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Checkpoint Charlie – Libertà di wargame

Possiamo davvero giocare a tutto? Forse, dobbiamo…

Si è parlato molto nel mondo del gioco di argomenti come diversità culturale, lotta agli stereotipi razziali e di genere, inclusione di nuove tipologie di giocatori, perfino automoderazione dei linguaggi… e in effetti queste problematiche, che oggi troviamo ricorrenti nell’ambiente del boardgame generico, sono ben note agli appassionati del gioco di simulazione storico, da sempre messo sotto i riflettori per il suo approccio critico e libero (talvolta spregiudicato?) nei confronti dei temi anche più controversi dei secoli passati. Tanto che le inevitabili polemiche per casi estremi che si sono succeduti soprattutto negli ultimi tempi, non hanno minimamente sorpreso i “grognards”, da decenni ormai abituati ad avere a che fare con accuse di vario genere, dalla glorificazione dell’evento bellico all’adozione di visioni storiche incomplete se non addirittura distorte. Eppure, con tutte le ovvie e necessarie precauzioni e senza prestarsi minimamente ad alcuna strumentalizzazione politica o ideologica, il gioco di simulazione mantiene alto il suo valore di approccio libero ma rigoroso, individuale ma critico nei confronti della consapevolezza storica. Non può e non deve fare altrimenti, se vuole rimanere quello che è: un atto di libertà intellettuale, un modo per divertirsi certo, ma anche davvero imparare qualcosa di nuovo senza pregiudizi e senza opinioni prestabilite.

Di questi delicati ma fondamentali argomenti, parliamo in questa nuova puntata di Checkpoint Charlie.