Giochi Atipici – Karvi
Solca i mari del nord, guida il tuo equipaggio in razzie e commerci, assolda guerrieri sempre più forti e supera i clan avversari. Tutto questo è Karvi. Il nuovo gioco della Hans im Glück, localizzato in Italia da Devir, ci porta nell’epoca Vichinga e anche se, come specificato all’interno del regolamento, non ne è una rappresentazione accurata, caratterizza il gioco in maniera davvero interessante.
Ci troviamo davanti a varie meccaniche: dal posizionamento dadi, all’esplorazione, alla gestione risorse. Tutte ben collegate tra loro.
Partiamo dalla prima cosa che mi ha colpito: come ormai si è capito, sono un’amante degli inserti, anche se, in questo caso, non ci sono degli inserti veri e propri ma delle comode scatoline, con raffigurato il contenuto, in cui è possibile organizzare i vari elementi del gioco (risorse, navi e carte).
La cosa più carina è che le scatoline sono disegnate come delle casse di legno usate in passato per trasportare le merci all’interno delle navi, sono anche questi dettagli che mi fanno apprezzare un gioco da tavolo.
I materiali sono ottimi: le risorse sagomate con quell’effetto metallizzato mi hanno conquistato, le navi da costruire sono davvero carine, bella anche la possibilità di mettere le provviste su di esse, rendendo il viaggio un po’ più realistico. In effetti l’ambientazione c’è ma purtroppo, personalmente, non l’ho percepita neanche durante il viaggio delle navi, o gli scontri con gli altri avversari.
Le illustrazioni sono molto semplici ma curate, alcune icone invece non sono subito intuitive e solo dopo le prime partite sono diventate più chiare.
Il regolamento è uno dei pochi difetti che ho notato, mi ha lasciato parecchi dubbi, l’ho trovato confusionario e non tutte le tessere perfezionamento e le carte sono spiegate chiaramente, rendendo la prima partita davvero lunga.
Infatti la durata inizialmente mi aveva spaventata: secondo i vari siti era segnata sulle quattro ore a partita! In realtà, la prima partita in due è durata tre orette ma solo per i dubbi lasciati dal regolamento.
Dalla seconda partita in poi, la durata in due giocatori si è fermata sulle due orette e una l’abbiamo terminata in un’ora e mezza. Il gioco gira bene in due tenendo una durata contenuta, in tre/quattro il tempo aumenta, ma aumenta anche l’interazione sulla mappa. Quest’ultima infatti in due è indiretta, si possono rubare le posizioni sul tracciato dei dadi (cosa abbastanza cattivella ma ne parleremo in seguito) ma su mappa l’ho percepita poco, mentre in quattro si sente di più.
Ma passiamo al gioco.
La prima partita non mi aveva convinto tantissimo ma, dopo la seconda, mi ha conquistato. Molto probabilmente la prima partita è stata influenzata dal regolamento che mi aveva lasciato dei dubbi ma, avendoli chiariti, in seguito le partite sono diventate davvero apprezzabili.
Partiamo dalla cosa che mi ha colpito ovvero il tracciato delle azioni: tanto per cominciare, i dadi non vengono tirati ma rappresentano i membri della tribù che hanno sete. E infatti, al posto dei classici pallini, troviamo rappresentati su di essi delle birre: più birre ci sono su un dado, più azioni ci si possono compiere. Quando piazziamo un dado sul percorso circolare, infatti, dobbiamo pagare il costo delle birre segnato sull’azione scelta diminuendo di un pari valore il dado, che potrebbe anche scendere a zero.
Passiamo al movimento delle navi: ogni tratta avrà il costo di una provvista (i marinai non potevano navigare senza avere delle provviste) e queste ultime, insieme alle birre, scarseggeranno. Se i nostri avversari occuperanno prima le azioni per traboccare birra o caricare le navi non riusciremo a fare molto nel corso dei round, rendendo così il gioco davvero stretto.
Dovremo studiare ogni singola mossa per riuscire a fare combo e non ritrovarci senza poter agire. Infatti non lo consiglio assolutamente a chi gioca con chi soffre di paralisi d’analisi.
Ogni partita è diversa dalle altre e, in base alle tessere perfezionamento o alle pietre runiche che riceveremo a inizio partita, dovremo scegliere la nostra strategia.
Carine poi le varianti che propone il regolamento: alcune di esse le ho applicate già dalla prima partita ovvero un draft iniziale delle tessere e la possibilità, nella pesca delle carte, di sceglierne una tra due limitando, così, il fattore fortuna. Secondo il regolamento l’aggiunta delle varianti allunga la partita ma personalmente non ho notato questa differenza.
Insomma il gioco c’è! Profondo, strategico ma anche un po’ tattico. Sicuramente non adatto a neofiti, è un gioco per giocatori esperti. Anche le longevità c’è, dopo svariate partite non ne ho mai fatte due uguali.
In conclusione Karvi è davvero un bel gioco, tutto sembra essere mescolato davvero bene. Se vi piacciono i giochi dove dovete calcolare ogni singola azione, dove bisogna stare attenti alle mosse del vostro avversario per non restare fermi e sprecare dei turni, allora è perfetto per voi! Ben strutturato e con molte strategie da applicare la Devir ha fatto centro anche questa volta!
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