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Checkpoint Charlie – No Time No Space

Su due cose si fonda la nostra visione del mondo: lo spazio e il tempo. Non a caso su queste due stesse cose si fonda il gioco di simulazione, che vuole rappresentare il mondo. E se operassero in maniera diversa da come ce l’aspettiamo?

Una mappa è una raffigurazione del mondo, le fasi di un turno ricostruiscono il flusso degli eventi. In apparenza, tutto normale, semplice ed intuitivo… ma per fare la sua magia, per ricreare una piccola “realtà in miniatura” sul nostro tavolo da gioco, una simulazione non si può certo accontentare di meccaniche così banali. Al contrario, tra le righe dei manuali e dietro i numeri delle pedine si nascondono forze potenti, visioni dello spazio e del tempo molto meno convenzionali di quanto non si possa sospettare a prima vista. Ciò che noi vediamo di fronte ai nostri occhi – che si tratti di un wargame, di un ferroviario, di un gioco di trattativa politica, di una simulazione sportiva o altro ancora – non è che la punta dell’iceberg di un processo molto elaborato, fatto di pezzi del gioco che entrano in relazione tra di loro e soprattutto con il componente di gioco più importante (e sfuggente) di tutti: l’immaginazione del giocatore. Scoprendo che forse i giochi di simulazione assomigliano un po’ al TARDIS del Dottor Who, una macchina capace di farci esplorare lo spazio e il tempo in una maniera del tutto nuova, un universo che contiene mille altri universi e che rimane molto più grande dentro di quanto non sia fuori.

In questa puntata di Checkpoint Charlie, il podcast dedicato al gioco, alla storia e a tutto il resto, entriamo nei meandri di questo affascinante marchingegno. A voi ascoltarlo e scoprire (o meglio, cominciare a scoprire) quali meraviglie si celano tra i suoi ingranaggi.

Riccardo Masini

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