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Il Regno delle Sabbie: quella tessera qua devi metterla là.

Il Regno delle Sabbie: quella tessera qua devi metterla là.

Eccoci alla seconda puntata del nostro appuntamento con le recensioni di giochi in solitaria, noto anche come “Ti sembro assembrato?”. Oggi sul mio tavolo c’è Il Regno delle Sabbie.


Mess’edzi ha bisogno di noi.

Il Regno delle Sabbie è un puzzle game MS Edizioni in cui interpretiamo uno stregone di corte che deve aiutare la sua regina a recuperare delle rune magiche e ad invocare gli spiriti elementali al fine di salvare il regno riportando in esso la magia ormai quasi del tutto prosciugata. E lo farà giocando a Tetris.

Lo scopo del gioco è di far riaffiorare dalle sabbie i più prestigiosi edifici, giardini e templi della città di Mess’edzi (Raven’s burg, se il gioco fosse stato di un’altra nota casa editrice…). Nella versione in solitaria, il punteggio finale ci concederà un’onorificenza di cui potremo fregiarci su Zoom durante le feste di Natale.


Non insabbiamo le regole.

L’area di gioco prevede la divisione in 3 mazzi di tre livelli (in pratica, dai mosaici più facili a quelli più difficili da realizzare) di cui sono disponibili 4 carte ciascuno, che vengono rimpiazzate ogni volta che ne viene risolta una. Tutto intorno, il cerchio delle rune – i tasselli a nostra disposizione per creare i puzzle – con la regina ad indicarne il principio. Davanti a noi, un’area di gioco con caselle illuminate e caselle in ombra: potremo creare le nostre combinazioni di colori esclusivamente nelle prime, successivamente anche in quelle buie una volta sbloccate a seguito della risoluzione di alcune carte. Infine, disponiamo di dischi in legno a rappresentare gli spiriti elementali (nel gioco in solitaria, il pool comprende 2 dischi di ognuna delle cinque tipologie).

Ogni giocatore, iniziando dal primo (ed unico, nel mio caso), prende 3 rune dal cerchio partendo da quelle immediatamente prossime alla regina. In ogni turno si deve fare un’azione tra le due disponibili, al fine di creare un mosaico corrispondente ad uno di quelli mostrati sulle carte (anche speculare e ribaltato vale ugualmente):

  • posizionare un segnalino runa sulla propria area di gioco tra i 3 disponibili – da rimpiazzare subito, in modo da averne sempre 3
    oppure
  • posizionare/spostare un massimo di 3 dischi elementali, se precedentemente guadagnati tramite la risoluzione di alcune carte

I dischi elementali gialli e blu sono fondamentali per la ri-creazione di edifici più avanzati – in quanto questi due colori non sono presenti nelle tessere runa – e possono essere guadagnati, come sempre, tramite altre carte.

Il gioco termina quando un giocatore ha raccolto 10 clessidre (indicate sulle carte), si innesca la fine del gioco e si conclude il round in corso: vince chi ha realizzato il punteggio maggiore (= ha fatto riemergere dalle sabbie edifici numerosi e di valore). Nel gioco in solitaria, si finisce dopo 14 round (scelta che non ho ben capito, avrei continuato fino alla fine del cerchio delle rune).

Esiste anche una modalità avanzata di gioco, in cui ogni giocatore ha un potere personale speciale – tra 6 disponibili – attivabile tramite un cristallo:

  1. tenere una carta solo per sé da risolvere senza l’opposizione altrui
  2. ottenere un disco giallo o blu all’inizio della partita
  3. scambiare un disco con un altro dalla riserva
  4. spostare un segnalino runa già piazzato in un altro spazio della propria area di gioco
  5. guadagnare la possibilità di coprire uno spazio in ombra
  6. scambiare fino a 2 tessere runa proprie con 2 tessere ancora nel cerchio delle rune


E non insabbiamo nemmeno i commenti.

Ho giocato diverse partite in solitaria – senza poteri speciali – e non sono mai riuscito a risolvere una sola carta di terzo livello, e soltanto una volta ne ho risolte un paio di secondo! Per non cadere nell’autocommiserazione, mi sono fatto forza leggendo più volte – tipo mantra – la frase sul regolamento “Per avere maggiori possibilità di vittoria è consigliabile completare almeno una carta Regno di livello 3”, che mi fa ben pensare che non sia poi così facile…

Devo dire con sincerità che giocare in solitaria a Il Regno delle Sabbie non mi è sembrato molto appagante: si perdono tutti i “Quell’edificio stavo per farlo io!” e “Quei pezzi di runa servivano a me!”; inoltre, non amo particolarmente il sistema punteggio=livello raggiunto, preferisco vincere oppure perdere, tout court. Al di là delle mie opinioni personali, però, il gioco funziona obiettivamente molto bene anche in singolo, richiede di fare delle scelte per ottenere il massimo dei punti in soli 14 round, e la vittoria con un punteggio alto non è affatto scontata, nonostante non ci sia nessuno a metterti i bastoni tra le rune.

Insomma, vale la pena visitare la città di Mess’edzi, specialmente ora che non se ne possono visitare altre.


In granelli.

  • La componentistica è di buona qualità, scatola bella rigida (ma senza scomparti interni), carte e materiali resistenti
  • Per le illustrazioni sono stati scelti dei colori un po’ smorti ma decisamente coerenti, perfetti per ciò che devono rappresentare
  • Sull’aspetto grafico/contenutistico – template delle carte, icone, stesura dei testi – assolutamente nulla da dire, ottimo
  • L’ambientazione è ovviamente secondaria, ma ha il suo innegabile fascino
  • Le meccaniche sono semplicissime, un puzzle game con elementi fissi (i dischi elementali, sempre a tua disposizione una volta guadagnati) e volatili (i tasselli runa)
  • La longevità è medio-alta: se piace il genere, non viene mai a noia. In più, ci sono 54 edifici da far riaffiorare dalle sabbie, di cui alcuni si scoprono soltanto dopo aver acquisito una certa esperienza di gioco
  • In merito alla scalabilità, di sicuro giocare in più persone risulta più divertente, direi che 3 o 4 sono i numeri perfetti. Tra le sabbie, one is a lonely number.


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Armando Intignano

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