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Prime impressioni su Wyrmspan

In super anteprima, ancora prima di Play 2024, grazie alla copia in visione alla Expo Comics & Games di Palermo, che si è appena conclusa, ho potuto vedere e provare, per qualche turno, il nuovissimo Wyrmspan.

Wyrmspan è un nuovo gioco standalone, ispirato alle meccaniche del celeberrimo Wingspan, nel quale dovremo scavare caverne per creare un santuario dove potranno stabilirsi gli splendidi draghi che popolano l’omonimo mondo di Wyrmspan.

Ne avevamo parlato tempo fa proprio qui su Geek.pizza a proposito del modo in cui affronta il tema della accessibilità nei giochi da tavolo.

Come dicevo, ho potuto provare il gioco in super anteprima in occasione della Expo Comics & Games, una convention dedicata al fumetto e al gioco da tavolo che si tiene ogni anno a Palermo, ma non ho fatto una partita completa, quindi quelle che riporto sono soltanto le mie prime impressioni sul gioco (faccio concorrenza al nostro Simone, il collezionista di prime partite…).

Autore: Connie Vogelmann | Artista: Clémentine Campardou | Giocatori: 1-5 | Durata: 90 | Età: 14+ | Editori: Stonemaier Games, Ghenos Games

Sei un dragologo alle prime armi nel mondo di Wyrmspan, dove draghi di ogni forma, dimensione e colore solcano i cieli. Attira queste splendide creature scavando per loro un labirinto sotterraneo in cui possano nidificare e riprodursi al riparo da ogni pericolo.

Le meccaniche in breve: Wyrmspan è un gioco di gestione mano ed engine building, nel quale dovremo ottenere il maggior numero di punti attirando draghi nel nostro santuario e attivandone le abilità.

Una panoramica del gioco

Partiamo, come sempre, dai materiali che trovo bellissimi, secondo lo standard qualitativo che caratterizza, secondo me, tutti i giochi della Stonemaier Games.

Le uova sono splendide, le monete (token azione) pur essendo in cartone hanno una finitura metallizzata davvero d’effetto, i contenitori per le risorse sono  belli e pratici. Le risorse in sé sono rappresentate da semplici gettoni in cartone e forse, in un gioco che pone così tanta attenzione all’estetica, avrei preferito delle risorse in legno.

Le illustrazioni si commentano da sole; ciascuno dei 183 draghi inclusi nel mazzo di carte è dettagliatamente illustrato e colorato, per la gioia di tutti gli appassionati di draghi e tematiche fantasy.

Mi hanno detto che i draghi sono sia ispirati alla letteratura fantasy classica che creati ad hoc; un apposito libretto raccoglie le informazioni principali relative a ciascun drago, così da soddisfare la curiosità degli appassionati dracologi.

Le plance giocatore sono bellissime e in generale mi piacciono molto queste illustrazioni ad acquerello dall’effetto onirico e fiabesco, perfettamente adatto al tema.

Probabilmente la preferenza tra il tema naturalistico e quello fantasy dipende dai gusti personali, ma io trovo più bello Wyrmspan rispetto al suo predecessore. In particolare, trovo che abbiano dedicato una cura maggiore alle plance giocatore, che in Wingspan non mi sono mai piaciute, in termini di estetica.

In  Wyrmspan, le illustrazioni sulle plance contribuiscono moltissimo ad accrescere il fascino del gioco intavolato.

Le meccaniche restano quelle note di WIngspan, con alcune varianti che, a mio parere, rendono il gioco più interessante del suo predecessore.

La prima differenza consiste nel fatto che, prima di poter attirare i draghi nel nostro santuario (ovvero giocare le carte drago dalla nostra mano), dovremo scavare creando delle grotte nelle quali poi potremo ospitare i draghi. Occorrerà, dunque, gestire nella propria mano non soltanto le carte drago ma anche le carte grotta. Giocare le carte grotta consente di ottenere bonus variabili, quindi sarà necessario programmare bene quale ci convenga di più giocare e dove, ovvero in quale delle tre caverne in cui è divisa la plancia giocatore.

Si aggiunge, dunque, un ulteriore livello di programmazione che è necessario per poter giocare i propri draghi e rende il gioco leggermente  meno lineare, il che giustifica l’incremento dell’età consigliata sulla scatola, anche se forse i 14+ indicati sono un po’ eccessivi (ma ovviamente dipende sempre dall’esperienza personale).

