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Storie di GDR #2 – Nils Hintze, la mente dietro Tales From the Loop e Vaesen

Storie di GDR #2 – Nils Hintze, la mente dietro Tales From the Loop e Vaesen

Due chiacchiere con Nils Hintze di Tales From The Loop e Vaesen.

Ritorniamo con l’appuntamento Storie di GDR, rubrica in cui faccio due chiacchiere con esponenti della comunità del Gioco di Ruolo. Oggi ho il piacere di avere come mio ospite, Nils Hintze, la penna dietro due prodotti di successo come Tales from The Loop e Vaesen, che ha risposto alle più svariate domande fatte da me.

1- Ciao Nils, grazie per essere mio ospite qui su Geek.pizza. Per me è un piacere e un onore presentarti alla comunità italiana del gioco di ruolo. Parliamo un po’ di te, età, passioni, il tuo lavoro, cosa fai nel tempo libero…

Grazie per avermi invitato!

Ho 41 anni, e lavoro come psicologo, i miei pazienti sono soprattutto persone che presentano traumi di guerra o violenze. La maggior parte del mio tempo libero va ai miei due figli, che sono ancora nell’età in cui sono “un lavoro a tempo pieno”. Insomma, ho ancora molti pannolini da cambiare, però amo essere un padre, e più grandi si faranno, più potrò fare GDR quando gioco con loro, il che è un bel bonus.

Ultimamente io e mia moglie abbiamo iniziato a giocare con l’avventura dello starter set di Call of Cthulhu, che è perfetta in questi giorni di pandemia, in cui stiamo molto tempo assieme e in casa. Il poco tempo che mi rimane lo impiego a scrivere e giocare di ruolo, la mia passione più grande insieme alla mia squadra di calcio del cuore, il Malmö, e alla liquirizia.

2 – Ora parliamo un po’ del tuo lavoro con Free League. Come hai deciso di scrivere GDR? Sei un Dungeon Master? E come hai iniziato con loro?

“Ho giocato a un sacco di GDR, dall’età di 5 anni credo, e da sempre è stato uno dei modi in cui passavo il tempo con i miei amici. Come per altri, ho iniziato a scrivere come hobby, e per pura casualità sono stato invitato a scrivere alcune avventure per uno dei giochi di Free league.

Sono molto riconoscente a Nils e Tomas, e tutti gli altri di Free League per avermi reso partecipe di questo progetto fantastico. Credo che i loro giochi si distinguino per essere estremamente accessibili, di alta qualità e con un tocco unico.

Nonostante ami essere un Dungeon Master, al momento vesto i panni del giocatore in due campagne online… Una di queste è trasmessa nel nostro podcast “Podcon” in svedese. È nato più o meno come un progetto da “Amici che si vedono, bevono qualcosa e giocano, e vediamo cosa viene fuori”.

L’ultima campagna in cui sono stato Dungeon Master, è “Tatters of the King” per il Richiamo di Cthulhu. Fu molto divertente. Sfortunatamente, l’Investigatore su cui si incentrava la storia morì accidentalmente prima del confronto finale. Ma è uno degli aspetti che amo di più nelle storie dei GDR, non sai mai cosa succederà.”

3 – Oltre a Vaesen, il tuo nome è associato a giochi come Things from the Flood e soprattutto, Tales from the Loop. Ti aspettavi l’enorme successo che hanno avuto?

Tales from The Loop è stato vincitore di molteplici premi

“Assolutamente no. Nelle mie idee, Tales sarebbe diventato un gioco di ruolo di nicchia, alternativa. Non si basa sulle cose che piacciono alla maggior parte dei giocatori: combattimenti, magie, spade laser e mucchi di monete d’oro.

Quando l’ho scritto, mi sono ispirato al tipo di gioco che veniva fuori nei miei gruppi – molti conflitti legati alle emozioni e alle relazioni, e personaggi che sono persone qualunque. Volevo scrivere un gioco che si incentrasse sull’essere umano, o meglio, sull’essere ragazzino, dato che è su questo che si basano i libri di Simon, secondo il mio parere. Per me, robot e dinosauri sono solo uno dei tanti modi di rappresentare quel mondo fantastico che si crea quando l’immaginazione dei più piccoli si fonde con il mondo reale. A volte i ragazzini non riescono a vedere la differenza. Ma, sia piccoli che grandi si rifugiano nell’immaginazione quando si annoiano o si spaventano.

Ho chiaramente sottovalutato due cose: il fattore nostalgia, e l’ondata di film e serie tv incentrate su ragazzi che risolvono misteri negli anni Ottanta, come Stranger Things.”

4 – E hai raggiunto una certa fama all’interno della comunità GDR? Ti è capitato di ricevere messaggi di altri autori che dicevano “congratulazioni, il tuo gioco è una figata”?

“Secondo la mia esperienza, l’industria dei giochi di ruolo è come una piccola comunità in cui le persone tengono davvero agli altri, apprezzano i prodotti altrui e tendono a cooperare. Almeno, questo è lo spirito della comunità in Svezia.

