The Green Player presenta BLUE COLLECTION

The Green Player presenta BLUE COLLECTION

Nostalgia dei videogame arcade degli anni ’80-’90? Arriva la Blue Collection, una trilogia di giochi da tavolo dalla scatola compatta e il sapore rétro degli 8-bit.

Per gli appassionati di videogame nati negli anni 80’ come me, i cabinati delle sale giochi hanno un fascino unico. Io li associo principalmente all’estate, quando i miei mi portavano in spiaggia e passavo la maggior parte del tempo sotto la capannina del bar, a giocare a Metal Slug. Bei tempi.

Little Rocket Games ha in corso un Kickstarter che punta a fare leva sul nostro sentimentalismo nostalgico e su nostri ricordi, da noi custoditi gelosamente. Stiamo parlando della Blue Collection.

Blue Collection – La trilogia in breve

L’idea alla base della Blue Collection è di creare un trittico di titoli dal sapore ricco di bit, in una scatola dalle dimensioni contenute, offrendo un’offerta variegata per diverse possibili serate ludiche. Abbiamo un solitario (One Card Dungeon), un cooperativo per 1-2 giocatori (Cyberdoom Tower) e un gioco da 2-6 giocatori (Insert Coin to Play). Tutti e tre i giochi propongono un ottimo livello profondità, nonostante la durata media molto contenuta (siamo mediamente sui 20-25 minuti di partita), offrendo soprattutto stili di gioco molto differenti tra loro.

Le tre scatole illustrate da Marco Salogni (da Kickstarter)

One Card Dungeon

Partiamo con One Card Dungeon, gioiellino vincitore della prima edizione “1 card PnP design contest”, realizzato da Barny Skinner. A livello di design, questo gioco, è una vera chicca. Sfrutta una singola carta fronte-retro per modellare 12 livelli di un dungeon.

I colori dei dadi differiscono da quelli del gioco finale

Considerando ad esempio il primo livello, posizioneremo in corrispondenza dei due 1 raffigurati sulle mattonelle, due dadi rossi, a rappresentare i due ragni giganti che affronteremo. Noi invece saremo rappresentati usando un dado verde (non poteva mica essere di un altro colore!), posizionato sulla scala in basso. La faccia in alto dei dadi rappresenta i punti vita. L’uso dei dadi bianchi rappresenterà le nostre statistiche base (velocità, forza, difesa e gittata) ed useremo altri 3 dadi neri per influenzare in modalità dinamica le nostre statistiche ad ogni round.

Le regole del gioco

Il gioco si svolge in round appunto, che ci porteranno a sconfiggere i mostri e ad accedere al prossimo livello (salvo dipartita del nostro povero avventuriero). Nel round:

  • Tiriamo 3 dadi e li disponiamo a nostro piacimento per determinare il valore finale di Velocità, Attacco e Difesa (a questi valori si sommano le statistiche base)
  • Possiamo muoverci di un numero di passi massimo pari al valore di velocità. Ogni passo ortogonale costa 2, diagonale
  • Allo stesso tempo possiamo intervallare al movimento un attacco. Possiamo fare un danno ad un mostro per un numero di punti attacco pari alla difesa del mostro. Per farlo, ovviamente, i mostri devono essere raggiungibili entro la nostra gittata
  • Quindi i mostri si muovono con gli stessi principi del giocatore
  • Infine, si sommano gli attacchi dei mostri per i quali rientriamo in gittata. Si divide la somma dei valori di attacco per la nostra difesa (arrotondando per difetto). Subiremo quei danni

Alla sconfitta di tutti i mostri, raggiungeremo il nuovo livello e come bonus potremo o recuperare tutti i punti vita, o aumentare di uno una delle nostre statistiche base.

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Impressioni

Premettendo che non sono particolarmente avvezzo a solitari e giochi con così tanta alea dal profumo american, il gioco mi ha stupito per semplicità ed eleganza di design. Nonostante la componentistica aleatoria, scegliere come assegnare i dadi, decidere soprattutto cosa fare della premialità che otteniamo tra un livello e l’altro, etc. rende incisive le scelte e difficile tentare di raggiungere il dodicesimo livello e battere il gioco. Un gioiello di design. Se vi piacesse l’idea di un dungeon crawler solitario sfidante, potrebbe fare al caso vostro.

Insert Coin to Play

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un boom esponenziale dei roll & write sul mercato. Da questi, più recentemente, sono nati i flip & write. La differenza sostanziale sta nel generare la situazione da gestire nel turno usando un mazzo di carte anziché i dadi.

Il duo Zemilio – Salogni con Insert Coin to Play ci spinge a disegnare figure arcade e a completarle usando i polimini.

Matite Ikea e carte di Magic per i print’n’play sono uno standard de facto #sapevatelo

Le regole del gioco


All’inizio della partita potremo scegliere tra cinque figure quali tre disegnare e prefissare come obiettivi di gioco. Le figure avranno sostanzialmente tre livelli di difficoltà. Quando completate danno punti a fine partita e un bonus one-shot. Una figura più “difficile” occupa più spazio, quindi potenzialmente più turni per completarla, ma in compenso conferirà più punti (in un range 10-20-30) e un bonus più efficace. Una figura più “semplice” viceversa.

