L’intervista: Luca Bellini, Luca Borsa e i giochi da tavolo Chicco
Chicco si lancia sui giochi da tavolo per i più piccoli, abbiamo parlato con i due game designer che hanno realizzato questa linea: Luca Bellini e Luca Borsa.
Trovate parecchie informazioni sui due Luca su Riverforge Project, in una intervista di Remo Conzadori, che vi invito a leggere. Noi oggi cercheremo di affrontare l’argomento da un altro punto di vista.
Ciao Luca e Luca, benvenuti su Geek.pizza. Volete presentarvi in due righe a testa? (Sì, solo due, so che è arduo!)
Luca Borsa: ingegnere, game desiger papà appassionato di cinema, letteratura anche quella disegnata, arte architettura più viaggiatore che turista curioso per natura.
Luca Bellini : Facciamo qualcosa di diverso: 10 parole importanti nella mia vita: famiglia, amici, colore, divertimento, rispetto, curiosità, precisione, sorriso, clown… gioco!
Parliamo di game design, è un mestiere? Proprio in questi giorni Andrea Angiolino si chiedeva quante persone vivessero di giochi da tavolo in Italia.
Il Game Designer (o Giochista, come proponeva Marco Donadoni) è sicuramente un mestiere. Il fatto che non lo si apprenda in scuole specifiche ma che spesso nasca da un percorso di passione e ricerca personale non lo rende di minor valore: è un mestiere come lo è fare lo scrittore o molti altri lavori che hanno una forte componente artistica e creativa. Il fatto che poi da questo si possa riceverne un ritorno economico che permetta di “vivere” è tutto un altro discorso e non a caso vale la stessa cosa proprio per scrittori, pittori, attori, ecc.
Quindi un giorno Chicco vi chiama e vi chiede di realizzare dei giochi da tavolo, quali erano i paletti che vi hanno imposto e quelli che vi siete imposti da soli?
I paletti sono stati molti in ragione di un target “difficile”: i bambini piccoli hanno competenze limitate per cui restano pochi elementi e dinamiche su cui poter lavorare. Proprio in ragione di questo, le prime fasi dello sviluppo sono state il confronto con l’Osservatorio Chicco e con l’ANPE l’associazione nazionale pedagogisti: alla prova del pubblico e dai commenti di molti “addetti ai lavori” pare proprio che questo processo di sviluppo abbia funzionato e questo ci rende molto orgogliosi. Altro elemento forte delle richieste Chicco è stato quello di avere tutti i giochi su 2 livelli di regolamento ed anche in questo caso sembra che l’obbiettivo sia stato raggiunto con alcuni titoli che addirittura possono far giocare assieme bambini di 3 anni con altri che ne hanno 6 o 7: ci riferiamo in particolare a Balloons e Playroom in cui la dinamica cooperativa è alla base di questo risultato.
Qualche giorno fa la mia fidanzata mi batteva di 2 punti a Zhanguo, gioco What’s Your Game di Stefania Niccolini e Marco Canetta, Red Glove fa uscire una nuova edizione di Pizzeria Italia di Ilenia Nacci, Il Boardgame studio di Gioconomicon a Lucca ha tra i presentatori Costanza Baldi e tant’è Ambra quando dimostra Assalto Imperiale per AsterionAsmodee si deve sentir dire “Ah, ma ci sai giocare davvero?”.
Ci parlate della questione genere nei giochi da tavolo? Possiamo smettere di dire che sono da maschi?
Forse le donne non lo sanno ma sono molto più portate dei maschi per il gioco da tavolo ma forse sono più selettive. Sicuramente girando per manifestazioni tipo Play o Lucca è evidente una maggiore presenza femminile e credo che questo sia frutto, più che di una mutazione nel gentil sesso, di una evoluzione del mondo dei giochi in scatola che negli ultimi anni ha proposto titoli maggiormente seduttivi (Dixit docet) che hanno permesso di superare l’atavica apatia verso i soldi del Monopoly od i carriarmati del Risiko. Facciamo il tifo per l’innalzamento delle “quote rosa” perché sarà fondamentale per una maggiore diffusione del gioco e comunque per una migliore estetica dei tavoli da gioco. E vorremmo vedere Mamma e papà che giocano con i loro figli.
A Remo raccontavate che Chicco voleva svincolarsi dall’etichetta “giochi educativi”, ha persino trovato in Ghenos un partner di distribuzione nel canale giochi da tavolo. Siamo stati abituati sempre a legare Haba al mondo dei giochi per i più piccoli, poi abbiamo Red Glove che è storicamente presente sulla fascia 4+, Playagame quest’anno ha lanciato una linea Kids e ora, appunto, arriva Chicco. Secondo voi cosa sta succedendo?
Negli ultimi anni il gioco da tavolo è stato sempre maggiormente valorizzato anche a livello formativo per la sua capacità di sviluppare ed analizzare processi relazionali e di apprendimento affiancando (o addirittura aggirando) le modalità della didattica più consolidata e tradizionale con un crescente l’interesse di pedagogisti, insegnanti e in generale di chi è a contatto con i più piccoli.
E un buon gioco è educativo di per sé, non è necessario scriverlo.
Grazie mille per essere stati con noi, ora per festeggiare… una pizza, però paga Chicco, ché io son genovese. Che pizza scegliete? (Non pensavate mica di sfuggire alla domanda di rito di Geek.pizza, vero?)
Luca Bellini: pizza bianca ai quattro formaggi
Luca Borsa: Napoli, e non solo in onore del nostro primo editore italiano 😉
Ringraziamo e salutiamo i due Luca, se dovete fare dei regali di Natale a qualche pargolo, potete ringraziarli anche voi per avere allargato il panorama ludico dedicato ai più piccoli.
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