Giochi da biblioteca: Il Lupo del Maine
“Questo non è un librogame, è un diario a bivi. Sì. Proprio così. E’ il diario dei miei omicidi, un racconto macabro o interessante a seconda del punto di vista”. No, chi scrive in questo momento non è impazzito, e il libro che ha fra le mani è il diario di un serial killer…
Se con queste mie criptiche parole sono riuscito ad intrigarvi almeno un po’, bene, perché quello di cui sto per parlarvi è un libro, un gioco davvero intrigante… e inquietante… e a tratti anche disturbante. Ma andiamo con ordine.
Il Lupo del Maine è il titolo del primo libro, il primo KillerBook come viene definito, di una serie edita da Little Rocket Games e Tuga Edizioni e che mette il lettore a confronto con un serial killer, o meglio, con il suo diario, in ogni suo libro, ognuno dei quali presenta una storia differente ed è scritto in prima persona, con una narrazione non lineare.
Come “una narrazione non lineare”?
La narrazione delle vicende è non lineare perché ogni libro si presenta come una storia a bivi: si comincia con il paragrafo 1 e poi si opera una scelta, si prende una strada che porta ad un altro paragrafo specifico. E così via fino alla conclusione della storia o “fino a quando non avrai più il coraggio di proseguire”.
Perché ne parliamo su un sito di giochi da tavolo? Ma perché questi libri sono effettivamente giochi: sottili giochi psicologici.
Il divertimento (chiamiamolo così) non si basa sul lancio di dadi, benché ogni scelta non sia priva di conseguenze, né sullo sconfiggere mostri, dato che stiamo guardando attraverso gli occhi di uno di loro: il divertimento sta nel decrittare l’enigma dietro la personalità del serial killer che traspare leggendone il diario.
Durante la narrazione, infatti, il cui reale significato dubito riusciate a cogliere al primo tentativo, ci troveremo a fare scelte che dovranno scaturire dal modus operandi del killer descritto nel libro: dovremo capirne le pulsioni, le motivazioni, comprenderne la storia e immedesimarci in lui (o in lei). Ci sono vari epiloghi possibili, ma soltanto uno svelerà i misteri e il rebus psicologico dietro il protagonista.
Inquietante, subdolo, conturbante
Dico subito che, come specificato in quarta di copertina, la lettura del libro è consigliata ad un pubblico adulto, proprio per il carattere crudo e crudele di quello che vi viene descritto.
Lo stato di eccitazione psicologica di cui necessita un racconto siffatto, è garantito da uno stile narrativo scarno ma efficace, che trasmette in modo sorprendente la lucida follia di una mente fredda e calcolatrice che per qualche motivo concentra tutta se stessa in azioni efferate, giustificate da una sua moralità (o amoralità) perversa.
Gli stati d’animo, le perdite di controllo sotto una superficie apparentemente calma, a volte la totale “disempatia” verso le proprie vittime vengono rese in modo inquietante, che per me è stato anche fastidioso in certi momenti.
Aiutano la narrazione le parti in grassetto, che evidenziano le scelte da compiere, ma soprattutto quelle in corsivo: sono infatti quelle parole a costituire degli indizi importanti non comprensibili che ad una seconda o terza (o quarta) lettura, indispensabili per comprendere il senso di quello che viene descritto nel diario, dei comportamenti del killer, delle sue scelte.
Entrare nella mente dell’assassino è il vero gioco sotteso in questa narrazione, diventarne il profiler, mettere alla prova le proprie doti psichiche. Nonostante infatti il libro non consenta una “immedesimazione” diretta, dato che non vestiamo i panni di un personaggio ma ne leggiamo il diario, è come fossimo anche noi a scrivere quel diario, operando le scelte che si presentano capitolo dopo capitolo.
La nostra non è una immedesimazione “narrativa”, è una immedesimazione psicologica, una sfida davvero terribile ed intrigante.
Mi è piaciuto?
Difficile dare una risposta “lineare” a questa domanda. L’ho trovato originale, coinvolgente, efferato, narrativamente ben concepito, macabro e interessante a seconda di quello cui davo maggior risalto. Non penso sia facile costruire una narrazione così e soprattutto trasmettere un messaggio attraverso le righe come è successo con questo libro. Lo trovo molto efficace se fatto con una certa dose di concentrazione, sospendendo il proprio giudizio morale per immergersi completamente… nel personaggio.
La casa editrice: Little Rocket Games
E’ una casa editrice indipendente italiana di giochi di società che si occupa di ideazione, sviluppo, produzione, localizzazione e distribuzione di giochi da tavolo, giochi di carte e librigame. Nei loro giochi fanno seguire l’ideazione ad una particolare cura dell’aspetto artistico, un lungo periodo di prove e la realizzazione di un prototipo definitivo. Seguono le loro produzioni in ogni loro aspetto, dalla componentistica alla parte distributiva occupandosi non solo dei giochi di loro ideazione ma anche della localizzazione dei migliori titoli del panorama mondiale.
La casa editrice: Tuga Edizioni
Casa editrice indipendente, giovane e dinamica, nata sul finire del 2012, con una spiccata passione per la lusofonia che la porta ad interessarsi soprattutto della letteratura proveniente dai paesi di lingua portoghese. Alla continua ricerca di originalità e qualità, adora le sfide più impegnative e stimolanti. Proprio questa sua natura “intrepida” l’ha portata ad aderire al progetto editoriale proposto da Little Rocket Games incentrato sui librigame, prima con la saga di Child Wood (Il mistero della strega bambina, Il destino del cerbiatto rosso, La collisione della realtà), poi con la serie Killer Book.
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