La maggior parte di noi, per non dire tutti, siamo giocatori di ruolo. Direi che ci facciamo complimenti a vicenda tutte le volte. Ci sono alcuni game designer che mi sembrano delle star quando li incontro e, se ne ho la possibilità, faccio loro i complimenti per i loro giochi. E ovviamente, anche io ho ricevuto complimenti per i miei scritti. È sempre bello riceverne.”

5 – Per chiudere questo argomento, senti addosso la pressione di dover mantenere lo standard dei giochi che scrivi molto alto?

“A volte. Ma ogni volta che lavoro a un progetto, sento che ci sto mettendo tutto me stesso, quindi non credo che potrei fare molto di più. Quando finisco, vedo sempre molti difetti e parti che potrebbero essere migliorate. Ma il prodotto finale riesce sempre a rispettare l’idea con cui ero partito. Mi basta questo. Solitamente non vedo le cose che ho già scritto come capolavori, perciò mi è più facile scrivere nuove cose. Posso sempre migliorarmi.”

6 – Adesso parliamo di Vaesen. L’aspetto che amo di più del gioco è l’ambientazione. Come e perché hai scelto di collocare il gioco in un Nord dai tratti mitologici?

Ecco la raccolta di illustrazione che ha ispirato il gioco

“La scelta dell’ambientazione viene fuori con l’artbook di Johan Egerkrans, su cui si basa l’intero gioco. Le sue immagini stupende, sono collocate in qualche posto a nord, nel XIX secolo. Da lì ho aggiunto molti dettagli e cose riguardanti il mondo, e ho provato a creare un ambiente che fosse in linea con il tema delle sue immagini.

Credo che Vaesen possa essere collocato ovunque nel mondo. In qualsiasi posto ci saranno miti e storie folkloristiche che riguardano i vaesen e renderli dei misteri da risolvere.”

7 – E ovviamente, le creature, i Vaesen, sono la caratteristica più interessante e particolare del gioco. Da cosa hai tratto ispirazione? Quanto hai studiato la mitologia Scandinava?

“Ho studiato molta mitologia, letto parecchi libri e articoli online. Per me, la cosa più interessante dei Vaesen, è cosa ci dicono delle persone che hanno inventato queste storie. Per ragioni varie, questo tipo di folklore era una necessità per loro, un modo per dare una spiegazioni a cose negative o strane, altrimenti difficili da spiegare. Credo che un Vaesen debba essere visto sotto questa luce, come la rappresentazione di qualcosa nella natura umana: l’abilità di usare l’immaginazione e i racconti, per alleviare il fardello delle difficoltà e per elevare la banalità del quotidiano in qualcosa di carino e allettante.”

8 – Se posso chiedere.. hai già idee per un possibile prossimo gioco? Puoi farci qualche spoiler?

“La prossima cosa a cui lavorerò è un grande progetto per Free League e di questo non posso dire niente, ma ho scritto altre due cose per altre ditte, che verranno pubblicate prima del nuovo lavoro con Free League.

Uno di queste è la campagna “Dome of Desolation” per Helmgast’s Kult (gioco che non è stato localizzato in italia, n.d.t.).

Si tratta di una grande campagna ambientata in Libano durante la guerra civile degli anni Ottanta. Non vedo l’ora di vedere come i giocatori accoglieranno quest’uscita, dato che mi sono impegnato molto per scriverla. Ho usato tecniche diverse, dai GDR più tradizionali, spunti old-school fino allo Story Now. Volevo utilizzare le parti che amo di più da ogni parte di questo mondo.

Dai giochi di ruolo old-school ho preso la casualità, fatta di dungeon, nessuna strada prestabilità e nessun bilanciamento negli incontri con i nemici. Lo Story Now invece si concentra sulle relazioni tra i personaggi, le emozioni e i conflitti che riguardano le sfere personali, assieme alle idee su come usare una Sessione Zero e su come sfruttare il background dei personaggi come parte della campagna.

Alla base dell’avventura ci sono elementi tradizionali, come idee su cosa può succedere nella storia, inizio e fine per ognuna delle quattro parti della campagna e una storia scritta in modo tradizionale. Credo e spero che tutte queste parti stiano davvero bene assieme, che creino qualcosa di più grande. Non vedo l’ora di sapere come verrà fuori il tutto, alla fine.”

9 – Ultima domanda, ma non meno importante. Il nostro nome è Geek.pizza, e non posso non chiederti se ti piace la pizza, e qual è la tua preferita.

“Opto per una Quattro Formaggi, magari con salsa chili e dell’aceto.”

Per tutti i giochi targati Free League, potete passare sul loro sito a questo link, mentre se cercate giochi da tavolo o di ruolo, non dovete far altro che passare su MagicMerchant

Gabriele "Millennial Geek" Russo

Ventenne con la passione per i giochi di ruolo e le ambientazioni sci-fi/cyberpunk piene di mutazioni. Dipendesse da me vivrei a Night City, dove lo stile e la moda, fanno da padroni!

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