Il Pilota: Jessica Jones
Jessica Jones è la nuova serie Netflix che promette di farci vivere avventure inquietanti in quel di Hell’s Kitchen e oggi ve ne racconto il pilot. Attenzione: spoiler!
La sigla di Jessica Jones ci fa immergere immediatamente in un mondo fumettoso. Lontano anni luce da Topolino, il mondo di Jessica Jones è sfocato, cupo, in sfumature di viola. Vediamo gente che cammina per strada, spiamo persone dalle finestre. Sì, perché alla fine della sigla scopriamo che lo spaccato del quartiere di New York mostrato nella sigla non è altro che il campo visivo di Jessica, che si guadagna da vivere spiando il prossimo.
Se quando vedete Jessica (Krysten Ritter) avete quella sensazione di “Ma dove ho visto quest’attrice” ve lo dico io, è Chloe in Don’t Trust the B—- in Apartment 23, Lily Champagne in Gravity, tra le altre cose, ma per me resta Gia Goodman di Veronica Mars.
Jessica è un tipo minutino, ma non va sottovalutato. L’uomo che l’ha assunta e se la prende con lei quando questa gli mostra le prove del tradimento della moglie fa un volo fuori dalla porta dell’ufficio del suo studio, attraverso il vetro.
Da subito si vede che la regia è molto particolare, la scena viene ripresa spesso e volentieri da angolature che non ci sogneremmo mai di vedere e, mentre seguiamo Jessica, scopriamo che tra i suoi clienti c’èr Jeryn Hogarth (Carrie-Ann Moss, che ha fatto centomila cose, ma per tutti sarà sempre e comunque Trinity in The Matrix), che dirige uno studio legale. Se c’è un caso che nessuno sa risolvere Jessica è la persona a cui rivolgersi.
Gli autori si premurano di farci sapere che Jessica ha qualche problemino con l’alcol, che il suo appartamento coincide con il suo ufficio e che vive una vita sregolata, quella che probabilmente vivrei anche io se lavorassi da casa. Non ci sono orari, non c’è confine tra vita privata e lavoro. Malcolm (Eka Darville: Diego in The Originals The Vampire Diaries), il vicino un po’ fumato, sembra un po’ una spalla comica, vedremo che ne sarà, pare avere in comune con l’omonimo personaggio del fumetto solo il nome.
L’incarico che le ha dato Jeryn è semplice, deve consegnare un atto a un personaggio pieno di soldi che tenta di eludere la giustizia. Questo sembra un caso messo lì per dare un senso al personaggio di Jeryn (che potrebbe fornire il caso della settimana nei prossimi episodi) e per farci vedere come Jessica sollevi senza problemi l’auto dell’uomo che cerca di darsela a gambe. Sì, siamo nell’universo Marvel e Jessica Jones ha dei poteri, sapevatelo!
Jessica spia a più riprese un omone nel suo appartamento mentre fa sesso con una donna. Pare l’ennesimo incarico volto a scoprire un tradimento, ma il suo sguardo ci dice che così non è. Quando chiude gli occhi l’ambiente perde il suo colore per assumere sfumature violacee e vediamo un volto avvicinarsi al suo: “You want to do it, you know you do”. I fan del Dottore riconosceranno immediatamente la voce di chi pronuncia queste parole, è David “Ten” Tennant. Jessica trasale, apre gli occhi e inizia a recitare nomi di strade: Main Street, Birch street, Higgins Drive, Cobalt Lane… fino a riottenere il controllo di sé.
Quello che parrebbe il caso della settimana ci porta a conoscere i genitori di Hope, una ragazza scomparsa da un mese. Jessica accetta il caso, cercherà di riportare Hope dai genitori.
La sera si trova fuori da un bar, spia dalla finestra, il proprietario la vede e la invita a entrare offrendole da bere. È l’uomo che Jessica sta spiando da giorni. La serata si conclude al piano di sopra, Jessica fa sesso con l’uomo di cui non sappiamo il nome (beh, lo sappiamo, ma nell’episodio pilota non viene detto nemmeno una volta). La mattina dopo Jessica scopre nell’armadietto del bagno la foto della donna con cui l’ha fotografato più volte, si riveste e se ne va.
