Lo spacciagiochi: Gloom
Erano anni che io e Federica volevamo giocare a Gloom, quando finalmente è uscito in italiano, non ci siamo fatti sfuggire l’occasione.
Siccome cerco sempre di avere giochi che possano giocare anche i nostri amici che non parlano bene l’inglese, tendo a non acquistarli in altre lingue, salvo rari casi, Gloom è molto dipendente dalla lingua, pertanto questo gioco non era mai entrato in casa nostra, finché Uplay.it edizioni non l’ha pubblicato in Italia, con mio grande gaudio.
Gloom è un gioco di Keith Baker per 2-4 (questo riporta la scritta sulla scatola, ma in realtà si gioca anche 5) narratori con il gusto del comico a tinte macabre della durata di un’oretta.
Nella scatola
Un pacco di carte a fondo trasparente, sì avete letto bene. Se da una parte è l’incubo degli amanti del #giocaProtetto, che usano bustine protettive per tutte le carte, dall’altra consente una cosa bellissima, che è la sovrapposizione delle carte, ma ne parleremo tra poco.
Le carte sono divise in: 20 carte Personaggio, 2 Riassunto, 57 Influsso, 11 Evento e 10 Morte Prematura.
La scatola è di metallo. Quelli di Uplay.it lo fanno spesso questo scherzo, seducono i giocatori con queste scatole di latta. Mi è capitato con l’Isola proibita, poi con Machi Koro e, come dicono in alcuni quartieri di Bangor (Galles): There is no 2 withouth 3. Un’espressione che potremmo tradurre approssimativamente in italiano con “L’appetito vien mangiando”.
Il setup
Preparare la partita richiede pochi istanti, ogni giocatore sceglie una famiglia e dispone le relative 5 carte davanti a sé. Questi sono i componenti della vostra famiglia, dovrete averne la minima cura. Riponete le altre carte personaggio nella scatola, mescolate le rimanenti formando il mazzo. Ogni giocatore pesca 5 carte e siamo pronti a partire. Inizia il giocatore che ha avuto la giornata peggiore, questo dovrebbe già darvi un’idea del tono del gioco.
Se si gioca in 4-5 i giocatori scartano un familiare, il quinto giocatore userà queste quattro carte per costituire la sua famiglia.
La partita
Durante il proprio turno è possibile svolgere 2 azioni (anche uguali, salvo Morte Prematura), dopodiché si ripristina la propria mano (5 carte, salvo modificatori). Le azioni sono date dalle carte, che sono di diverse tipologie.
Evento: si seguono le indicazioni sulla carta e si scarta.
Influsso: si gioca la carta sopra uno dei personaggi, propri o altrui. Quando dico “sopra” intendo proprio sopra, perché, sfruttando il fatto che solo parte della carta non è trasparente, la sovrapposizione delle carte consente di sostituire parte del contenuto delle carte sottostanti e vale solo ciò che è visibile. La cosa particolare è che giocherete sopra i personaggi degli avversari carte positive e sui vostri le carte con gli eventi più negativi possibili, cercando di portare il valore dell’autostima sempre più basso, fino alla…
Morte prematura: questa carta può essere giocata solo come prima azione del proprio turno e solo su un personaggio (non necessariamente vostro) che ha un punteggio di autostima inferiore a zero.
È possibile anche scartare l’intera mano o passare, non capiterà spesso ma potrebbe succedere.
Piuttosto banale finora, no? E dov’è il bello di Gloom? Il bello di Gloom è che ogni carta va narrata.
Nel cercare di sovrapporre i cerchietti con i punti in modo da rendere la vita un inferno ai propri personaggi e paradisiaca a quelli degli avversari, dovrete inventarvi storie che giustifichino il titolo della carta.
La partita finisce nel momento in cui un giocatore non ha più personaggi in vita dinnanzi a sé.
Nota: mi è stato fatto osservare che non è strettamente necessario narrare le carte che si giocano, ed è vero. La mia obiezione è che allora è meglio giocare a un altro gioco, perché il divertimento di Gloom sta nelle storie strampalate e strappalacrime che ci si inventa.
La storia
La professoressa Elena Slogar è l’eccentrica scienziata della famiglia rossa.
Ad Elena piacciono il giardinaggio, le lunghe camminate al chiaro di luna e rianimare i morti.
Nel mio turno giocherò la carta “Fu rovinato dal rum”, ecco quindi che…
Elena si chiudeva nelle segrete sotto la scuola dove insegnava al fine di replicare gli esperimenti di un professore d’oltreoceano, Franken-qualcosa, si chiamava. Per far questo assoldava personaggi della malavita locale perché rubassero cadaveri dal cimitero locale. Un gioco da ragazzi per questi loschi figuri capaci di qualsiasi nefandezza, non era nemmeno necessario pagarli molto.
