Verso Lucca Comics & Games: Devir
“Ho bisogno che ogni giorno succeda qualcosa di nuovo, per sentire che la mia vita va avanti.” recitava il protagonista de “L’ultimo bacio”. E noi teniamo il passo con la presentazione delle novità di Lucca Comics and Games di questanno. Now on stage, Devir.
E se vi siete persi qualche puntata (questa è la quattordicesima), [qui] c’è il link per rimanere sempre aggiornati e informati.
Hadara
Giocatori 2 – 5 | Età 10+ | Durata 60′ | Autore Benjamin Schwer | Artworks Dominik Mayer
Hadara è un gioco di civilizzazione che ti trasporta nel mondo delle culture e dei paesi della storia. In tre epoche, i giocatori sperimentano la trasformazione del mondo a partire da un piccolo insediamento preistorico fino ad una sofisticata e complessa società. Per poter primeggiare, dovranno scegliere abilmente gli alleati e i collaboratori e valutare bene quali costruzioni portare a compimento. Ma non dovranno trascurare nemmeno l’agricoltura, la cultura e il potere militare, perché gli avversari potrebbero approfittarsi di ogni debolezza. Un gioco di costruzione di civiltà, quindi, con un innovativo sistema di scelta delle carte, che consente ai giocatori di selezionare strategicamente gli alleati e sviluppare nuove tecnologie per potenziare la propria forza, cultura e prestigio mentre sviluppano la loro civiltà attraverso le epoche della storia umana. In Hadara i giocatori affronteranno il passaggio attraverso tre epoche storiche (e qui ho un dejà vu… 🙂 ) ed avrà sia una componente casuale sia una strategica. Mentre sarà il fato, attraverso un quadrante, a decidere quali carte si potranno pescare e quindi quale componente della civiltà sviluppare, spetterà ai giocatori decidere quali carte tenere e quali scartare, quali alleanze stringere e come ostacolare i propri avversari.
Personalmente, sono un appassionato di storia antica e mi ha sempre affascinato il modo in cui i popoli si sono sviluppati e hanno interagito, anche violentemente, fra di loro. Hadara presenta un interessante mix di strategia diretta (costruzione) e indiretta (alleanza) con un pizzico di gestione delle probabilità (un quadrante) che costringe a modificare il proprio punto di vista durante il gioco. Decisamente interessante.
Paris – La cité de la lumière
Giocatori 2 | Età 8+ | Durata 30′ | Autore Jose Antonio Abascal Acebo | Artworks Oriol Hernández
Paris – La cité de la lumiére è un gioco da tavolo per 2 giocatori di José Antonio Abascal intriso dal gusto estetico tipicamente parigino dall’artista del gioco da tavolo Oriol Hernández. Il gioco è ambientato alla fine del XIX secolo a Parigi, precisamente durante la celebre Exposition Universelle del 1889 (sì, la stessa della Tour Eiffel, il monumento più devastato nei film catastrofici americani, che gli dedicano immancabilmente un cameo di distruzione… vai a sapere perché), ovvero la fiera mondiale, quando l’elettricità pubblica era un argomento molto ma molto sentito. L’elettricità si diffuse in tutta la città, creando le splendide strade parigine notturne di oggi e coniando il soprannome di Parigi “Cité de la lumiére”, la “città delle luci”. Gli edifici meglio illuminati sono ovviamente i più ammirati dai passanti e questo costituisce il motore che spinge i giocatori a competere.
Il gioco si sviluppa in due fasi: durante la prima, i giocatori possono posizionare le tessere edificio o aumentare la loro riserva. Le tessere degli spazi edificabili sono divise in 4 spazi casuali: il colore del giocatore che le possiede, il colore del suo avversario, un lampione o uno spazio di colori misti dove entrambi i giocatori possono costruire: successivamente, nella seconda fase, i giocatori costruiscono sopra il loro colore o gli spazi misti, nel tentativo di posizionare i loro edifici il più vicino possibile al maggior numero di lampioni in modo che tali edifici siano meglio illuminati: un maggior numero di lampioni, infatti, è motivo di grande ammirazione e di conseguenza di più punti. Il giocatore con i migliori edifici illuminati ruba il cuore dei pedoni parigini vincendo la partita.
