so, perciò preferisco chiamarla Esperienza piuttosto che gioco, perché forse Tales of Evil nasce proprio per questo, per far vivere a te e ai tuoi amici un’esperienza unica che difficilmente dimenticherete.

Ci parli di questo “Fusion System”? In cosa consiste?

Non vi basta mai, eh? (ride). Allora il Fusion System. Il primo segreto che vi svelo è che non ho trovato un nome migliore, quindi alla fine ho tenuto il primo che mi era venuto in mente (ecchisenefrega). Ok, ok, il Fusion è nato da se in base alla storia che ne è venuta fuori e prevede l’interazione diretta tra te e i personaggi del gioco, ma non solo. L’esperienza è strutturata su tre livelli di profondità, come una torta a più strati (pizza sarebbe suonato forzato anche se più in tema). Al primo livello c’è il Diario di Peter e quello che accadde alla gang dei Pizza & Investigation, rappresentati in plancia, al secondo livello ci siamo noi che interagiamo, ovvero i Coraggiosi (i giocatori) e al terzo livello ci sono i ragazzi del futuro (oramai grandi). Quindi si tratta di un interazione tra passato (i ragazzini), il presente (noi giocatori) e il futuro (i ragazzi cresciuti). Senza la collaborazione tra le tre “dimensioni” temporali non si potrà svelare il mistero e salvare tutti loro e noi stessi… Muahahahahah ok ok, la smetto (ride). Ci saranno richieste delle azioni nella nostra vita reale come prendere le batterie di una torcia che i ragazzini hanno trovato nel loro passato, oppure telefonare a uno dei personaggi del futuro per farci indicare la strada giusta o ancora avere un particolare oggetto per affrontare una determinata creatura e così via. Quindi in definitiva (anche se si capisce fino in fondo solo vivendo l’esperienza) tramite i racconti del diario di Peter riviviamo la storia che fu, ma dovremmo impegnarci nel nostro presente e metterci in contatto nel loro futuro per svelare il mistero. In qualche modo siamo l’anello di congiunzione che permetterà di spezzare la maledizione, perché anche se nessuno lo sa ancora, i ragazzini sparirono tutti e nessuno li trovò mai… Tu entri nel gioco e il gioco entra dentro di te.

Un concetto interessante è quello di “Stazza” del personaggio. IN che modo influisce sulla partita?

Ah, la stazza è un parametro che darà parecchi grattacapi ai Pizza & Investigation. Praticamente si va da un valore da 1 a 5 e in base alle situazioni si potranno affrontare/attraversare dei passaggi o meno. Per esempio ci si potrà trovare nella situazione in cui si è costretti ad attraversare un condotto, ma potranno farlo solo gli investigatori di stazza 3 o inferiore, o ancora, si potrà richiedere di buttare giù una porta, ma solo coloro dotati di una stazza 4 o superiore potranno riuscirci.

I Personaggi evolvono durante la loro avventura?

I personaggi si evolvono in base all’equipaggiamento e tra un Capitolo e l’altro (missioni) potranno accedere alla bottega del recupero del vecchio Jack (un tipo grottesco se devo dirla tutta) che darà del filo da torcere ai ragazzi con i suoi giochetti e indovinelli strampalati. Quindi al mazzo equipaggiamento ci si potrà accedere superando delle prove e poi sarà possibile barattare il ciarpame ritrovato in giro con nuovi equipaggiamenti. Inoltre ogni personaggio è unico e ha una serie di caratteristiche che lo contraddistinguono e questo fa in modo che da una situazione se ne possa uscire percorrendo svariate strade. Ogni personaggio è unico e potrà apportare il suo supporto alla risoluzione del mistero, ma soprattutto ogni personaggio è unico perché ognuno di noi lo è. Questo è il segreto, ma non lo dite a nessuno. (ride).

Sono previste espansioni al gioco sotto forma di storie, nuovi personaggi, equipaggiamenti…?

Restiamo in tema di “gioco da tavolo” perché se qui inizio a parlare viene giù il mondo, ma rispondendo strettamente alla tua domanda, sì, sono previste espansioni che possano in qualche modo approfondire anche i personaggi sotto il lato delle loro caratteristiche. Sono previsti nuovi personaggi (la piccola Flo, sorella di Peter e Ray prima o poi crescerà, no?). Ovviamente sono previste nelle espansioni anche altri equipaggiamenti, creature, nuovi misteri e storie nuove, un paio già in fase di lavorazione (oh e mi piace scrivere, che debbo fa?) (ride).

Ah ci tengo a precisare che insieme al gioco sarà rilasciato un “Designer Kit” o un’applicazione (Stretch Goal) completamente dedicata all’universo del gioco a cui sta lavorando il mitico Matteo Poropat (creatore di Libro Game Creator, ovvero il programma con cui è stata costruita la struttura a bivi di Tales of Evil) con cui potremmo creare le nostre storie dei Pizza & Investigation e rendere il gioco praticamente infinito, giocando a nostra volta alle avventure create dalla comunità. Il vero segreto di Tales of Evil sono le regole fatte da chi scrive la storia. Credo che dalla comunità (coloro che avranno vissuto l’esperienza) possano nascere buoni spunti.

Vabbéh, visto che siamo assolutamente in tema, sia tu che noi, ti faccio un’ultima domanda: che pizza preferisci?

Margherita, perché il bello si nasconde nelle cose semplici.

Ringraziamo Antonio di averci dedicato un po’ del suo (già poco) tempo e facciamo il tifo per lui e per Tales of Evil.

Come sempre vi invitiamo a farvi un giro su Magicmerchant per i vostri acquisti ludici!


Aggiornamento: ecco il link alla campagna su Kickstarter, già finanziata al 70% in meno di un’ora!

Luca "il ludografico"

Il Ludografico (all'anagrafe Luca Canese) è un graphic designer e modellista, con una passione smodata per i giochi da tavolo, i libri, la storia antica, i boschi, gli orsi, gli unicorni, i giochi di Ryan Laukat, le opere di Paolo Chiari e i libri pop-up di Robert Sabuda. Scrive articoli bizzarri su vari aspetti del mondo dei GdT, realizza recensioni grafiche (le Ludografiche) dei giochi che ha provato, crea giochi sotto l'egida della LuxLu GD (con il suo collega Luigi Maini), lavora come grafico freelance per le aziende e agenzie, collabora con lo studio Labmasu come progettista di organizers per giochi da tavolo e, in passato, con la 4Grounds per la progettazione di navi di legno. E trova pure il tempo per giocare e badare alla sua casa. Consumato (e a volte scostumato) master e giocatore di GdR, passa da Eberron agli oscuri miti lovecraftiani con nonchalance, mentre la sua casa è invasa (oltre che da libri fantasy, di illustrazioni, di storia, Funko Pop e altre cose strane) da miniature dipinte e non dei più svariati giochi.

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