Si può creare un gioco di miniature… senza miniature?
Esiste un segreto nel mondo del wargame tridimensionale, quello “con i soldatini” per intenderci: i soldatini suddetti non sono poi così indispensabili. Nel senso che a conti fatti si potrebbe tranquillamente sostituire le basette su cui sono montate le miniature e gli altri elementi scenici con altrettante sagome di carta che si spostano liberamente sul tavolo da gioco, seguendo le regole senza grosse modifiche.
Anzi, su queste “carte” si potrebbero anche scrivere i valori delle diverse unità e, a mo’ di promemoria, anche le loro abilità speciali. Sì, certo, il tutto diverrebbe non poi così dissimile da un classico wargame da tavolo bidimensionale… un ibrido, insomma…
In molti, in effetti, hanno avuto quest’idea. Dai tempi del wargame navale Jutland di Jim Dunnigan fino alla primissima edizione di Wings of War, ma soprattutto gli autori del poco conosciuto Battleground Fantasy Warfare, con regole ed eserciti successivamente modificati per l’antichità con Battleground Historical Warfare.
Proprio a quest’ultima serie pare essersi ispirata la primissima edizione di Onus!, gioco spagnolo dedicato alle grandi battaglie delle Guerre puniche, con Scipione e Annibale come protagonisti, e che spingeva ancor di più verso l’ibridazione usando le carte non solo per introdurre eventi speciali ma per rappresentare anche il flusso degli ordini (un po’ alla Commands and Colors, ma senza suddividere il campo in settori, e senza mappa esagonata).
Oggi la Draco Ideas ripropone quel sistema in Onus! Traianus, edizione che amplia gli scenari all’epoca imperiale ma che rivede anche tutto il materiale dell’edizione precedente, in una ristampa graficamente accattivante e con un regolamento ampiamente ammodernato.
Su WLOG esaminiamo insieme questo gioco così particolare, davvero in bilico tra i due grandi mondi del wargame storico.