Un’altra importante differenza si ha nel numero di turni: in Wingspan i turni sono in numero fisso, uguale per tutti i giocatori; il numero di turni diminuisce ad ogni round. In Wyrmspan i turni sono dettati dal numero di monete (token azione) che ciascun giocatore ha a disposizione. Si parte con sei monete ad ogni round, ma durante il gioco ci sono varie possibilità di ottenerne altre, aumentando il numero di turni che si potranno giocare. Inoltre, i giocatori possono decidere di conservare i token per il round successivo, variando il numero di turni, magari per cercare di realizzare il maggior numero di punti con gli obiettivi del round.

Anche questo elemento aggiunge un ulteriore livello di pianificazione, aumentando lo spazio decisionale a disposizione del giocatore.

Un’altra differenza importante è l’aggiunta del tracciato della gilda dei draghi, che fornisce bonus di vario tipo e ricompense che potranno essere scelte dal primo che arriva sullo spazio corrispondente. Sul tracciato della gilda, quindi, si crea una certa competizione perché i bonus da scegliere sono disponibili soltanto una volta. La gilda aggiunge una certa vivacità al gioco, oltre a costituire un ulteriore elemento di cui tener conto nella scelta delle proprie azioni o dei bonus da ottenere.

In generale, il gioco mi è sembrato più stretto rispetto a Wingspan. Ottenere le risorse richiede un’azione apposita, l’esplorazione, che ha un costo crescente ogni volta che si utilizza. A meno di non pescare draghi le cui abilità forniscano risorse, si potranno ottenere al massimo due risorse da questa azione e solo dopo aver giocato due draghi (e una grotta) sulla plancia… il che non è semplicissimo.

Vista la penuria di risorse, giocare i draghi non è, infatti, immediato, specie nel primo round, anche perché sono sempre piuttosto costosi.

Tra le risorse disponibili, le uova risultano molto importanti, ma difficili da ottenere. Le uova sono necessarie per giocare alcuni draghi, per scavare le grotte e per svolgere le azioni di esplorazione, ma non c’è più un’azione specifica che consente di ottenerle. Si dovrà, quindi, valutare attentamente come spendere le preziose uova e come procurarsene delle altre.

Che impressioni ho avuto

Nel complesso, a me il gioco è piaciuto e ho apprezzato moltissimo la maggiore pianificazione necessaria per svolgere le azioni e conseguire gli obiettivi. Mi è piaciuta la minore disponibilità di risorse e la necessità di adattarsi di volta in volta alla situazione corrente.

Mi ha lasciato una grande voglia di rigiocarlo, complice anche l’ambientazione fantasy che amo particolarmente (pur amando anche le ambientazioni naturalistiche).

Ho avuto la sensazione di trovarmi dinanzi ad un gioco leggermente più complesso di Wingspan e anche più soddisfacente, in ogni caso diverso, nonostante mantenga le meccaniche ormai familiari del suo predecessore: non è del resto la prima volta che vengono realizzati giochi analoghi in termini di meccaniche, che si distinguono principalmente per il tema, penso ad esempio a Hero realms e Star realms.

L’impressione che ho avuto non è stata quella di rigiocare un gioco “vecchio”, ma piuttosto quella di giocare ad un nuovo gioco che sfrutta meccaniche già note. Del resto, le meccaniche si ripetono spesso nei giochi da tavolo, quello che fa la differenza, per me, sono il tema, l’ambientazione e il modo in cui le meccaniche sono amalgamate e combinate.

Secondo me, le piccole novità introdotte nelle meccaniche realizzano egregiamente l’obiettivo di rinnovare un gioco divenuto ormai un grande classico, rendendolo interessante anche per i giocatori un po’ più esperti.

Naturalmente, mi riservo di confermare o smentire questa opinione dopo aver giocato un po’ di partite.

Se vi state chiedendo se valga la pena averlo, possedendo già Wingspan la mia risposta è… non lo so! È una valutazione del tutto personale.

Io, personalmente, ho intenzione di prenderlo perché le novità che introduce hanno riacceso l’interesse per un gioco che avevo un po’ messo da parte, dopo tante partite. Inoltre, grazie al tema dei draghi, sono certa che catturerà l’interesse della mia dodicenne che, invece, non ha mai degnato Wingspan neppure di uno sguardo.

Per quanto mi riguarda, spero di riuscire ad accaparrarmene una copia a Play ma, in ogni caso come sempre, il gioco sarà disponibile sul nostro store di fiducia, MagicMerchant.it.

E se non riuscirete ad andare al Modena Play, non preoccupatevi: c’è sempre il