Il pilota: Lego Star Wars: Droid Tales
Come farsi sfuggire una miniserie di Star Wars realizzata coi Lego? Specialmente dopo aver visto The Padawan Menace era veramente impossibile, vi racconto il pilot, con qualche spoiler, però voi guardatela, perché è un vero spasso.
Immaginate tutto ciò che sto per raccontarvi sotto forma di Lego, perché questa animazione è fatta tutta di mattoncini! Ci troviamo su Endor, la battaglia è appena finita, festa grande. Ci sono persino un wampa e un tauntaun che ballano, che gli ewok facciano i cretini non stupisce.
La cosa che subito colpisce lo spettatore è la musica di John Williams, le scene sono state ricreate in versione divertente coi Lego. Vediamo, ovviamente, l’ewok che suona la batteria con gli elmi degli assaltatori, la scena sopra gli alberi coi fuochi d’artificio, e via così. La puntata è una gag dopo l’altra, quando compaiono in forma eterea Yoda e Obi-Wan, seguiti da Anakin abbiamo un esempio dell’elemento che rende così esilaranti queste storie Lego: il sapersi prendere in giro.
Luke non riconosce il padre, che ha le sembianze di Hayden Christensen, e se ne esce con “Oh, non avevi questo aspetto cinque minuti fa!”.
La storia gira intorno al fatto che R2-D2 ha una specie di pennina USB che contiene le memorie di C-3PO prima che fossero azzerate, alla nascita di Luke e Leia.
Come era già successo prima della battaglia, C-3PO si improvvisa narratore e racconta la sua storia, dalla sua creazione, quando voleva essere chiamato Kevin, ma Anakin l’ha chiamato C-3PO senza alcun motivo, fino alle Guerre dei Cloni.
Matrimonio? Anakin e Padme? Ma chissenefrega, vogliamo sapere di queste Guerre dei Cloni!
Gli spettatori di C-3PO sono gli spettatori di Star Wars e, per una volta, possono vedere la storia come hanno sempre voluto vederla e fare le domande che hanno sempre voluto fare.
Una delle frasi più degne di nota è quella di uno degli esponenti della Federazione del Commercio (e l’abbiamo pensata un po’ tutti):
“Che genialata controllare tutti i nostri droidi da un’unica nave da battaglia, nessuno potrà fermarci.”
Smetto di citare parti di questa chicca, non voglio rovinarvene la visione.
Un pensiero a chi dovrà tradurla in italiano, buona fortuna. Voglio vedere come se la caveranno con il gioco di parole tra “are too” e “R2” o cosa faranno con la traduzione di “Artoo! Artoo-Detoo, where are you?”, la frase che ha portato alla creazione della trasformazione del nome del droide, per mantenere una rima completamente casuale e senza senso: “C1-P8, stai bene! Non sei rotto!”.
Alla regia di questo episodio troviamo il solito Michael Hegner, che ha diretto The Yoda Chronicles e The New Yoda Chronicles, alla penna invece Michael Price.
Price ha iniziato la sua avventura con Star Wars con l’idea più interessante per il primo Lego Star Wars: The Padawan Menace, il suo copione era stato giudicato il più meritevole ed è stato realizzato. Non c’è da stupirsene, per 236 episodi è stato coproduttore esecutivo dei Simpsons, un po’ di esperienza credo l’abbia accumulata.
Avevo definito The Padawan Menace la cosa più esilarante che avessi mai visto nell’ambito di Star Wars, guardando questo episodio di Droid Tales non ne sono più così sicuro.
Well done, Michael!
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