Oggi vi parlerò di My City: il primo gioco legacy adatto a tutta la famiglia.
Spoiler free! Leggi pure tutto l’articolo, non ci saranno spoiler sulla campagna del gioco!
Partiamo subito con la scheda tecnica di My City:
- Giocatori: 2-4
- Età: 10 anni o più
- Durata: 30 minuti
- Design: Reiner Knizia
- Grafica: Michael Menzel
- Editore: Giochi Uniti
- Riconoscimenti: Finalista al prestigioso Spiel des Jahres 2020
My City è un gioco competitivo di piazzamento tessere: la particolarità del gioco è l’elemento legacy ovvero, per chi non lo sapesse, il fatto che, durante le partite, le regole e i componenti del gioco possono cambiare anche in funzione delle scelte dei giocatori. Il gioco prevede una campagna di 8 capitoli suddivisi in 3 episodi ciascuno. Giocherete quindi 24 partite per completare l’intera campagna. Ventiquattro partite sono poche per un gioco? Non ci credo che avete fatto più di 24 partite ad ogni gioco che avete in libreria; in ogni caso al termine della campagna sarà presente una modalità chiamata “il gioco eterno” che permette di giocare infinite volte.

Come si gioca a My City
Il gioco potrebbe essere definito un flip & place: ogni giocatore inizia la partita con un set di tessere edificio e una plancia. Ad ogni turno viene girata la prima carta da un mazzo comune e ogni giocatore deve posizionare l’edificio rappresentato sulla carta. Le regole di piazzamento sono le classiche di questi giochi: piazzare adiacente a una tessera presente, non sovrapporre le tessere, non uscire dagli spazi dedicati nel tabellone e non costruire “a cavallo” del fiume. Il giocatore può anche decidere di passare e non costruire un edificio ma perderà immediatamente un punto vittoria. A fine partita si otterranno punti per gli alberi visibili sulla plancia e si perderanno per le rocce e gli spazi verde chiaro visibili. Queste sono le regole base che ovviamente potranno subire delle modifiche nel corso dei capitoli del gioco.

Nella modalità campagna, prima di iniziare la prima partita, aprite la busta, leggete le eventuali modifiche alle regole e potete cominciare a giocare! Al termine della campagna… beh, non ve lo dico!
Attenzione: la modalità “gioco eterno” utilizza le regole base e alcune regole che verranno “scoperte” durante la campagna quindi NON leggete le regole di questa modalità e non sbirciate nemmeno quel lato della plancia se volete evitare gli spoiler.
Cosa ne penso di My City
Premessa che vi farà capire molte cose: negli ultimi periodi in casa giocavo 1 o, al massimo, 2 sere a settimana. Da quando abbiamo aperto questo gioco abbiamo giocato praticamente tutte le sere, spesso 2 partite a sera, e mia moglie era triste che dopo 24 partite la campagna fosse “già finita”.
Ma andiamo con ordine e parliamo dei materiali del gioco. Lo trovo un gioco nella media, non spicca né per la qualità dei materiali né per le illustrazioni da classico german leggero (e se guardate l’infinita lista di titoli firmati Menzel capirete subito lo stile) ma fa quello che deve. Il regolamento è ben fatto, ricco di esempi e illustrazioni, ho trovato alcuni refusi ma nulla che impedisse di giocare in maniera fluida. I componenti permettono di giocare la campagna in 2, 3 o 4 giocatori; se la campagna viene giocata in 2 giocatori è, di fatto, possibile rigiocarla una seconda volta sempre solo in 2 giocatori, anche se non ci sarà più l’effetto sorpresa.

L’oggetto della campagna è la crescita di una città nel corso dei secoli anche se, per dirla tutta, ad ogni partita la città verrò ricostruita da zero. Il flavor text è presente solo all’inizio di ogni capitolo e spiega il senso delle modiche che ci saranno nel corso delle partite, ma la storia in sé non è certo il pezzo forte del gioco. Il racconto è quindi molto sintetico e piatto, senza nessun particolare plot twist, insomma non aspettatevi colpi di scena alla Pandemic per intenderci.
Le meccaniche sono, secondo me, il vero punto di forza del gioco e, conoscendo Knizia, ci avrei scommesso! In praticamente tutti i 24 episodi ci sono delle modifiche alle regole, e ogni episodio è piacevole da giocare. La caratteristica importante, infatti, è che a volte vengono aggiunte regole e a volte ne vengono tolte quindi il gioco evolve mantenendo una difficoltà simile. Inoltre, al termine di quasi tutti gli episodi, viene dato un piccolo aiuto a chi viene sconfitto per cercare di “bilanciare” anche il gioco ed evitare una frustrante situazione di runaway leader nel caso in cui un giocatore sia naturalmente più “dotato” degli altri. Per raccontarvi la mia esperienza personale, un giocatore ha vinto con più frequenza all’inizio, poi ha iniziato a vincere di più l’altro giocatore e al termine della campagna abbiamo pareggiato il primo parametro utile a definire chi aveva vinto l’intera campagna, poi al primo tie-breaker…. ho perso.
Ho provato il gioco solamente in 2 giocatori ma l’interazione è molto bassa: ci sono solo dei riconoscimenti extra al primo giocatore che raggiunge certi obiettivi, quindi immagino che le dinamiche saranno molto simili anche in 3 e 4 giocatori.

Per tornare da dove ho iniziato: penso che My City sia davvero un bel legacy adatto ai giocatori di ogni livello e sia un gioiello dal punto di vista meccanico, sicuramente non con una narrativa particolarmente attraente e avvincente ma non è quello che personalmente cercavo in questo titolo.
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