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Interviste Atipiche – Una chiacchierata con Gaetano Cavallaro

Oggi vi riporto una mia chiacchierata con Gaetano Cavallaro, autore che ho conosciuto a Etna Comics 2024.

L’area inediti dell’Etna Comics quest’anno mi ha davvero stupito, mi ha permesso di scoprire il mondo dietro alla nascita dei giochi da tavolo. Così ho avuto il piacere di incontrare persone come Gaetano Cavallaro, autore di Rebis, gioco contenuto all’interno nella Matchbox collection pubblicata da Thundergryph, che ha risposto con piacere alle nostre domande.

Ciao Gaetano grazie per aver accettato la nostra intervista su Geek.pizza! Ma bando alle ciance andiamo subito al dunque…

Raccontaci un po’ di te, chi è Gaetano? E com’è nata la tua passione per i giochi da tavolo?

Eccomi, sono Gaetano Cavallaro, ho 33 anni e abito sotto il gigante buono, il vulcano Etna. Per anni sono stato un informatico, ma da quest’anno ho cominciato come professore pratico di informatica. Sono dunque un “informatico romantico”, nel senso che i miei interessi non si fermano solo in quest’ambito: sono coinvolto in progetti musicali, di scrittura creativa e nel restante tempo libero ho ripreso a praticare scherma medievale e gestisco un gruppo di balli internazionali. Sin da piccolo, joypad della playstation in mano, sono sempre stato immerso nel mondo dei giochi. A distanza di anni, dopo varie partite a Monopolino con un mio cuginetto, ho ri-cominciato con i giochi di carte del tempo: Pokémon TCG e Magic the gathering. Da lì in poi, una “funesta” discesa verso altre tipologie di giochi come Warhammer Fantasy e Dungeons and Dragons. Incuriosito dalla presenza di una associazione ludica locale, il Mercoludì, mi buttai ad una serata e fu subito amore: cominciai con Carcassonne e non si smisi più. Parallelamente, partecipai alla Global Game Jam come sviluppatore/game designer durante le edizioni catanesi sino a quando, un fortunato anno, rimasto praticamente da solo nel team di sviluppo di videogiochi, partecipai come sviluppatore di giochi da tavolo (il tema era “What Do we do now?”). Una volta che provi le bellezze (e le grandissime frustrazioni) dello sviluppo del gioco da tavolo, difficilmente si torna indietro e dunque ho continuato per anni da singolo autore. Un giugno di parecchi anni fa, in prossimità dell’Etna Comics decido di passare dallo stand dell’associazione ludica a quello dell’Area Inediti Etna Comics, trovando meravigliose persone con le quali condividere questa straziante passione. Il mio motto? “La vita è troppo breve per setuppare Progetto Gaia”.

Sei conosciuto al pubblico per Rebis, uno dei quattro giochi contenuti nella Matchbox collection pubblicata da Thundergryph circa quattro annetti fa. Parlaci di questo progetto, com’è nato?

L’area Inediti Etna Comics (adesso intitolata Area Inediti Massimiliano Cuccia in onore di un nostro amico autore purtroppo di recente scomparso) è un progetto che vive al di fuori della fiera. Cerchiamo sempre di tenere il morale alto e uno di questi modi sono i cosiddetti “cimenti”: delle piccole sfide interne di Game Design. Ogni cimento viene impostato in un modo diverso cercando di variare il più possibile gli spunti creativi. Durante il cimento “Crea un gioco ispirandoti ad una canzone”, in preda al panico da scadenza, comincio ad ascoltare musica di sottofondo su Youtube in cerca di chissà quale ispirazione. L’algoritmo di YouTube mi porta una canzone di Johnny Cash, proprio nel momento in cui avevo in mano un mazzo di “The Game”. E mentre manipolavo il mazzo, ho cominciato a poggiare le carte sul tavolo…e ho intravisto uno schema! Finito il cimento, ho deciso di caricare il prototipo sul software Tabletop Simulator per adescare qualche tester attraverso il gruppo Telegram “tabletop simucose”, (community online di giocatori di TTS) e i playtest risultano subito positivi!

