WLOG – Undaunted: North Africa
Il ben congegnato sistema di David Thompson, quell’Undaunted che ha fatto avvicinare molti al wargame, abbandona la boscaglia della Normandia e si incammina nel deserto del Nord Africa. Come se la sarà cavata?
Tanto per mettere subito in chiaro le cose, molto bene. Ma seguendo alcune strade decisamente diverse rispetto al primo titolo della serie.
Come prima cosa, la variazione nella scala: da un gioco a livello di squadra siamo passati ad un vero e proprio “skirmish”, in cui ogni pedina rappresenta un singolo soldato. Ciò ha aumentato la letalità degli scontri, diversificato le missioni, reso ancor più dinamiche e frenetiche le singole missioni. Quelle rappresentate non sono più metodiche azioni di controllo del territorio o di sfondamento, bensì rapide incursioni da parte delle truppe speciali del Long Range Desert Group britannico, alle quali sono chiamati a rispondere i soldati italiani delle formazioni regolari e del ben più variegato Raggruppamento Auto-Sahariano. Aumenta l’asimmetria dunque, con i Britannici ricchi di azioni speciali ma in costante inferiorità numerica contro soldati italiani forse non ben equipaggiati, ma una volta tanto ben determinati e da non prendere alla leggera. Entrano poi in scena i veicoli (camionette di ogni tipo, un carro armato… e perfino un aereo!), mezzi di supporto molto potenti ma anche decisamente fragili.
Ciò che ne consegue è un gioco ancor più coinvolgente e cinematografico, che ci riporta un po’ alle immortali pagine degli Scorpioni del Deserto, lo splendido fumetto di Hugo Pratt dedicato proprio a queste epiche battaglie, la cui memoria spesso si è persa tra le sabbie del deserto.
A WLOG invece proviamo a ricordarle e a riviverle, esaminando le specificità di questa nuova proposta ludica.
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