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The Green Player presenta DUNE – Una nuova vita tra Cinema e Giochi da Tavolo

The Green Player presenta DUNE – Una nuova vita tra Cinema e Giochi da Tavolo

Da giorni, ovunque, si parla di Dune. Scopriamo insieme il perché di così tanto vociare intorno al film da poco approdato nelle sale e la relativa storia dell’IP nell’industria del gioco da tavolo.

Qualche giorno fa abbiamo visto Dune. Sono uscito dalla sala frastornato da quel mare di emozioni e suoni penetranti che il film mi ha dato, a metà tra lo scioccato e l’estasiato per averlo finalmente visto, quando sorniona Claudia (compagna di vita e collaboratrice dietro le quinte per The Green Player) esclama: “Ma ce n’era bisogno? Star Wars non era sufficiente?”.

Dune-Locandina-Italiana

Ecco, se siete fan di Dune probabilmente leggendo questo, vi si sarà già scatenato un irrefrenabile istinto omicida, posso capirlo. Ma fermiamoci un secondo. Immaginate chi arriva alla visione di Dune illibato, scevro dalla conoscenza dell’opera letteraria, privo di qualsiasi spoiler e con la mancanza della visione della precedente trasposizione cinematografica. Effettivamente è plausibile ed ammissibile che identifichi somiglianze tra la saga di Lucas e il mondo descritto dal film di Villeneuve.

Dune vs Star Wars

Lì per lì ho immediatamente pensato che ad ogni modo Dune ha una grossa differenza con Star Wars: il primo non è raccontato come se fosse una fiaba. Adoro Star Wars, ma mi rendo conto che è molto più da “grande pubblico”, molto più digeribile dal punto di vista della trama rispetto a Dune. Episodio IV ad esempio parte subito con il classico archetipo della “damsel in distress”.

Aiutami, Obi-Wan Kenobi: sei la mia unica speranza!

Ma andando oltre, vorrei dare qualche informazione in più a chi non conosce la storia dietro il Dune cinematografico per cui giustificare tutto questo interesse.

Dal romanzo a Jodorowsky’s Dune

Dune innanzitutto è tratto da un libro che Frank Herbert ha pubblicato nel 1965, ben 12 anni prima di Star Wars (e qui per me è già chiuso il discorso “chi prende da chi”). È il romanzo di fantascienza che ha venduto più copie al mondo e negli anni ’60-’70 riscosse un successo straordinario, tant’è che venne seguito da altri 5 libri. Il successo spinge immediatamente un visionario a pensare di portarlo sul grande schermo negli anni ’70. E quel qualcuno si chiama Alejandro Jodorowsky.

Jodorowsky è un regista folle e non può essere altrimenti: precursore di tutto quello che sarà la fantascienza negli anni a venire, intuisce che Dune ha del potenziale e parte all’opera immaginando ogni dettaglio di quello che vuole che sarà il suo film e trasponendolo su uno storyboard, realizzato in un periodo di reclusione all’interno di un castello, con la collaborazione del fumettista francese Moebius.

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Alcune delle illustrazioni del famoso storyboard. C’è anche un documentario sulla vicenda, dal nome Jodorowsky’s Dune.

Jodorowsky va oltre e contatta già un cast. Convince personalità del calibro di Mick Jagger, Alain Delon, Orson Welles e Salvador Dalì. Per la musica pensa invece ai Pink Floyd. Tutto pronto? No, perché per girare Dune serve un budget immane. Lo storyboard fa il giro di Hollywood, ma nessuno crede nel progetto. L’idea di Jodorowsky di Dune è troppo ambiziosa e surreale e il regista vuole tra l’altro concretizzarla in una singola pellicola da 10 ore. Questo spaventa ogni produttore dell’epoca e il film non vede la luce.

Ecco come Jodorowsky e Moebius avevano immaginato Salvador Dalì nei panni dell’imperatore.

Il Dune di David Lynch

Il tempo passa. Siamo nel 1976 quando Dino De Laurentiis acquisisce i diritti di Dune per riprovarci, scegliendo come possibile regista Ridley Scott. A Scott però muore il fratello, crede di non aver abbastanza tempo per un progetto simile e pensa di dedicarsi a qualcosa di meno impegnativo: Blade Runner. La palla viene passata ad un altro regista visionario, David Lynch.