Lo comprerei anche solo per l’artwork, così charmant, un po’ impressionista, un po’ déco, con questi colori decisi… saprei già dove appendere la scatola, riservando alla componentistica una cassetta di legno… magari un po’ sporca di pittura ad olio (rigorosamente secca).
Sword & Sorcery – Verso le tenebre
Giocatori 1 – 5 | Età 13+ | Durata 30′ | Autori Simone Romano e Nunzio Surace | Artworks Alberto Dal Lago, Fabrizio Fiorentino, Phroilan Gardner
L’oscurità copre tutta la terra, le porte del cimitero non sono più sbarrate e gli eroi immortali dovranno affrontare nemici che ignorano il dolore e non dormono mai … l’esercito dei non morti! Scheletri, vampiri e lupi mannari compaiono ovunque! Gli eroi compiranno la loro missione e libereranno finalmente le loro anime dall’incantesimo delle gemme dell’anima?
In Sword & Sorcery – Verso le tenebre, il percorso degli eroi li conduce verso il loro destino finale per completare la loro epica campagna attraverso le ricerche e le vicissitudini contenute in questa espansione e portare all’atto finale della loro leggendaria saga. Alti poteri dell’Anima, tesori e nemici insidiosi metteranno alla prova i giocatori in questo epico scontro! Questa espansione include 20 nuovi terribili nemici: Succubi, Scheletri, Cavalieri della Morte e Lupi mannari, oltre a due nuovi potenti campioni delle tenebre, 14 nuove schede modulari, nuove carte dell’atto II per oggetti, trappole, tesori, eventi e nemici. La campagna viene giocata attraverso sette nuove missioni di alto livello, usando l’innovativa combinazione di Libro della storia e Libro dei segreti e carte per creare un climax stimolante e guidato dalla trama della campagna Immortal Souls. L’espansione contiene l’ATTO II di III.
Lo so, in qualità di blogger dovrei essere imparziale e dare giudizi solo durante le mie ludografiche, del resto qui non scriviamo per fare una presentazione ma solo per informazione, ma secondo me S&S è fichissimo! 😀 Quando ho finito l’espansione mi è dispiaciuto quasi quanto finire un libro che mi piace… perché alla fine è una storia in cui ti cali e anche se la rivivi ogni volta che ricominci a giocare la stessa avventura (perché ricominci anche se lo hai già fatto) ti ci intrippi!
Copenhagen
Giocatori 2 – 4 | Età 8+ | Durata 40′ | Autore Asger Harding Granerud, Daniel Skjold Pedersen | Artworks Markus Erdt
La città danese di Copenaghen è attraversata da canali e porti, e parte di essa – il “Nyhavn” (New Harbour) – è famosa per le case dalle facciate colorate e i tetti a due spioventi che si specchiano elegantemente sui corsi d’acqua.
Nel gioco Copenaghen, i giocatori devono progettare nuove facciate per queste case in modo che si adattino perfettamente alla splendida cornice del porto. Giocando le carte sui display, i giocatori ricevono le tessere-facciata poliomino (tessere di diversa forma composte da quadratini uguali, come nel tetris) corrispondenti, con le quali dovranno cercare di abbellire il più possibile le loro case. Coprire determinati spazi e piani fornisce loro ulteriori abilità per il resto del gioco. Le facciate composte da molte finestre armonizzate fra loro risultano più gradevoli alla vista e portano molti punti ai giocatori. Copenhagen si presenta come un piacevole gioco di combinazioni simile proprio ad un tetris, che a me ricorda molto i famosissimi Patchwork, Cottage Garden (di cui ho anche una ludografica e che io adoro) e Indian Summer, ma solo per via delle tessere, perché le meccaniche sono molto diverse. Oltretutto qui la grafica è più fresca e lineare, molto in tema con al città da cui il gioco prende il nome.
