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Lo spacciagiochi – Deckscape – Il mistero di Eldorado

Lo spacciagiochi – Deckscape – Il mistero di Eldorado

Deckscape – Il mistero di Eldorado è il IV capitolo di Deckscape, decisamente una deviazione dal sentiero tracciato sinora.

Come al solito, farò fatica a scrivere dei giochi di questa linea, perché ci tengo a evitare gli spoiler, in modo da farvi vivere l’esperienza Deckscape al meglio.

I Deckscape, le escape room tascabili di dV Giochi, sono giochi da tavolo “one shot”: potete giocarci una volta sola, perché poi saprete già la soluzione agli enigmi proposti, ma restano un’ottima soluzione per passare un’oretta in compagnia dei vostri amici e sono decisamente più economici del cinema (e non hanno nemmeno problemi di traduzione).

Questa volta Martino Chiacchiera e Silvano Sorrentino, gli autori dei Deckscape, hanno preso una strada diversa, dicevo, e questa strada porta nella giungla mesoamericana.

Vediamo, innanzi tutto, come l’editore, dV Giochi, presenta il gioco:

In Deckscape – Il Mistero di Eldorado quarto capitolo della serie, i giocatori vestiranno i panni di esploratori alla ricerca dell’antica e misteriosa città d’oro. Durante il volo di rientro, in seguito all’ennesima missione fallita, una testa di una statua si schianta contro l’aereo e il gruppo è costretto a paracadutarsi. Prima di partire all’avventura, i giocatori potranno scegliere pochi oggetti da portare con sé.

Come dicevo, questo è un capitolo molto inusuale e potrebbe anche farvi storcere il naso, a seconda di quello che cercate in un Deckscape.

“Eldorado” è un’avventura, è più un libro game che una escape room tascabile, come si auto definisce la linea Deckscape.

All’inizio (ed è l’unica anticipazione che vi farò), dovrete scegliere 2 tra 4 oggetti, proprio come un un libro game e con questi dovrete cavarvela in un’avventura senza dadi ma dove, a volte, il vostro acume non basterà.

A differenza degli altri deckscape, dove il ragionamento è l’unico modo di procedere, qui avremo anche carte dove dovremo “andare a occhio”, come se fossimo veramente in una giungla.

Anche il sistema del calcolo degli errori è diverso, sul nostro segnapunti avremo errori e ferite e sulle seconde non avremo un gran controllo.

Numero dei giocatori: c’è almeno un punto dove bisogna essere in 2 per rendere appieno l’effetto di una carta, ma si può anche affrontare in solitaria, ignorando questo particolare stratagemma ideato dagli autori.

Come al solito, comunque, avremo da ricorrere al nostro acume, al colpo d’occhio, all’attenzione al dettaglio (ce ne sono nascosti ovunque, ma, d’altra parte, sono solo 60 carte).

Bocciato o promosso, quindi?

Dipende.

A me Desckape – Il mistero di Eldorado è piaciuto, mi sono divertito a risolvere gli enigmi e ho preso il punteggio finale (per soli 2 minuti non siamo rientrati nella fascia del pieno successo) per quello che è, una indicazione di come è andata l’avventura e va bene così.

Se cercate una escape room, probabilmente questo Deckscape potete saltarlo, quello successivo (Dietro il sipario, di cui vi parlerò a brevissimo) vi piacerà un sacco, ha delle trovate molto interessanti e rientra nel sentiero dei primi tre capitoli, con un’ottima idea per rinnovarsi.

Se vi piacciono gli enigmi anche senza sensazione “escape”, invece, probabilmente vi divertirete parecchio ad arrovellarvi per capire chi sia il capo della tribù, quale sia un posto sicuro e come fare un canestro nel gioco della palla centroamericano. Mi sento di darvi un suggerimento sull’interpretazione di quest’ultimo enigma (un plauso agli autori anche se non so quanti coglieranno la contestualizzazione): il canestro è l’ultima casella da raggiungere, non basta fermarsi davanti a uno di essi.

Trovate Deckscape: Il mistero di Eldorado su MagicMerchant.it a meno di 11€ (se ci giocate in 4 sono “ben” 2,5€ scarsi a testa).

Francesco "The Doctor"

Fondatore di Geek.pizza è stato per anni amministratore di Italiansubs con il nick di zefram cochrane prima di partire per strani e nuovi mondi. Tecnico informatico e traduttore, ama i telefilm, i giochi da tavolo e la pizza.

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