Il problema era il tanfo dei morti. Elena per contrastare quell’odore nauseabondo che si levava dai cadaveri ormai in fase di decomposizione, si diede all’alcol. “L’alcol aiuta sempre.” Lo diceva sempre quella signora delle pulizie, ma Elena non aveva mai capito esattamente cosa intendesse, poi c’era tutta quell’altra questione del malinteso riguardante il gioco della bottiglia, del quale non aveva ben capito le regole, e fu così che fu rovinata dal rum.
Il valore del personaggio è ora di -25, ben fatto! Non potremo pescare carte questo turno, ma poco importa.
Nel turno di un avversario, però, accade un evento che ci mette i bastoni fra le ruote. Ecco cosa racconta l’avversario.
Una vera tragedia quella dell’alcolismo. Ma, come ci insegna Arwen, la Stella del Vespro, “C’è ancora speranza“. E fu davvero così, perché durante uno degli incontri del gruppo di autoaiuto, Elena conobbe un tale Walter Vescovo, uno scienziato che faceva uso di sostanze allucinogenere e mangiava liquirizia rossa. I due si ritrovavano per mungere Gene, la vacca, e fu proprio così che sbocciò l’amore ed Elena ebbe un sontuoso matrimonio.
Tutto il nostro lavoro è stato vanificato da un matrimonio, il limite di mano è aumentato di una carta, ma è una magra consolazione.
Insomma, tutto da rifare, meno male che…
Nonostante il matrimonio, la passione per gli esperimenti sui morti non conobbe fine. Elena, accompagnata da “Capo”, un corpulento figuro di dubbia moralità, soleva aggirarsi per i cimiteri al fine di violare tombe. Fu proprio in una di queste occasioni che si trovò dinnanzi al feretro di una signora che era finita sui giornali. Pare che avesse sparato con due pistole sulla folla dall’alto di un balcone. La particolarità è che era abbigliata con un sontuoso abito da sposa. La donna finì poi per rivolgere verso di sé (o il pavimento?) una delle armi e togliersi la vita. Le condizioni del cadavere non erano tali da rivestire una qualche utilità per Elena, che si limitò a sottrarle un orologio che i parenti avevano voluto metterle in tasca. “Tanto non le servirà più!”, mormorò Elena, e così derubò un cadavere.
Fate attenzione all’icona con i soldi in basso a destra, ci tornerà utile a breve.
Non resta quindi che attendere il prossimo turno, perché la carta Morte Prematura può essere giocata soltanto come prima azione (ora che la vedo forse aver dato l’effetto cupo all’immagine è stata un’idea del cavolo, ma ormai è andata così).
Capo non era solo un losco figuro senza cervello. Raccontava sempre di quando tutta la sala macchine della nave su cui prestava servizio dipendesse da lui. Lui e la moglie Callandra erano in realtà scienziati. Alla morte di lei, Capo aveva costruito una macchina in grado di scambiare le anime di due esseri viventi, ma voleva appropriarsi degli studi della professoressa per riportare in vita i morti, le regalò quindi una bottiglia di rum d’annata (MacCutcheon, una marca per veri intenditori, ormai andata perduta, all’interno in realtà c’era del rum del NeuroSpin). La mattina dopo la trovarono riversa al suolo, in fondo alle scale, priva di vita. Qualcuno pensò al signor Plum, col candelabro… ma l’odore di rum fece scartare subito l’ipotesi omicidio, nessuno scoprì mai che Elena Slogar fu spinta dalle scale.
Alla fine del gioco questo personaggio varrà -40 punti. 30 sono dati dai tondi rossi a sinistra, altri 10 dal bonus indicato nell’area inferiore della carta, in virtù dell’icona denaro visibile in basso a destra.
Conclusioni
Gloom è un gioco semplice, forse anche banale come meccaniche, certo, ma giocato con la compagnia giusta è davvero divertente. Non tutti amano i giochi narrativi, questo restringe un po’ la platea dei possibili compagni di gioco e lo stesso fa il tema molto particolare, non stupitevi quindi se talvolta avrete una reazione non del tutto entusiasta quando proporrete una partita a Gloom, è capitato anche a me. La tecnica che ho utilizzato io è quella di essere sempre il primo giocatore e dare il tono alla partita, gli altri probabilmente vi seguiranno a ruota.
Una piccola osservazione, cinque personaggi possono essere un po’ troppi, io suggerirei di giocare con quattro per ridurre un po’ i tempi della partita.
Se pensate che il numero di carte influisca pesantemente sulla longevità, vi posso tranquillizzare. Innanzi tutto differenti giocatori racconteranno cose completamente diverse per giocare la stessa carta, inoltre sono già disponibili ben quattro espansioni, non vi stancherete tanto facilmente.
Potete portarvi a casa Gloom per meno di 25€ su Magic Merchant, se volete fare un regalo molto particolare per Natale, eccovi un’idea.
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