Optimus (Ganz Schön Clever)
Giocatori 2 – 5 | Età 8+ | Durata 45′ | Autore Wolfgang Warsch
Optimus è un gioco di tipo roll&write (usi i dadi e segni i risultati su apposite tabelle) nominato miglior gioco strategico dell’anno, e nuovo successo di Wolfgang Warsch, uno degli autori più acclamati del momento.
In Optimus si devono lanciare dei dadi, scegliere fra i risultati ottenuti quelli che vogliamo tenere e smarcarli sulla propria scheda punteggio. Detta così sarebbe facile e anche un po’ banale, ma qui i dadi non scelti rimarranno a disposizione degli avversari che potranno usufruire dei risultati per cercare di ottenere delle combinazioni vantaggiose. Per questo bisogna stare attenti a quello che si sceglie ma anche a quello che si lascia indietro e a volte si dovrà rinunciare ad un grosso vantaggio per non concederne agli avversari uno ancor più grosso. Perché per vincere a Optimus non servono i risultati dei dadi puri e semplici, ma le combinazioni vincenti che possono essere ottenute dai risultati di questi dadi.
Il gioco ha anche una modalità in solitario ugualmente interessante e consente, in multigiocatore, una interazione fra giocatori inusuale nei giochi roll&write.
Non sono un fan dei giochi troppo matematici, ma ammetto che giocare a Sagrada da una certa sottile soddisfazione anche solo visiva. Qui la soddisfazione è prettamente matematica, cosa che fa andare in brodo di giuggiole quel vulcaniano del mio collega Fancesco Bavastro! 😀
La Viña
Giocatori 2 – 4 | Età 14+ | Durata 40′ | Autore Jose Ramón Palacios | Artworks Joan Guardiet
In La Viña i giocatori, nei panni di vendemmiatori, lotteranno per ereditare un vigneto magnifico ma quasi abbandonato. Chiunque sia in grado di ottenere il migliore raccolto di uva dalle viti diventerà il proprietario di questa terra preziosa. A tale scopo, i giocatori avanzano lungo il tabellone, raccogliendo le carte con l’uva più interessante. Per raccogliere le carte si avanza lungo una pista che rappresenta le file di un vigneto. Ogni traccia ha una serie di carte Uva diverse su entrambi i lati e ogni giocatore può scegliere le carte vicino allo spazio in cui si trova, o vicino allo spazio in cui si sposta. Ad ogni turno può scegliere una carta e avanzare, o avanzare e scegliere una carta. Alla fine della pista, ci sono diverse cantine (ognuna delle quali destinata a contenere un diverso tipo di vitigno). Bisogna ottenere la migliore ricompensa per il raccolto dalle cantine locali soddisfando, con il raccolto, le loro richieste. Andando in fretta si possono ottenere le carte migliori, ma si rischia di non avere abbastanza uva. Del resto andando troppo lentamente, la concorrenza può batterti assicurandosi i migliori vitigni! Vendere le uve alle cantine fa ottenere punti prestigio ai giocatori, ognuno dei quali ha un numero limitato di consegne. La fine del gioco si innesca quando un giocatore effettua la consegna dell’ultima uva. Gli altri giocatori possono finire di muoversi attraverso la loro traccia. Quindi, tutti contano i loro punti prestigio guadagnati attraverso le loro consegne precedenti e vince il giocatore con il maggior numero di punti!
No vi sentite un po’ calati nel film “Il profumo del mosto selvatico”?
E in attesa che Lucca apra le porte agli avidi gamers, andate a farvi un giro su MagicMerchant.it: nomen omen saprà certo offrirvi qualcosa di magico ed esotico che val la pena comprare…
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