E Tabletop Simulator fu galeotto?

Esatto, durante uno di questi test mi capita di giocare con Pierpaolo Paoletti (adesso, purtroppo, anche caro amico 🙂 ), autore e sviluppatore presso ThunderGryph, il quale mi palesa un interesse verso il prototipo poco prima del fine partita. Fra contratti semi-firmati, case editrici chiuse prima della pubblicazione e contratti di opzione lentamente sfumati credo di aver vissuto l’esperienza tipica di un autore in erba: la vera fortuna è stata partecipare al progetto Matchbox, collaborando così col team aziendale e con gli altri tre autori coinvolti, volgarmente i matchboxers. Questo tipo di confronto ha fruttato molto più dei canonici vantaggi di facciata (ritorno di immagine e/o economico), permettendomi di assorbire importanti concetti professionali. In un mercato sempre più tendente alla saturazione percepire nel CEO Gonzalo Aguirre così tanta passione, dedizione e umanità ti lascia un solco di speranza. 

Quest’anno hai partecipato al contest Speed pitch tenutosi all’Etna Comics, di cui (spoiler) sei stato vincitore, raccontaci dell’evento, come si è svolto? Avevi già partecipato?

Lo Speed Pitch è uno dei tre contest che offre l’Area Inediti Massimiliano Cuccia durante l’Etna Comics:

  • Speed Pitch, racconta il tuo prototipo in 3 minuti
  • Svilupplo, crea un gioco in 50 minuti
  • Working Title, miglior prototipo dell’area

Lo scopo dello Speed Pitch è quello di raccontare in meno di 3 minuti il proprio prototipo, è più una prova tecnica che una vera presentazione del prototipo. Dico questo perché la mattina dello speed pitch ho realizzato che il mio zaino con i prototipi era stato “preso in prestito” da un mio amico americano, ospitato da me qualche giorno prima. In assenza del prototipo fisico mi ero quasi arreso all’idea di non partecipare. Di fronte alla mia assenza dal contest, un amico e autore inedito, Giuseppe Fisichella, mi sprona a partecipare comunque. Dunque gli chiedo di sedersi al tavolo con me, ho preso delle fiches da poker, un mazzo di carte e due meeple e ho impiegato una quindicina di minuti a creare una idea di un eventuale gioco di cui fare il Pitch: creo così “Cavalcatori di Montagne”.

Come dicevo sopra, lo Speed Pitch è una sfida tecnica il cui tema potrebbe essere qualsiasi gioco, persino il mio: un’ idea creata in pochi minuti e subito dopo raccontata alla giuria composta da Rosaria Battiato, Teoh di Recensioni minute e Luca Bonora. Probabilmente il poco grado di affezione verso la recentissima creatura mi ha lasciato la mente libera da condizionamenti e mi ha permesso un atteggiamento più rilassato del solito. Raccontare un gioco in così poco tempo, come poi ha evidenziato la giuria, ti obbliga a sintetizzare i punti salienti: ambientazione, tipologia, target, durata e meccaniche principali del gioco. Un focus va proprio su quest’ultimo punto. Le Meccaniche di gioco, a meno di estrema eleganza di design, spesso accolgono delle eccezioni, ma non bisogna soffermarsi ad esporle tutte. Durante l’esposizione, a meno di casi limite, si tende a preferire un approccio pragmatico e andare subito al punto per evitare confusioni: la giuria, o in generale chi ci ascolta, è pur sempre un elemento attivo durante l’esposizione farà domande del caso per avere un quadro più chiaro e completo (magari proprio in virtù del buco di narrazione che abbiamo lasciato).  Come ulteriormente ci ha consigliato Teo, l’uso del linguaggio tecnico ci aiuta particolarmente a snellire i tempi: del resto “Ogni giocatore ha una mano di carte, ne prende una da aggiungere alla propria mano e poi passa il mazzo al giocatore adiacente” può essere riassunto in un “Draft di carte fra i giocatori”, no?

Il tuo prototipo, alla fine, ha convinto. Nella gara hai avuto solo tre minuti per illustrarlo, e con capacità di sintesi e chiarezza hai convinto la giuria. Qua non hai nessun limite, parlacene, com’è nata l’idea? Di cosa si tratta?