Seguendo le tracce della carta di credito di Hope, scopre uno schema di spesa che le è familiare. Lingerie, una cena in un ristorante. Oggi ristorante orientale, Il Rosso, era un ristorante italiano. Jessica lo conosce benissimo, è lì che ha cenato con il personaggio che non le dà pace.
Panico.
Jessica vuole lasciare New York ma è al verde. La sua unica chance pare essere Trish Walker (Rachael Taylor: Susie Dunn in Crisis, Jane Van Veen in 666 Park Avenue, Abby Sampson in Charlie’s Angels). Jessica non contatta Trish da mesi, l’ultima volta che ho controllato non era una delle cose da fare per coltivare un’amicizia, infatti Trish è furiosa con Jessica e subito non crede che “lui” sia tornato. Trish conduce uno show radiofonico di successo, non ha problemi a darle i soldi per fuggire, ma tenta di convincerla a salvare Hope. Jessica è, perdonatemi il gioco di parole, l’unica speranza che ha Hope.
Nota: Patsy Walker è il nome di Hellcat, un’eroina Marvel, vedremo che sorprese ci riserverà nella serie il personaggio di Trish.
Il terzo elemento dello schema di spesa è un hotel. Jessica sa dove trovare Hope, alla fine si convince e, entrando nella stanza, finalmente rivela il nome della sua nemesi: “Kilgrave è qui?”.
Salvare Hope (Erin Moriarty) è meno facile del previsto, Kilgrave sa manipolare le persone con la sua voce e Jessica è costretta a portare di peso la ragazza nel suo studio. L’idea è quella di scappare assieme a lei e i genitori, allontanarsi il più possibile dall’uomo che le ha distrutto la vita.
Nel momento in cui Hope entra nell’ascensore con i genitori, prima che Jessica possa fare qualcosa, estrae una pistola e li uccide. L’influsso di Kilgrave non era ancora scomparso, l’uomo sta giocando al gatto col topo con Jessica. Quando questa pensava di essere riuscita a salvare Hope e ad avere la possibilità di fuggire, ecco che le crolla il mondo addosso.
“Una volta scoperta la verità o continui a negare l’evidenza o reagisci”. E nei prossimi 12 episodi vedremo come reagirà Jessica.
Avete visto il pilot di Supergirl? In quasi un’ora non succede praticamente niente, è un episodio completamente votato all’introduzione del personaggio, gli autori la inquadrano perfettamente in modo che gli spettatori possano da subito orientarsi nel suo mondo, Jessica Jones è pensata per un pubblico decisamente diverso. Gli autori fanno la scelta opposta, non raccontano nulla di Jessica, non sappiamo chi sia il suo incubo né chi sia il padrone del bar. Entriamo nella sua vita in un momento quasi casuale e dobbiamo guardarci intorno per capire qualcosa. È chiaro da subito che Jessica Jones, nonostante qualche tratto comico (non fatevi sfuggire i riferimenti a E.R. e Grace Anatomy nell’episodio 1×02), non è una serie leggera. Non va in onda su ABC come Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. e al contempo non è una serie HBOStarz. Non è esagerata, non ci sono scene di sesso o violenza gratuite (Game of Thrones e Spartacus, sto parlando anche con voi), la storia di Jessica sembra realistica, il suo potere, quello di Kilgrave e non solo (spoilers!) sembrano integrarsi perfettamente nell’ambiente, senza risultare esagerati. Insomma, il pilot di Jessica Jones sembra scritto e girato in modo davvero interessante. Quei furboni di Netflix hanno fatto uscire il pilot proprio a un mese dal lancio in Italia, quando a tutti stava scadendo l’abbonamento di prova, credo che Jessica Jones abbia fornito un validissimo motivo per rinnovarlo.
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