Com’è stata Play 2025? La parola alle case editrici
All’indomani di Play 2025 abbiamo posto 10 domande alle case editrici su come fosse andata Play… ecco i risultati del sondaggio.
Play 2025 per me è stata dedicata completamente alle chiacchiere, ho giocato solamente a giochi adatti a Giorgio (5.5 anni), che mi ha accompagnato a Bologna e sfoggiato orgogliosamente la mini maglietta di Geek.pizza. Parlando con chi Play l’ha vissuta “dall’altra parte”, ho raccolto impressioni a caldo, ma mi interessava fare un resoconto più a freddo.
Dovrei avere contattato tutte le case che hanno partecipato a Verso Play 2025, ho aspettato qualche giorno, ed eccomi qui con i risultati del sondaggio, a cui era possibile rispondere in maniera anonima. Le risposte potevano spaziare da 1 (pessimo) a 5 (ottimo), ecco la media dei risultati
Quesito 1
Com’è stata Play 2025 dal punto di vista logistico (montare\smontare\ecc.)?


Quesito 2
Com’è stata Play 2025 dal punto di vista del posizionamento nei padiglioni?


Quesito 3
Com’è stata Play 2025 dal punto di vista delle vendite?


Quesito 4
Com’è stata Play 2025 dal punto di vista della vivibilità?


Quesito 5
Com’è stata Play 2025 dal punto di vista delle demo?


Quesito 6
Com’è stata Play 2025 dal punto di vista dei costi?


Quesito 7
Com’è stata Play 2025 dal punto dei servizi (bagni\ristoro)?


E veniamo alle domande più aperte.
Quesito 8. Quali sono state la cosa che ha funzionato meglio e quella che ha funzionato peggio?

Qui non possiamo limitarci a un numero, ho chiesto a Microsoft 365 Copilot di farmi un riassunto e poi ci ho rimesso un po’ mano io.
Partiamo dalle cose positive.
- Spazi ampi: spazi ampi e ben organizzati, che hanno permesso una buona vivibilità complessiva.
- Divisione dei padiglioni: La suddivisione dei padiglioni per giochi da tavolo, di carte e di ruolo.
- Servizi igienici: I bagni hanno ricevuto numerosi plausi ma anche alcune rimostranze sulla segnaletica per raggiungerli.
- Pubblico variegato: composto sia da appassionati che da persone che visitavano Play per la prima volta.
- Struttura accessibile: ben posizionata e facilmente raggiungibile. Se cercate rimostranze sul costo del parcheggio (giornaliero: 15€), qui non le troverete: ricordate che le domande sono state poste agli editori e non alle persone in visita.
E veniamo a quelle negative
- Segnaletica molto confusa: orientarsi tra i padiglioni è stato molto difficile.
- Distanze tra padiglioni: le lunghe distanze e le difficoltà di collegamento tra i padiglioni hanno creato disagi.
- Utilizzo degli spazi: nonostante gli spazi ampi, l’utilizzo e la suddivisione dei padiglioni non sono stati ottimali, rendendo la fiera dispersiva.
- Servizi logistici: I servizi logistici erano tutti a pagamento e difficili da utilizzare, con montacarichi e scale mobili non sempre funzionanti. Allestire e smontare l’area non è stato agevole anche a causa delle regole diverse di Bologna Fiere rispetto a quelle di Modena Fiere.
- Ristorazione: Il ristorante convenzionato era difficile da raggiungere e i prezzi degli stand sono stati considerati proibitivi.
- Assenza di responsabili: I responsabili della fiera erano difficili da trovare, lasciando gli espositori a interagire solo con il personale di sicurezza, che spesso non aveva le informazioni necessarie.
Un fatto interessante è che l’aumento dei nuovi visitatori non è stato percepito da tutte le case editrici, anzi, una in particolare ha proprio sottolineato l’opposto. Il Padiglione 19 era un mondo a parte, completamente slegato dal resto della fiera, c’erano categorizzate in giallo (Family Games, secondo la legenda) anche le aree di realtà geek\nerd storicamente legate a Play ma che hanno poco e nulla a che vedere con i giochi da tavolo e lo dico con il massimo rispetto e affetto verso persone super appassionate con cui in passato ho condiviso esperienze indimenticabili (vi voglio bene e lo sapete).
9. Qual è stato il commento più interessante raccolto in fiera (da persone non addette ai lavori)?

Qui la domanda è stata interpretata in maniera variegata, ma non è servito Copilot per capire qual era il fil rouge.
Le persone hanno lodato gli spazi vivibili e hanno valutato negativamente mappe, segnaletica, difficoltà a orientarsi. Questo ha avuto un impatto negativo anche sulla possibilità di partecipare a eventi che, vale la pena ricordarlo, dovrebbero rappresentare un punto di forza della fiera, un qualcosa di speciale per cui vale la pena fare ore di macchina, pagare un biglietto di ingresso e uno per parcheggiare. Non indugio ulteriormente su questo aspetto perché ci torniamo tra un istante.
10. Quante volte vi siete persi?

Qui le possibilità erano:
- Mai, mi chiamano “Tom Tom”
- Solo il primo giorno
- Ho ancora dei dubbi adesso sulla posizione dei padiglioni
- Sto rispondendo da Bologna Fiere, aiuto!
Abbiamo avuto una sola risposta da “Tom Tom” e una scritta da Bologna Fiere che, certo, hanno il sapore dello scherzo, ma bisogna tenere conto del pareggio tra “Solo il primo giorno” e “Ho ancora dei dubbi adesso”. Senz’altro passare da un ambiente che conoscevamo a menadito a Bologna Fiere non è stato indolore. Io sono riuscito ad arrivare a un’uscita con una transenna, non chiedetemi dove, per poi tornare sui miei passi e vagare perplesso. Poi magari è l’inesperienza, come la prima volta che giochi a Thurn Und Taxis, ma sicuramente è uno dei punti più importanti da rivedere.
Chiudo spezzando una lancia in favore dello staff di Play. L’impresa era titanica. Se per noi che andiamo a Play da 10+ anni entrare, trovare l’ufficio della segreteria sulla sinistra (chi si ricorda l’anno in cui c’era l’ufficio della sfortunata rivista Il Gioco?), fare qualche altro passo avanti, entrare da Pendragon (anzi, tra Pendragon e Red Glove, fino a qualche anno fa), prendere un caffè al bar e fare la pipì era quasi un automatismo, provate a immaginare cosa dev’essere stato per chi deve assicurarsi che tutto fili liscio e che deve rapportarsi col personale della fiera, imparare nuovi percorsi veloci, riferimenti, procedure… decisamente non una passeggiata.
Mi piacerebbe che questo articolo andasse oltre le 10 domande e fosse l’inizio di un qualcosa che aiuta ad avvicinare tutte le entità che rendono Play… Play. Chi la organizza, chi ne popola gli stand e chi la visita.
Ne riparliamo a breve.
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