Quando è proprio il caso di dirlo: Anteprima de “Sipario!”
Oggi vi parliamo di un gioco italiano, il titolo è Sipario, l’autore è Simone Tansini e il tema è qualcosa che non ci aspetteremmo.Per chi come noi prova un sottile piacere a trovare qualche gemma nascosta, un gioco da tavolo poc’anzi sconosciuto che si rivela essere sorprendente per idee, game play, materiali o altro, Kickstarter è la manna. Nel corso del tempo si è fatto, imitatissimo, collettore di giochi di ogni tipo, spesso di qualità discutibile, ma che hanno un minimo comune denominatore: passione e determinazione. Bisogna stare attenti però a non limitarsi e pensare che queste prerogative siano ormai proprie solo nel crowdfounding. Grazie all’occhio vigile del nostro collega Andrea scopriamo oggi un gioco, vero, fatto e finito, che ha resistito alle sirene dei finanziamenti “facili” e si propone sul mercato grazie a quella passione e determinazione di cui sopra e che sono certamente propri a chi si deve muovere nell’ambiente che il “Sipario!” ci propone.
Il teatro, o più nel dettaglio, la lirica!
Sono da sempre convinto che un gioco possa possa trattare qualunque argomento, e avere quindi anche fini divulgativi, ma non transigo quando tali fini diventano alibi per un gioco mediocre. Solo un bel gioco può essere un bel gioco. Un gioco divulgativo che fa schifo, è solo un gioco che fa schifo. È per questo che inizialmente mi sono avvicinato a “Sipario” con sospetto: ne avevo frainteso la natura; solo raccogliendo informazioni sul gioco, sul suo autore, sulla sua genesi ma, soprattutto, dopo aver letto il regolamento mi sono rasserenato e posso ora dire che abbiamo a che fare con un gioco decisamente degno di attenzione e che voglio provare al più presto.
Il fatto che chi ha confezionato questo prodotto sapesse cosa stava facendo non si evince solo dalla cura con cui è realizzato, né dalla grafica chiara e funzionale e nemmeno dagli artwork accattivanti, ma soprattutto da alcune finezze come il regolamento compatto a corredo di uno esteso a sua volta completo di piccole varianti per giocatori esperti, o la possibilità di decidere a priori la lunghezza, e quindi l’intensità, della partita. Di fatto parliamo di un gioco di gestione della propria mano con elementi di strategia. Ci caleremo nei panni di ambiziosi imprenditori teatrali pronti a portare in scena 3 opere nel miglior modo possibile o a sabotare quelle altrui, se non siamo riusciti a infilarci abbastanza lo zampino per lucrare anche da quelle. Il tutto per raggiungere a fine partita il punteggio di notorietà più alto! Come detto il metodo più efficiente per accumulare tali punti è quello di completare le 3 opere che a inizio partita ci verranno assegnate casualmente.
Inscenare un’opera richiede il minimo di 1 Ruolo principale, 2 Prime parti e 1 Seconda parte, ruoli che possono essere ricoperti da carte “grandi interpreti” e “ugole d’oro”, ma anche carte “debuttanti” e “studenti”, se sapremo usare le carte azione giuste, o pagando un adeguato numero di denari! Come detto però questo è il minimo di ruoli richiesti, chi la mette in scena e dopo di lui i 2 giocatori successivi possono aggiungere eventuali ruoli mancanti richiesti dall’opera stessa per accumulare punti extra! Oppure se i due giocatori dopo sono particolarmente litigiosi, possono scegliere di sabotare lo spettacolo con qualche carta azione lesiva! Ma da dove si pescano tutte queste carte cantante e carte azione?
Per lo più dal mazzo comune dal quale a inizio partita ognuno ne pesca 7, inoltre ogni giocatore ne pescherà una all’inizio di ogni suo turno. In ogni caso la mano minima deve essere di 7, pescando carte extra qualora se ne possiedano di meno, e quella massima di 13, scartando, scoperte, quelle in eccesso; interessante la dinamica che consente ai giocatori di pescare, se vogliono, anche dalle pile degli scarti. Al plurale, perché sono 2: una è composta dalle carte scartate scoperte, l’altra è quella delle carte scartate coperte mediante l’uso di specifiche carte. Quindi anche scartare è una cosa seria!
Dicevamo che inscenare gli spettacoli è il metodo migliore, ma non l’unico per avvicinarci alla vittoria, potremo anche inscenare spettacoli extra che ci daranno (di rado) punti vittoria e (molto più spesso) preziosissimi denari! Qualche esempio? Un recital “easy”, il mitico concerto dei tre tenori, e perché no? l’immancabile concerto di capodanno! Insomma quando un giocatore ha concluso le tre opere per primo, e quindi si conclude la stagione teatrale, si sommano i punti vittoria, chi ne ha di più vince, altrimenti potrete “agganciare” un’altra stagione teatrale (ovvero un’altra partita) e continuare la vostra rincorsa al successo.
L’ambientazione lirica pare azzeccata rendendo l’idea di un ambiente fortemente competitivo, inoltre i riferimenti umoristici sono numerosi e la maggior parte li può cogliere anche un completo ignorante come me, arrivando a fine partita un po’ meno ignorante. Come dicevo nutro la convinzione che questa possa essere la classica “gemma”, il gioco sconosciuto di cui all’inizio, che però è pronto a entrare in scena (e non ho usato quest’espressione a caso) a dire la sua senza risparmiarsi qualche colpo basso (nemmeno questa è a caso) nei confronti di qualche “prima donna” (Oplà, del resto non c’è 2 senza 3!).
La sensazione è di avere a che fare con un gioco strategico-gestionale e in cui diversi fattori possono intervenire e essere sfruttati per giungere alla vittoria, ma uno pare essere davvero imprescindibile ed è, perdonate il francesismo, la “bastardata”, fatta e/o subita!
Spero di poterlo provare presto, anche se non ho capito se potrò farlo a Play 2016 poiché so per certo che il gioco verrà presentato ufficialmente durante un evento correlato alla fiera nel Teatro Pavarotti sabato alle ore 10 (maggiori informazioni), ma non ho informazioni relative alla sua effettiva presenza in manifestazione. In ogni caso, prima o poi, leggerete su queste pagine le nostre considerazioni finali!
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