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Il Collezionista di Prime Partite – ASILO EDITION

Oggi vi parlo di un’esperienza un po’ diversa: una serata all’asilo dei miei figli in cui pensavo di assistere ad un seminario sull’importanza del gioco in età prescolare ed invece è diventato un evento divertente e particolare, come al solito senza farmi amici ma solo nuove nemesi ludiche.

Quest’anno il tema all’asilo è “Giocare è una cosa seria” ed io mi sono accollato questo insegnamento cercando di farli giocare il più possibile. Si, sicuramente perché sono un padre modello. E solo in seconda battuta per crescere giocatori in erba che in futuro costringerò a sedersi al tavolo tutte le sere. Ma soprattutto il buon padre. Credo.

Quando arriva il messaggio dell’evento “Che i giochi abbiano inizio” sono pieno di entusiasmo perchè in questo periodo sto anche studiando libri su meccaniche e game design e ho sempre ritenuto che il valore istruttivo e pedagogico del gioco sia fondamentale, per cui si salta la serata dell’associazione per poter partecipare. Ma cosa mi aspettavo? Un seminario su come i giochi da tavolo possono sostenere e migliorare le funzioni esecutive, la memoria di lavoro, l’attenzione e le capacità di socializzazione. Interessante? Sicuro! Ma non proprio il carnevale di Rio ecco…

Invece le maestre hanno avuto l’idea migliore possibile! Perché spiegare quando si può mostrare? Ed ecco iniziare una delle serate gioco più inaspettate e sorprendenti di sempre che cercherò di raccontarvi qui di seguito.

Cookie Box

Ci sediamo al tavolo con una coppia di genitori che conosciamo solo di vista, ma non appena spiegato il regolamento sembra già di essere amici da tempo. Cookie Box già lo conosco perchè ci gioco con i nipoti, si hanno delle fiches double face e bisogna nel minor tempo possibile ricostruire la scatola di cioccolatini nell’immagine. Come in tutti i giochi di velocità l’agitazione al tavolo è reale e quel maledetto campanello da hall di albergo in mezzo al tavolo non aiuta! L’esperienza mi permette di vincere tutte le partite (vedete come sono educativo parlando solo di chi vince?) e mentre il padre dell’altra coppia si chiede se effettivamente le funzioni esecutive le ha mai avute, la madre comincia a guardarmi con occhi di bragia… La sfida è appena cominciata!

Grabolo Junior

Si tirano due dadi, uno indica l’animale, l’altro il colore; il più veloce a prendere il pezzo fa punto. Tutto molto bello non fosse che il regolamento si dimentica che le combinazioni, più si prendono pezzi, più diventano difficili da ottenere e gli ultimi cinque minuti sono solo tiri di dadi a vuoto. “Regolamento brutto” sentenzia la mia compagna, lapidaria. E lei su queste cose non ci sbaglia mai. Near and Far è ancora in un angolo a piangere. Se al tutto aggiungete che i dadi si lanciano dopo averli shakerati in un bussolotto di latta dal rumore agghiacciante il quadretto è completo. Ma vinco ancora. Come vedere sono sempre più istruttivo. Come non potete vedere, gli occhi della madre sono sempre più iniettati di sangue.

Fantablitz

Ed ecco il più interessante della serata! Ci sono cinque pezzi, si gira una carta che ha due forme e due colori, bisogna prendere il pezzo che non è rappresentato. A meno che sulla carta non ci sia un elemento uguale per forma e colore ad uno dei pezzi, in questo caso bisogna prendere quello. Se si sbaglia, si dà un punto a chi indovina. E’ un maledetto gioco al massacro Johnny, un maledetto gioco al massacro…

La tensione si è fatta palpabile, ad ogni carta girata si sente il rumore degli ingranaggi che ruotano nei cervelli, le mani sudate che si allungano per prendere i pezzi ma esitano all’ultimo secondo, come se da quella presa dipendesse la vita. Vinco ancora grazie ad una fortunata serie finale, ma comincio a sentirmi sotto tiro come un piattello al poligono. Maledizione, perché quando distribuivano la capacità di piacere agli altri ero in coda per la competitività?

Dobble

Se penso a Jurassic Park non so se mi sento più la mucca nel recinto dei Velociraptor o la capretta in quello del T-Rex. Ma sento che farò la stessa fine. Nulla posso contro il colpo d’occhio di quella che mi ha preso come nemico dichiarato ed il cui obiettivo è diventato annichilirmi. E ci riesce, eccome se ci riesce… Provo a combattere contro le onde avverse, ma affogo tra i flutti. E non solo una volta! Viene organizzato anche un uno contro uno tra me ed il mio nuovo Luthor (ma visti i capelli probabilmente sono io il buon Lex tra i due), una singolar tenzone che finisce nel vedermi ancora rotolare nella polvere. Maledizione, perchè quando distribuivano la capacità di piacere agli altri ero in coda per la drammaticità?

Ho una fame che

In questo gioco di memoria si gira una carte e si dichiara “Ho una fame che mangerei…” e si enuncia l’animale. Ogni turno bisogna aggiungere una carta e ricordare tutta la catena, il primo che sbaglia si prende tutte le carte e vince chi ne ha meno. Molto divertente che per alcuni animali ci sia da fare il verso. Molto divertente anche il fatto che ho capito chi è il padre di That’s not a Hat.

Qui il gruppo di gioco è cambiato. Lo so che state pensando che l’ho fatto solo perchè ho perso a Dobble! Ma è solo perchè è educativo anche mischiare i giocatori per ricevere un maggior numero di stimoli. Malfidenti! L’ora comincia a farsi tarda ed i cervelli cominciano a fondersi e ad uscire dalle orecchie. Colpo di grazia quando mia figlia arriva al tavolo assonnata e durante l’elenco aggiungiamo anche lei mandando in confusione totale tutto il tavolo. Brava amore mio, aiuta papà che ha la memoria di un frullatore <3

Ci aggiungo anche C’era un pirata che non siamo riusciti a giocare perchè i bambini si muovevano tipo Zombicide vista l’ora tarda, ma aveva l’aria di essere molto carino.

Si conclude così una serata divertentissima e che ricorderò per molto tempo. Faccio i complimenti al personale dell’asilo per l’idea e per la preparazione, all’altezza della Play. E’ bello vedere qualcuno che si impegna per dare al gioco l’importanza che si merita nelle nostre vite, sia per la crescita che per la socialità. Non so voi, ma a me a volte ancora capita gente che mi dice “Alla tua età passi il tempo a giocare?”.

Giocare educa, insegna, svaga, stimola, diverte, impegna, avvicina, sfida, soddisfa.

Spero di non smettere mai di giocare. Spero di insegnare ai miei figli a non smettere mai. E spero che, grazie a questo, almeno loro imparino ad essere nella coda giusta per ricevere quello che li aiuterà nella vita.

Appassionato come un Asso di Cuori, Romantico come un Asso di Fiori, Spigoloso come un Asso di Quadri, Ma chissà perchè, alla fine sempre Due di Picche. REMEMBER IT