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Giochi da biblioteca #13: La maschera d’argento

La Maschera d’Argento è il secondo libro uscito della linea Arkham Horror della Aconyte, un romanzo che, a parer mio, sarebbe stato più efficace come racconto breve, che come storia di 280 pagine…

Avevamo parlato tempo fa in un articolo di Geek.pizza di questa “operazione” con la quale Asmodee ha portato in Italia i libri della Aconyte, casa editrice specializzata in romanzi ispirati ai giochi da tavolo. Precedentemente avevamo anche già parlato de “La collera di N’Kai”, il primo dei romanzi ispirati alla linea Arkham Horror, del terzo romanzo “L’ultimo rituale” e del quarto in ordine di uscita, La litania dei sogni.

Della collana fa parte anche questo di cui vi sto per parlare, che ha in comune con i precedenti solo ambientazione e citazioni ludiche sparse, ma che costituisce una storia a sé, con diversi protagonisti e diverse situazioni, come già avvenuto per i romanzi precedenti.

Il mito dietro “La maschera d’argento”

Il Re in Giallo come viene spesso rappresentato nel materiale di gioco

CAMILLA: Signore, dovreste togliervi la maschera.
STRANIERO: Davvero?
CASSILDA: Davvero, è il momento. Tutti abbiamo deposto i travestimenti, tranne voi.
STRANIERO: Non indosso una maschera.
CAMILLA (terrorizzata, a parte a Cassilda): Non ha una maschera? Non ha una maschera!

Robert W. Chambers – Il Re in Giallo – La Maschera

Non temo di creare spoiler menzionando quello che è il male antico che fa da “sostegno” alla storia de “La maschera d’argento”: se non bastasse l’illustrazione di copertina e il fatto che si parli di rappresentazioni teatrali e cinematografiche, basterebbe dare una letta alle prime 30 pagine del libro per imbattersi nei nomi di Cassilda e Camilla, cosa che renderebbe la presenza del Re in Giallo, altrimenti detto “lo Straniero” palese fin da subito.

“Il Re in Giallo” è in realtà il titolo di una antologia di 10 racconti gotici di fine ‘800 targata Robert William Chambers, e che ha ispirato l’opera di H. P. Lovecraft. Nell’antologia viene citata la figura dello Straniero, protagonista della famigerata opera teatrale “Il Re in Giallo” la cui lettura, la cui interpretazione e la cui visione portano immancabilmente alla follia, se non a perdersi nei meandri di città ultraterrene.

LA MASCHERA D’ARGENTO

SINOSSI

Jeany Lin, truccatrice e costumista di Hollywood, si reca ad Arkham per lavora al nuovo film del terrore dell’enigmatico regista Sidney Fitzmaurice. La protagonista è sua sorella Renee Love, collaboratrice ed amante di Sidney. Nella disperata ambizione di superare il brivido e l’orrore dei popolari film di Lon Chaney, Sidney prepara sequenze oniriche soffuse di occultismo per Renee e i suoi coprotagonisti.

Ma non è tutto finzione cinematografica: la troupe sperimenta incubi ricorrenti, incidenti misteriosi, e visioni impossibili nelle ore di veglia. Quando gli eventi prendono una piega sinistra e le persone sul set cominciano a sparire, toccherà a Jeany smascherare i mostri prima che le ossessioni di Sidney conducano tutti alla rovina…

UN EFFICACE OMAGGIO ALLA “SETTIMA” ARTE

La storia, narrata attraverso gli occhio della costumista e truccatrice Jeany Lin, si concentra sulle vicissitudini di una troupe cinematografica degli anni ’20 che si ritrova ad Arkham, nella casa avita del regista, per girare le scene di un inquietante film. In questo l’autrice si dimostra veramente abile ed efficace: complice la sua dichiarata passione per il cinema muto, riesce a dipingere un affresco vivido e verosimile di quello che può essere la vita di attori, figuranti e macchinisti. I richiami anche tecnici sono molti e nelle descrizioni è presente un’impronta da vecchio film in bianco e nero.

Vengono ben descritti i rapporti fra i componenti della compagnia, le varie personalità vengono opportunamente marcate e le storie personali vengono rese tramite brevi flashback che si intrecciano con la storia narrata. La vicenda si svolge in modo fluido e già dalle prime pagine la figura di Sidney, il misterioso regista, è affascinante ed enigmatica.

Come romanzo sulla storia di una troupe con qualche spruzzata di soprannaturale, sarebbe stato un libro fantastico, il problema è che non avrebbe dovuto essere così, dato che la collana fa parte degli Arkham Files!

