Darwin’s Journey
Oggi sono qui per raccontarvi qualcosa di un titolo uscito nel 2023, molto popolare e molto amato dagli “eurogamers”, e che per tanto tempo ero stata restia a provare: Darwin’s Journey.

Se vi è capitato di leggere qualcuno dei miei articoli, vi sarete fatti un’idea di cosa apprezzo, nei giochi, in termini di materiali, colori, illustrazioni.
Capirete bene, quindi, come mai, avendo visto le prime immagini di Darwin’s Journey, non lo abbia degnato di una seconda occhiata. Troppo… beige. Decisamente troppo beige. Molto sobrio, molto elegante, molto… serio; “non fa per me”, pensavo.
E poi…
E poi, se ne è parlato per tutto il 2023. È stato acclamato come uno dei migliori titoli dell’anno, è stato candidato tra i finalisti di diversi prestigiosi premi, tra cui l’As D’Or e il Goblin Magnifico.
E poi, in tanti mi dicevano che mi sarebbe piaciuto, che era proprio il mio genere.
Continuava a ronzarmi nella testa, finché mi sono decisa a provarlo.
E me ne sono innamorata.

Volendo, però, soddisfare in qualche modo anche le mie esigenze estetiche, non ho resistito alla tentazione di acquistare alcuni componenti deluxe che migliorano molto l’effetto al tavolo e, in particolare, le monete in metallo (una vera ossessione per me, le amo!) e i sigilli di ceralacca in plastica, al posto dei componenti in cartone inclusi nella scatola!
Con questi piccoli ma determinanti upgrades adesso anche l’aspetto complessivo del gioco non mi dispiace.

Panoramica del gioco
Darwin’s Journey è un piazzamento lavoratori nel quale ripercorreremo il viaggio di Darwin alla scoperta delle isole Galapagos.

Nonostante l’impressione iniziale, devo ammettere che le azioni di base risultano abbastanza coerenti con il tema. Esplorare le isole, spostarsi con la nave per raggiungerne di nuove, scrivere in patria per raccontare le proprie scoperte, fare studiare i propri collaboratori per migliorarne le competenze, inviare gli esemplari scoperti al museo, sono azioni abbastanza in linea con il tema.

Le azioni speciali, invece, sono decisamente meno tematiche, ma è un difetto che si può perdonare. Tutto sommato, si tratta sempre di un eurogame.
Una delle particolarità di Darwin’s journey è che le azioni richiedono specializzazioni diverse, che potranno essere acquisite comprando i sigilli di ceralacca all’accademia. L’esplorazione richiede sigilli verdi, la navigazione blu, la corrispondenza gialli e l’accademia rossi.

Questo consente ai giocatori di scegliere come far progredire e distribuire le competenze dei propri lavoratori, in funzione della strategia che decidono di perseguire.
È un aspetto del gioco che ho trovato molto interessante, una delle tante variabili da tenere in considerazione nel poco tempo a disposizione.
Sino ad ora non sono riuscita mai a giocare tanto sulle ceralacche, ma ho visto giocatori che puntavano molto sulla specializzazione dei lavoratori e ho potuto constatare come sia una strategia difficile ma efficace, perché i lavoratori super specializzati (diplomati o laureati) ottengono azioni bonus, preziosissime per acquisire vantaggio sugli altri giocatori.

Le regole del gioco sono abbastanza corpose, ma non esageratamente complesse.
Sicuramente, tuttavia, dopo la spiegazione ci si sente un po’ spiazzati. C’è molto da assimilare, ma il modo migliore per farlo è sicuramente iniziare a giocare. Dopo il primo round tutto sarà chiaro.
Già dopo i primi piazzamenti, ci si rende conto di come sia determinante riuscire ad inanellare il maggior numero di combo possibili con ogni azione, perché i turni a disposizione sono pochi e ogni piazzamento è fondamentale per non restare troppo indietro.
Il gioco dura soltanto 5 round nei quali avremo a disposizione 4 lavoratori, o 5, nel caso in cui fossimo riusciti a sbloccare il quinto lavoratore.

