Come nasce la spada di un Samurai nell’antico Giappone feudale.
“Il profumo dei fiori di ciliegio riempì le mie narici in un attimo. Chiusi gli occhi e li riaprii immediatamente. Lo splendore di quelle terre andava assaporato dal primo all’ultimo istante…”
Carta di identità

Primo impatto: grafica e componenti
Definirei Shogun No Katana un titolo dalla grafica sontuosa. Tutte le illustrazioni sono state studiate alla perfezione per far immergere i giocatori all’interno dell’ambientazione. I colori, le forme e le sensazioni che si potevano respirare ai tempi del Giappone feudale sono riportati con cura in ogni componente contenuto nella scatola.
I materiali sono piacevoli al tatto, conformi alla loro modalità di utilizzo e molto belli da vedere, eccezion fatta per le miniature dei lavoratori: non sono di ottima fattura e alcune di queste risultano fragili e facilmente danneggiabili.



Apprezzabile il tentativo di inserire dei componenti che allontanano leggermente il titolo dalla sua natura filo-tedesca, ma, a mio parere, le miniature andavano curate meglio.
Infine, menzione d’onore per la scatola, progettata per accogliere non solo il gioco base, ma anche tutte le eventuali espansioni e gli accessori che sono stati prodotti grazie alla fortunata campagna kickstarter, in parte acquistabili anche in versione retail.
“Non appena mossi il mio primo passo, mi resi conto che stavo calpestando una terra pregna di storia e onore. Una terra che aveva visto tante battaglie. Una terra che aveva conosciuto l’onore dei potenti Samurai.”
L’utile e il dilettevole: meccanica e tema

In qualità di mastri forgiatori di spade, il nostro compito è quello di costruire più katana possibili, soddisfando le richieste dei vari Daimyo. Se saremo abbastanza bravi riusciremo a costruire quella dello Shogun in persona! I nostri lavoratori ci aiuteranno a raggiungere questo obiettivo: impiegheranno le loro forze all’interno della fucina, acquisteranno materie prime al mercato, otterranno denaro, si assicureranno progetti per nuove katane e ci garantiranno il favore dello Shogun. Alla fine dei 4 turni a nostra disposizione, il fabbro che avrà ottenuto maggiore prestigio, sarà incoronato miglior forgiatore di spade del Giappone.
Ci troviamo sicuramente di fronte ad un gestionale che fa del piazzamento lavoratori la sua meccanica principale. Nonostante questo, gli autori di Shogun No Katana hanno introdotto un paio di “twists” interessanti, che donano freschezza e unicità al titolo. Il primo non è una vera e propria novità: durante il turno degli avversari potremo svolgere la stessa azione da essi selezionata, in una versione leggermente “depotenziata” (soltanto alcuni dei luoghi del villaggio lo permettono).

In un titolo come questo l’ho trovato fondamentale per mitigare il tanto odiato downtime tipico dei gestionali. Il secondo “twist”, invece, è una vera e propria chicca: si tratta della meccanica di costruzione/movimento delle katane all’interno della fucina. E’ un concetto con il quale si fa fatica a familiarizzare all’inizio, ma che mostra fin da subito la sua genialità.

Il gioco si presenta sicuramente ostico da padroneggiare, anche se le soddisfazioni non tardano ad arrivare già dalla prima partita. Ogni azione che compiono i lavoratori è ben incastonata in un flusso di gioco dove l’ambientazione non fa solo da contorno.
“Anche se percepisco la grandezza dei Samurai, non riesco più a pensare che sia stato solo nelle loro mani il destino di un popolo. Piuttosto, credo che abbiano tenuto tra le mani il frutto di antichi segreti e di una tradizione millenaria.”
Conclusioni: pro e contro
Il vero sassolino nella scarpa che mi ha lasciato questo titolo è sicuramente la sua “strettezza”. Se l’iconografia molto chiara e una grande quantità di esempi sul regolamento possono rendere l’esperienza di gioco molto meno complessa del previsto, in soli 4 turni vi sembrerà di aver concluso poco o niente, anche se in realtà i punti collezionati a fine partita non saranno pochi. Sia chiaro, si tratta di un mio parere personale, in quanto per molti giocatori la complessità e un range ristretto di scelte da compiere sono fondamentali in gestionali come questo. In ogni caso, si tratta solo di piccole note amare che si possono addolcire con un pizzico di esperienza.
In generale ho trovato il titolo davvero interessante. La meccanica di movimento delle katana è il vero “effetto wow” del gioco, che comunque si presenta pulito e fluido in ogni sua parte. Per gli amanti della tradizione orientale e, nello specifico quella giapponese, è inoltre presente un Libretto Storico all’interno della scatola che spiega nel dettaglio quali azioni venivano realmente svolte all’epoca dei Samurai e quali, invece, sono state leggermente modificate a favore del gameplay.
Insomma, un’ulteriore prova della grande cura ai dettagli che i creatori di Shogun No Katana hanno dimostrato. Proprio come dei veri mastri forgiatori.