Ad ogni turno verrà girata una carta dal mazzo. Ci verrà chiesto di scegliere tra due polimini. Dovremo disegnarne interamente uno all’interno di una delle nostre tre figure, senza varcare i bordi. Se questo non sarà possibile, dovremo perdere un punto vita (ne abbiamo 3 ad inizio partita) e potremo disegnare un quadratino singolo.

Tra le carte ci saranno due carte Game Over. Una carta game over richiederà l’utilizzo di un gettone per continuare a giocare. Saremo esenti da questo se all’estrazione della prima carta avremo già completato la prima figura, mentre per la seconda carta, dovremo aver completato una seconda figura.

Il gioco terminerà quando uno tra i giocatori avrà completato i propri obiettivi o non potrà proseguire il gioco.

Impressioni

Il mercato è abbastanza saturo di roll & write e flip & write. Di certo Insert Coin to Play entra in competizione diretta con molti altri titoli potenzialmente nelle nostre librerie. Perché dovremmo desiderarlo? Sicuramente uno dei suoi punti di forza è la semplicità di gameplay, la buona rigiocabilità ed è molto interessante la componentistica “manuale” che spinge il giocatore a dover disegnare le 3 figure a inizio gioco. Ovviamente, se non vi piace disegnare, potrebbe essere un malus.

Cyberdoom Tower

Cyberdoom Tower, anch’esso del duo Zemilio – Salogni, è sicuramente il gioco più ambizioso della Blue Collection. Vi ricordate i videogame a scorrimento, dove si affrontavano una serie di livelli per poi giungere ad un boss fight finale? Qualcosa di simile a Metroid ad esempio? Ma se vogliamo anche il sopraccitato Metal Slug. Questo titolo vuole essere una fedele riproduzione di quei giochi, restituendo lo stesso feeling sia in solitario che in co-op.

Le regole del gioco

In questo caso fornirò un overview delle regole, visto che il regolamento è più complesso e pieno di sottoregole di quello che ci si aspetterebbe rispetto al trend della trilogia.

Il tabellone di gioco si compone con le carte, che ricreeranno la Cyberdoom Tower in maniera casuale. Ad ogni turno i giocatori avranno a disposizione tre punti azione e potranno effettuare diverse scelte, selezionando una combinazione di azioni tra le diverse disponibili (alcune con un costo, altre gratuite). Il flow del gioco segue il tentativo dei giocatori di addentrarsi orizzontalmente tra i piani, recuperare alcune chiavi (utili al superamento della prima parte del gioco), raccogliere power-up e sopravvivere alle varie sentinelle (che potremo combattere e, tendenzialmente, dovremo prima o poi).

Cyberdoom-Tower-the-blue-collection-the-green-player-detail-sentinel

Una volta recuperate le diverse chiavi necessarie, prima della fine dei 12 round di gioco disponibili, potremo avere accesso al tetto della torre, dove avverrà il boss fight con la temibile IA (due nel gioco base, ma ce ne saranno altre tra gli stretch goal da sbloccare).

Il sistema di combattimento è basato sul lancio di 6 dadi (4 bianchi, due rossi). Dovremo posizionare i dadi in modo tale da soddisfare le richieste (corrispondenza per numero, colore, etc.) e potremo spendere alcuni poteri per modificare i risultati.

Impressioni

Tra i tre titoli del trittico, Cyberdoom Tower è sicuramente quello che ha generato in me sentimenti contrastanti. Il concept è veramente intrigante ma, allo stesso tempo, ho trovato troppo pesante e macchinoso il set di regole. Soprattutto molte le eccezioni da tenere a mente, che spingono il giocatore durante le prime partite a consultare continuamente il regolamento. Probabilmente complice di questo è il regolamento non agevole, che mi aspetto venga rivisto da qui alla stampa. Una volta fatte un paio di partite e chiarito qualche dubbio, il gioco fila ed è divertente. D’altro canto, ho trovato molto intrigante il sistema di combattimento. La manipolazione dei dadi è gestita quasi a richiamare i roll & write e ho apprezzato l’ibridazione di genere. Ah, la difficoltà di gioco cambia se lo si affronta in solitario o con un partner, visto che il numero di turni non scala (saranno sempre 12), al netto del dover cercare una chiava in più/in meno. Insomma, in due il gioco è più semplice e non me lo sarei aspettato.

Concludendo…

Little Rocket Games ha tirato su un bel progetto, ambizioso e ricco di sfaccettature. Sicuramente i nostalgici della belle époque dei cabinati apprezzeranno lo sforzo e il feeling che ogni singolo gioco trasuda. Il progetto ha raggiunto già il found, quindi se siete interessati potreste effettuare il vostro pledge con tranquillità, consapevoli anche dell’interessante iniziativa a corredo della campagna: per ogni 500 bakers, Little Rocket si impegnerà a piantare 50 nuovi alberi grazie alla collaborazione con Ecofactory.

ecofactory kickstarter backer blue collection
Bellissima iniziativa!

Si ringrazia Little Rocket Games per avermi inviato il Print’n’Play in anteprima.

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