Nel complesso, il gioco risulta piuttosto stretto, si ha sempre la sensazione di non riuscire a fare tutto, anche perchè spesso mancheranno le monete necessarie per condividere gli spazi.
La maggior parte degli spazi azione, infatti, non sono esclusivi, ma richiedono una penalità di piazzamento di due o tre monete se già occupati da un’altra pedina.
La penalità di piazzamento è davvero pesante da gestire, perché i soldi scarseggiano sempre. In due giocatori, poi, risulta ancora più punitiva, perché consta di ben tre monete e ad ogni turno ci si ritroverà a piazzare anche due o tre lavoratori in spazi già occupati (dai propri lavoratori o da quelli altrui), con conseguente necessità di avere molte monete a disposizione.
L’ordine di turno si rivela, quindi, molto importante, per cercare di “risparmiare” almeno sulle azioni iniziali.
Anche le diverse specializzazioni richieste dalle azioni aumentano il senso di difficoltà del gioco, perché spesso ci si troverà a desiderare di ripetere una determinata azione, senza avere il lavoratore dotato dei necessari sigilli. Un po’ aiutano i gettoni conoscenza bonus, ma sono molto difficili da acquisire.
Impressioni sparse: non mi stanca mai
Nonostante il livello di complessità piuttosto elevato per i miei standard, Darwin’s Journey mi ha davvero entusiasmato.
Ho scoperto di apprezzare molto i giochi di “combo”, dove devi riuscire a concatenare tante azioni. E’ una meccanica che mi regala sempre grandi soddisfazioni, quando riesco ad attuarla bene; quando, invece, non ci riesco, ho sempre voglia di giocare un’altra partita per cercare di fare meglio.
Quando ho comprato Darwin’s Journey non volevo giocare più a nient’altro! Volevo cercare di imparare a giocare “bene”, per rifarmi delle cocenti sconfitte subite nelle prime partite contro avversari con maggiore esperienza, ma soprattutto per esplorare tutte le potenzialità del gioco.
Anche adesso, che sono passati un paio di mesi posso dire che non mi stanca mai.
Il set up estremamente variabile (negli obiettivi, nelle azioni speciali, nei bonus corrispondenza) rende ogni partita diversa e occorre imparare a vedere quali sono le combo migliori, quindi si ha sempre l’impressione di trovarsi di fronte a nuove sfide.
Ci sono talmente tante possibilità di inanellare azioni, che occorre fare attenzione a non dimenticare di appilcare i bonus guadagnati.
Una singola azione può scatenare tre o quattro effetti consequenziali, che rendono il turno lungo e complesso (faccio l’azione corrispondenza, che mi fa piazzare due francobolli; così svuoto una pila, che mi fa guadagnare due passi a piedi, che mi consentono di arrivare a piazzare una tenda, che mi fa fare due passi con la nave…), con grande soddisfazione di chi sta giocando e una certa impazienza da parte di chi attende di fare la propria mossa!
La modalità solitario
Il gioco ha anche una modalità solitario molto sfidante, però davvero molto complessa (almeno per me).
L’automa, Alfred, gioca scatenando un sacco di effetti e bisogna badare a non dimenticare nulla. Ci sono quattro diversi livelli di difficoltà, posti sul retro di ciascuna delle plance giocatore.

Ho giocato due o tre partite contro l’automa, al livello più facile, perché volevo assolutamente imparare a dominare meglio il gioco, ma ho trovato l’esperienza troppo faticosa quindi, dopo le prime partite, ci ho rinunciato preferendo di gran lunga giocare contro esseri umani.
Dover prestare tanta attenzione alla gestione dell’automa, mi porta a distrarmi dalla mia personale strategia rendendo meno efficaci le mie azioni.
Ma è un’opinione del tutto personale, che peraltro proviene da una persona non tanto abituata a giocare in solitario, quindi non è detto che per voi sia lo stesso… anzi ho letto in giro che la modalità solitario è molto apprezzata.
In conclusione, posso dirvi che trovo Darwin’s Journey un gioco veramente bellissimo, che merita il grande successo ottenuto.
E mi sento di consigliare a chi, come me, solitamente ama giochi più “colorati” o più leggeri, di dargli una possibilità, di provare a fare qualche partita (una non vi basterà, fidatevi), perché è davvero un gioco che merita, anche se richiede una certa fatica per essere ben padroneggiato.
Potete trovare Darwin’s Journey (attenti, sono le ultime copie!) su MagicMerchant.it.