UNA TEMATICA LOVECRAFTIANA APPENA SFIORATA

Dicevo che il libro mi sembra un buon libro, la storia molto caratterizzata dei retroscena di una lavorazione cinematografica… il problema è che non è un libro particolarmente lovecraftiano e onestamente neanche così avventuroso come ci si aspetterebbe da un libro ispirato ai giochi della linea Arkham Horror.

Sostanzialmente durante le prime 70 pagine(!), se si eccettua un prologo di due, non accade nulla di particolare. Vengono descritti i personaggi della storia, le loro interazioni fra di loro, si fa cenno delle loro storie e dei loro modi di vivere, soprattutto riguardo a Sidney, Jeany e sua sorella Renée. Tutto molto affascinante e particolareggiato, con interessanti accenni alle esigenze e alle necessità di una vecchia troupe… ma nient’altro. Nessun segno di sovrannaturale, solo qualche inquietudine per questa maschera che sta disegnando la protagonista. Ma se pensaste che appaia spesso e sia un po’ il fulcro della storia, vi sbagliate: qualche cenno qui e là, in mezzo a storie d’amore accennate, bocchini di sigaretta, costumi e scaramucce fra dive.

Il personaggio di Renee Love, la sorella di Jeany Lin, sembra ispirata tantissimo al noto personaggio giocante di Lola Hayes

Il racconto continua così per almeno 200 pagine: le vicissitudini della compagnia, qualche sogno non proprio carino, il viaggio in treno, la permanenza ad Arkham. Sembra che le uniche note weird siano relegate alla descrizione delle scene da girare per la pellicola: potrebbe essere anche quella una scelta stilistica in un libro dedicato al cinema. L’orrore mediato dalla descrizione di un film dell’orrore. Il problema è che così facendo qualunque elemento inquietante perde di efficacia. La paura che dovrebbe serpeggiare nel lettore è presto dimenticata fra interminabili descrizioni di situazioni banali, scaramucce e quadretti di vita quotidiana.

UN’INDAGINE CHE PARTE SOLO ALLA FINE

Come di consueto, anche in questo romanzo fanno capolino luoghi e personaggi che ci sono ben noti: il Velma’s Diner e Darrel Simmons, tanto per citarne due, ma tutto rimane sospeso, niente è davvero efficace nella storia. I personaggi che entrano in contatto con la troupe (e con Jeany in particolare) rimangono distaccati, quasi anonimi. Si fa cenno a donne con sangue di strega ma non sembra abbiano davvero un senso nella storia, poi passano una serie di personaggi che fanno capolino alla bisogna, ma niente di davvero significativo. Il sovrannaturale è una specie di decoro alla profusione di descrizioni che riguardano la troupe e la sua vita di scena.

Ashcan Pete e il fido Duke hanno dato un magro contributo alla storia.

Si sente che c’è un mistero ma alla fine non si approfondisce, non si cerca di capire… rimane sospeso lì per 220 pagine, quando finalmente succede qualcosa di significativo. A quel punto scorre tutto in modo lineare, senza interruzione e in 50 pagine si condensa la ricerca, la consapevolezza, la decisione e l’epilogo in un modo piatto e banale, senza sorprese o colpi di scena, tirando via quella che avrebbe dovuto essere la situazione più drammatica.

In conclusione un bel libro sul cinema, sulle personalità dello spettacolo, sui film muti… ma poco e niente in tema con il resto della collana.


L’AUTRICE: ROSEMARY JONES

Rosemary Jones è una collezionista entusiasta di libri per bambini e un’appassionata di film muti e sonori. E’ autrice di romanzi di successo ambientati nel mondo dei Forgotten Realms di Dungeons & Dragons e di numerosi racconti e collaborazioni. Vive a Seattle, Washington.

LA CASA EDITRICE: ACONYTE BOOKS

ACONYTE è la divisione romanzi di Asmodee Entertainment che fa suo lo slogan di Asmodee: “Giochi fantastici, storie incredibili!” e crea contenuti nuovi ed entusiasmanti da sfruttare su ulteriori piattaforme di intrattenimento.

Il suo obiettivo è diventare un partner di riferimento per la narrativa di tutti i più popolari brand amati dalle nuove generazioni e che spaziano dai giochi in scatola ai fumetti ai videogiochi.

Al timone della Aconyte, Marc Gascoigne, recentemente editore e MD della pluripremiata casa di fantascienza Angry Robot.

Aconyte ha iniziato a pubblicare all’inizio dell’estate 2020, producendo tascabili ed ebook per gli Stati Uniti, il Regno Unito e i mercati di esportazione.