Il Collezionista di Prime Partite – Rise
Modena Play è passata ed è il momento di cercare di provare qualcosa di quanto portato come bottino dalla fiera… ma non tutto perché non vorrete togliervi il lusso di aggiungere materiale al polveroso “scaffale della vergogna”.
Si intavola Rise, gioco Cranio che arrivò in pompa magna alla scorsa Play e che è caduto nel dimenticatoio così alla svelta da essere paragonato alla sfavillante carriera delle Lollipop, tanto da essere tra i super sconti di questa edizione.
Lente d’ingrandimento e pipa alla Sherlock Holmes e cerchiamo di scoprire il perché.
Apriamo la scatola e cominciano le sorprese, in quanto non riusciamo esattamente a capire il motivo di una scatola così grossa per il materiale effettivamente presente che non va oltre a qualche plancia in cartoncino (imbarcata), un paio di mazzi di carte e pochi token.
Che servisse per far spazio per future espansioni? Che servisse per contenere Alvin e i Chipmunks in caso di trasbordo illegale oltre confine? Che servisse per gonfiare il prezzo di vendita?
L’indagine prosegue.
In questo gioco siamo i responsabili della crescita di una città sotto tutti i suoi punti di vista, dall’industria alle tasse, dall’istruzione alla borsa, dall’informazione alla gestione dell’inquinamento fino alla felicità della popolazione. Anche la bella illustrazione sulla scatola ci fa pensare di essere davanti ad un gioco, sì economico, ma anche interessato al lato sociale. Ma l’ambientazione viene dimenticata con la velocità con cui Anakin decide di passare al lato oscuro e massacrare dei bambini e ci si trova davanti ad un gioco di tracciati e combo molto asettico, ma non per questo meno elegante.
Abbiamo dieci plance che rappresentano i vari ambiti e dovremo cercare di avanzare in ognuna per ricevere dei bonus che ci daranno monete o avanzamenti in altri tracciati. Per farlo ad ogni turno sceglieremo un’azione tra le 4 disponibili (scelte random dal mazzo ma con costo crescente per l’utilizzo) che potremo fare in versione standard o potenziata pagando delle monete. Più l’azione sarà avanti nel mercato più avremo anche la possibilità di godere dei vari eventi che ogni mese potranno accadere; l’ordine di turno viene ridefinito ogni round partendo da quello che ha fatto l’azione meno costosa. Finito il mazzo di carte, diviso 3 stagioni con effetti via via più potenti, si contano i punti.
Il livello di rigiocabilità sembra alto in quanto le plance hanno due lati e possono essere combinate in tutte le maniere possibili e le carte danno variabilità, ma non facciamoci illudere, quello che faremo sarà sempre la stessa cosa: cercare la combo più succulenta per poter avanzare di più nei vari tracciati.
Le cose da tenere d’occhio sono moltissime, anche perché molti eventi ci faranno aumentare l’inquinamento ed il malcontento popolare che danno punti negativi, per cui bisogna trovare un buon bilanciamento tra bonus e malus come tra la voglia di giocare a Magic e la necessità di portare cibo in tavola.
La nostra partita è stata frenetica inizialmente, con sorpassi e controsorpassi ma, nella sue seconda parte, uno dei giocatori ha fatto uno strappo molto importante sul tracciato dei punti e fino all’ultimo giro sembrava letteralmente imprendibile. La mia strategia di rendere le azioni quasi gratuite e di avere rendite alte sembrava buona per non sentirmi uno straccione… un po’ meno per vincere.
Ma poi una serie di combo mi ha portato in testa al tracciato della felicità dei cittadini (e lì piovono punti) e ho visto che la via dello spettacolo permetteva di convertire monete in punti, per cui ci ho provato con la stessa disperata determinazione che ha Wile E. Coyote.
Risultato finale? Vittoria per un punto e rumore di digrignare di denti in sottofondo.
Alla fine devo dire che il gioco mi è piaciuto, mi ha divertito e sicuramente cercherò di rigiocarlo. E’ adatto sia per partite impegnative che per quelle un po’ più tranquille visto che non è punitivo e da ogni mossa si ricava sempre qualcosa con non poca soddisfazione.
Al prezzo fiera però, non quello originale. Vedete come si impara alla svelta a gestire le finanze di una città?
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