Sembra destino, tutto perfetto, perché Lynch sembra idealmente l’erede di Jodorowsky. Il film viene realizzato ed esce finalmente nelle sale nel 1984 (a questo punto dopo l’intera trilogia originale di Star Wars), ma qualcosa va storto.

Lynch concepisce un film di circa 4 ore, ma viene compresso all’inverosimile in un film di circa la metà della durata. Il risultato è qualcosa di troppo superficiale.

Dune resta nell’immaginario collettivo un’occasione persa. Fino ad oggi almeno.

A questo punto, un romantico avrebbe dato l’incarico di riprovarci a qualche regista visionario contemporaneo, tipo Lanthimos, ma Hollywood è pragmatico ai giorni d’oggi: (giustamente) è arrivato Denis Villeneuve. Non voglio dilungarmi oltre, perché del Dune dei giorni d’oggi se ne sta parlando “in tutti i luoghi e in tutti i laghi” (e direi anche in tutte le dune di Arrakis), ma riprendendo la premessa iniziale, direi che decisamente sì, avevamo bisogno di questo Dune, per dare degna conclusione ad una storia davvero tormentata.

Dune nel mondo del gioco da tavolo

Anche nel mondo del gioco da tavolo Dune rappresenta un viaggio mistico. Il primo tentativo di trasposizione ludica è il gioco del 1979, un essere mitologico pubblicato da Avalon Hill, che da generazioni viene tramandata come un gioco dalla durata importante (3 ore, ad andar bene).

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Di questo titolo sono state pubblicate nel tempo varie edizioni (e riedizioni), tra cui anche l’ultima del 2019. Parliamo di un gioco che sicuramente ha raccolto i suoi estimatori nel tempo, basato su combattimenti, bluff, negoziazione, maggioranze e chi più ne ha più ne metta, ma decisamente molto impegnativo, pieno di eccezioni nel regolamento, che supporta fino a 6 giocatori e ne trae il meglio con questa configurazione al tavolo… Insomma, non alla portata di tutti (un po’ come il film da 10 ore di Jodorowsky).

Questo titolo è perdurato come “principale” gioco di Dune fino al giorno d’oggi, quando la spinta cinematografica ha fatto sì che approdassero nuovi titoli sul mercato dall’aria più moderna.

Dune Imperium

Il primo degno di nota è Dune: Imperium, approdato quest’anno in Italia per Asmodee. Un deckbuilding da 2-4 giocatori, ideato da Paul Dennen, autore noto per Clank!, da cui sicuramente trae ispirazione.

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Dune: House Secrets

Il secondo, ancora in preview attualmente, è Dune: House Secrets. Soprattutto quest’ultimo ha attirato la mia attenzione.

DUNE - I SEGRETI DELLA CASA pendragon the green player

Titolo in arrivo per Portal Games a Essen Spiel 2021 e di futura localizzazione per Pendragon Game Studio (forse Gennaio 2022), parte con delle premesse interessanti, ovvero unire il sistema di gioco di Detective: Scena del Crimine e la profondissima ambientazione del capolavoro di Herbert. Un gioco cooperativo da 1-5 giocatori a base narrativa, dove i giocatori vestono i panni di ribelli alle prese con missioni sfidanti, inglobate in 3 avventure, ognuna dalla durata stimata di circa 2-3 ore di gioco (più una “introduttiva”, per apprendere il gioco).

L’idea è che il gioco verrà influenzato dalle precedenti avventure, quindi ad ogni episodio i giocatori miglioreranno i propri personaggi e sbloccheranno nuovi elementi, utilizzabili in futuro, al fine di completare tutte le avventure che riveleranno una trama unica, ricca di sfaccettature. Se non bastasse, questo Dune: House Secrets è solo il primo capitolo di una trilogia.

Insomma, sembra che sia arrivato il momento di dare il giusto lustro in ogni ambito ad un’opera senza tempo come Dune. Nerd, prendete e usufruitene tutti.

Nicola "The Green Player"

Software developer di professione, dedica il tempo libero alle sue passioni: gioco, musica, cinema, serie tv e tecnologia. Laureato in Informatica, ha un’esperienza passata da docente nella scuola pubblica. Nerd della prima ora, inizia l’avventura ludica con i videogame all’età di circa 5 anni, passando per anni di Magic: the Gathering a buoni livelli, qualche tentativo maldestro di gioco di ruolo, per poi atterrare sul gioco da tavolo. Dopo un passato in Le Cronache del Gioco e Fustella Rotante, diventa founder di The Green Player. Crede fermamente nel Germanesimo (amen).

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