Avevo delle fiche da poker, 2 meeple, un mazzo di carte e fogli bianchi: Cosa farne? Imbottigliato nel tipico traffico catanese, la mia mente mi ha portato verso un particolare gioco della playstation, Crash Bash, una raccolta di mini giochi di cui ne fa parte uno: Pogo-a-Gogo. In questo minigioco della Naughty Dog, i giocatori posizionati sugli angoli di una scacchiera si muovono di casella in casella, colorando la casella che lasciano. Nel muoversi sulla scacchiera lo scopo sarà quello di disegnare il perimetro di rettangoli quanto più grandi possibile che, una volta chiusi, forniranno punteggio proporzionale all’estensione dell’area disegnata… stando attenti agli avversari vicini che possono invadere la propria traccia. L’ergonomia è un aspetto che metto sempre in cima alla lista, dunque ho subito testato con mano se una pila di fiches da poker potesse rappresentare bene il concetto di colorazione della scacchiera: l’esito positivo mi ha portato al passo successivo, come muoversi? Ho disegnato 3 slot azione (1 passo, 2 passi e 3 passi) e ho provato a incastrare il tutto usando il mazzo di carte a disposizione. I giocatori, con una mano di carte da 1 a 10, possono effettuare una delle tre azioni giocando sotto il rispettivo slot una carta più alta di quella già presente o qualsiasi qualora non ce sia alcuna. Una volta giocato il 10, si potrà rispondere solo con una coppia di carte la cui somma supera il 10, mettendo in cima la carta più bassa e resettando la pila. Per bilanciare il vantaggio dei passi e creare scelte di gioco ho deciso di affidare dei punteggi bonus di fine partita basati sulla maggioranza di carte giocate in quello slot (1 passo => 10punti, 2 passi=> 5 punti, 3 passi => 1 punto). 
Il punteggio derivante dalla chiusura dei rettangoli è stato solo abbozzato: un punto per il lato più lungo disponibile + 1 punto per ogni fiche di altri giocatori coperta dal proprio rettangolo. Per l’ambientazione mi sono ispirato sia a film Dune che ad un personaggio di League of Legends: Taliyah la tessitrice di pietre. Mi sono perso un attimo ad immaginare dei cavalca montagne che disegnano confini per il proprio popolo e…. Driin! Ha inizio lo Speed Pitch!   

Ti aspettavi la vittoria?

Visti i presupposti, posso tranquillamente dire che non mi aspettavo proprio nulla. Già al momento delle menzioni d’onore dei primi tre l’idea di sentire il mio nome non mi sfiorava minimamente … ma addirittura vincere! Nei giorni successivi c’è stata una grande ilarità nei confronti del mio prototipo improvvisato: “Ha fatto il Riciclone e ha vinto lo Speed Pitch”, come ha detto Rosa Linda Romano, anch’essa autrice dell’area. Scherzi a parte, i contest dell’area sono dei momenti dove ci si mette in gioco per lavorare tutti insieme e fornirci feedback a vicenda. Sembrerà banale ma lo dico con convinzione: partecipare è già vincere. Vi assicuro che una volta arrivati a casa, trovare lo spazio per il premio che Etna Comics gentilmente ci mette a disposizione, una Targa intestata, diventa un gioco nel gioco: una specie piazzamento tessere fra le librerie piene di giochi e prototipi.

Per concludere, la vittoria si festeggia con una bella pizza, quale ordini?

Vista l’ipotetica digestione digitale, vada a mani basse per la Diavola più Patatine: Base Margherita, salame piccante, olive, cipolla e patatine!

Una pizza che spero di offrirgli personalmente, visto che a lui vanno i miei più sentiti ringraziamenti per avermi supportato nella scrittura degli articoli sull’Etna Comics. Un bravissimo autore e una grande persona a cui auguro una lunga strada nel mondo dei giochi da tavolo.

Se, dopo questa scorpacciata di prototipi, cercate un gioco fatto e finito, vi consiglio MagicMerchant.it