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Board Game Painting: Approccio alla pittura

Board Game Painting: Approccio alla pittura

Quando ci accingiamo a dipingere le miniature dei nostri giochi, la modalità con cui ci prepariamo a farlo è una aspetto centrale di tutto il processo.

In questo terzo appuntamento della nostra rubrica di pittura, parlerò di come di solito mi approccio alla pittura delle miniature di un gioco. Se vi interessa sapere come preparare la miniatura al successivo processo di pittura, vi invito a leggere l’articolo precedente [qui].

Veniamo all’argomento del presente articolo.

Non starò a farvi discorsi sulla necessità di essere tranquilli e sereni, quando dipingete, ognuno si gestisce da sé in queste cose, e io a volte mi metto a dipingere proprio perché sono “agitato” e ho bisogno di staccare la testa da qualche grana che mi sta capitando. Diciamo che dando per scontato che vi mettiate a dipingere quando cavolo vi pare (o potete), vorrei farvi due precisazioni molto pratiche e che vi eviteranno risultati deludenti e perdite di tempo:

  1. non siete obbligati a documentarvi in alcun modo, a meno che non vogliate dare del realismo particolare a quello che state dipingendo;
  2. non siete Pierre Auguste Renoir, quindi non vi sognate di mettervi al tavolo con il lungo pennello a picchiettare o spennellare la miniatura come se aveste davanti una tela su un cavalletto :-);

Spiego meglio queste due semplici regole.

Non siete obbligati a documentarvi in alcun modo

A differenza di chi dipinge soggetti fantasy o di fantascienza come figurini, diorami e miniature vendute in blister, che possono avere o meno una loro rappresentazione e comunque sono più suscettibili alla interpretazione dei pittori, di solito le miniature che fanno parte di un gioco in scatola hanno già una loro documentazione, magari addirittura illustrazioni che le ritraggono.

Il mio consiglio è quindi di studiare bene le rappresentazioni delle miniature sulle carte, sui manuali, sulle schede e similari. Fate questa operazione dopo averle primerizzate e sottoposte a lavatura. Questo implica una buona dose di attenzione e un pochino di tempo per capire la miniatura.

Osservate le linee messe in evidenza dalla lavatura, guardate dove finiscono le fibbie, se ci sono cinture, valutate se alcuni particolari sono difettati e la stampa “se li è mangiati”, rigiratevi bene il modello fra le mani con le illustrazioni alla mano e fatevi mentalmente un piano procedurale: partirete dalle campiture più estese (pelle nuda, vestiario ecc.), poi vi concentrerete sulle parti meno evidenti e così via fino a occhi e particolari.

Il piano d’azione vi serve anche per risparmiare colore, dipingendo le miniature in serie quando possibile, senza fare cambi di colore continui che implicano lavaggi di pennelli, e perdite di tempo. Dovete imprimervi in testa come deve venire la miniatura in modo che, in fase procedurale, andrete spediti verso lo scopo.

Beninteso: tutto questo dando per scontato che vogliate fare i personaggi esattamente come sono rappresentati nel cartaceo del gioco. Se volete dar loro una vostra personale impronta, vi invito a documentarvi su tutta la vastissima produzione fantasy (ma anche storica) presente on line o cartacea, insomma, in questo caso non ìè limite alla documentazione cui potrete attingere.

 

Non siete Pierre Auguste Renoir

Io lo adoro, l’uso della luce e l’effetto diafano di certi suoi dipinti mi hanno riempito di emozione fin da quando ero bambino. Ma noi non siamo impressionisti.

Quando si sente parlare di dipingere si pensa subito ad una sorta di estro bizzarro fatto di pennellate e gente che canta mentre dà i suoi tocchi artistici all’opera da esporre. Cancellate questa visione naïf della pittura e concentratevi su quello che la pittura dei modelli è: precisione.

Ora molti diranno “Eh allora io non posso…” no, non è così.

Precisione significa che la miniatura va tenuta saldamente, e che i movimenti del pennello devono essere lenti, allungati, precisi. Non pensate “tanto poi ci ripasso sopra con un altro colore” perché è una perdita di tempo: più siamo precisi nelle campiture, meno sbaffi avremo da correggere meno tempo impiegheremo nel lavoro.

Non dico che sarete degli orologiai all’inizio, ma la pratica acuisce la tecnica, e questo SEMPRE.

Prendetevi il tempo che vi serve per dipingere una manica senza che il colore sbaffi sul polso o sulla mano, se vi ci impegnate alla fine lo farete in modo naturale. E’ per questo che è necessario osservare la miniatura e capire le sue singole parti. Il pennello deve scivolare sulle superfici, non puntinarle, e la pennellata deve essere morbida, non brusca.

Il modellismo è precisione prima di tutto. Poi ci possono essere tecniche per fare camouflage, schizzi di sangue, ecc. ma per ora limitatevi all’idea di campire le superfici in modo preciso.


Quindi, ricapitolando, le regole d’oro dell’approccio alla pittura di miniature sono:
OSSERVAZIONE preventiva del modello con la documentazione grafica alla mano;
PRECISIONE delle singole campiture.


Con queste due idee in testa, potrete accingervi all’applicazione delle tecniche di pittura di cui mi riservo di parlarvi nel prossimo e conclusivo articolo della mia rubrica.


E se voglio le miniature dipinte ma non voglio sbattermi?

Ma è semplice: basta rivolgersi a chi svolge servizi di pittura miniature. La richiesta di miniature pitturate è in continua crescita, quindi molti si cimentano in questa attività a prezzi altalenanti a seconda del grado di “effetto wow” richiesto.

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Luca "il ludografico"

Il Ludografico (all'anagrafe Luca Canese) è un graphic designer e modellista, con una passione smodata per i giochi da tavolo, i libri, la storia antica, i boschi, gli orsi, gli unicorni, i giochi di Ryan Laukat, le opere di Paolo Chiari e i libri pop-up di Robert Sabuda. Scrive articoli bizzarri su vari aspetti del mondo dei GdT, realizza recensioni grafiche (le Ludografiche) dei giochi che ha provato, crea giochi sotto l'egida della LuxLu GD (con il suo collega Luigi Maini), lavora come grafico freelance per le aziende e agenzie, collabora con lo studio Labmasu come progettista di organizers per giochi da tavolo e, in passato, con la 4Grounds per la progettazione di navi di legno. E trova pure il tempo per giocare e badare alla sua casa. Consumato (e a volte scostumato) master e giocatore di GdR, passa da Eberron agli oscuri miti lovecraftiani con nonchalance, mentre la sua casa è invasa (oltre che da libri fantasy, di illustrazioni, di storia, Funko Pop e altre cose strane) da miniature dipinte e non dei più svariati giochi.

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