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Checkpoint Charlie – Giocare alla guerra, durante una guerra vera

Checkpoint Charlie – Giocare alla guerra, durante una guerra vera

È giusto giocare alla guerra mentre la guerra c’è davvero?

E se invece più che giusto fosse addirittura utile, se non necessario? Da quando esistono i wargame professionali sono pienamente inseriti nell’ambito dei cicli di pianificazione di tutti i conflitti moderni, mentre i loro omologhi “civili” si sono diffusi in tutti gli strati della società anche come forma di condanna della guerra e dei suoi orrori. Questo perché, giocando un conflitto tramite una simulazione adeguatamente precisa, se ne possono comprendere anche le dinamiche più oscure e terribili senza però che nessuno ne sia realmente danneggiato. Ciò già è valido quando il wargame in questione ha ad oggetto eventi del passato o conflitti ipotetici, ma ancor di più quando tratta di conflitti effettivamente in corso: in quel caso, la maggiore conoscenza e ancor di più la maggiore consapevolezza che una simulazione può offrire riguardo agli eventi (pur se con tutti i limiti innati dello strumento) possono risultare davvero utili per evitare false narrazioni e mantenere un proprio approccio libero e personale alla percezione dei fatti. Oltretutto, niente fa capire la situazione come vederla evolvere sul campo, anche sulla base delle proprie decisioni che vengono a definire scenari molteplici certo, ma tutti plausibili.

Nella nuova puntata del podcast Checkpoint Charlie parliamo proprio di questi delicati argomenti, con un occhio a ciò che accade intorno a noi ma anche a come noi stessi li interpretiamo. Se possibile, anche mediante un gioco.

Riccardo Masini

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