Hues and Cues – Recensione del gioco da tavolo sui colori
Hues and Cues è un coloratissimo party game in cui da 3 a 10 giocatori mostreranno le proprie abilità nell’identificare i colori. In questo articolo vi spiego come funziona e cosa ne penso.
Autore: Scott Brady | Giocatori: 3-10 | Durata: 30 | Età: 8+ | Editori: The Op Games
Hues and Cues è un gioco di Scott Brady del 2020, distribuito in Italia da Asmodee quest’anno e presente anche a Modena Play. Ho avuto il piacere di giocare a Hues and Cues in diverse situazioni e con diverse persone; e in questo articolo vi racconterò le mie impressioni e farò qualche confronto con giochi simili.
Nella scatola di Hues and Cues troverete 3 segnalini a forma di cono per ciascun giocatore (quindi 30 in totale), un mazzo da 100 carte, una cornice punteggio e un tabellone. Vi avviso che se lavorate nel mondo della grafica o dell’arte, vi verrà voglia di incorniciare e appendere il tabellone da tanto che è bello.
Come si gioca a Hues and Cues?
Hues and Cues è un gioco competitivo in cui, per un certo numero di round (2 a giocatore fino a 6 giocatori, 1 a giocatore negli altri casi), il giocatore di turno pesca una carta e sceglie uno dei quattro colori indicati sulla carta. Dopo aver identificato il colore, il giocatore dovrà dare un indizio composto da una sola parola (che non può essere il nome di un colore) per far indovinare il colore scelto.
In senso orario, gli altri giocatori dovranno cercare di indovinare il colore sulla base dell’indizio, facendo la propria ipotesi posizionando un segnalino sulla plancia. Ogni casella può essere occupata da un solo giocatore.
Al termine del giro, il giocatore che ha dato l’indizio può dare un secondo indizio composto da due parole. Si svolgerà quindi un secondo giro in cui i giocatori cercheranno di indovinare nuovamente.
Al termine del secondo giro, verranno assegnati i punti ai giocatori che hanno cercato di indovinare in questo modo:
- 3 punti al giocatore che ha scelto il colore esatto.
- 2 punti ai giocatori che sono in una delle 8 caselle adiacenti al colore esatto.
- 1 punto ai giocatori che sono in una delle 16 caselle a distanza due dal colore esatto.
Il giocatore che ha dato l’indizio riceve invece 1 punto (2 in 3 giocatori) per ogni segnalino posizionato sul colore esatto e/o sugli 8 adiacenti.
La cornice punteggio inclusa nel gioco rende estremamente semplice questo calcolo del punteggio.
Cosa ne penso di Hues and Cues?
Hues and Cues è un classico party game in cui a turno un giocatore deve far indovinare qualcosa agli altri giocatori dando un indizio con specifici vincoli. Ma cosa lo contraddistingue e in cosa funziona meglio o peggio di altri giochi simili?
Partiamo dai materiali del gioco; come indicato nell’introduzione, il tabellone, oltre che molto solido, è assolutamente bellissimo. Hues and Cues è un gioco che se lasciato aperto sul tavolo in un evento pubblico di sicuro attira molte attenzioni, l’ho provato personalmente. Sul resto dei materiali non c’è molto da dire: i conetti per indicare i colori sono funzionali, in legno e della giusta misura. Le carte non sono di qualità eccezionale, ma personalmente non le ho imbustate. È quel genere di gioco in cui anche un po’ di usura sul mazzo di carte non inficia il gameplay; se volete conservarle in stato perfetto, però, dovrete imbustarle anche per lo sfondo nero ma con anima della carta bianca.
Facciamo il gioco dei colori?
Alice, 5 anni
Le meccaniche non sono certo innovative, ma sono una reimplementazione di un’infinità di altri party game. Se avete provato Dixit, Nome in codice ma anche il più famoso Taboo, non ci si discosta molto. La principale novità di Hues and Cues è l’oggetto da indovinare, ovvero la sfumatura di colore. Questo lo rende un party game, dal mio punto di vista, più adatto anche a un pubblico più giovane rispetto a giochi come Dixit, Nome in codice o Wavelength. Ho provato il gioco con mia figlia di quasi 6 anni e, limitatamente al mondo a lei noto, è perfettamente in grado di dare e ricevere indizi; certo dopo alcune partite il rischio è di sentire cielo, prato, sole più volte… ma può essere un modo per arricchire il vocabolario!
La dinamica di gioco al tavolo, come in molti party game, fa sì che la discussione al tavolo, soprattutto dopo la rivelazione del colore corretto, sia la parte più divertente del gioco. Discutere su quale sia l’effettivo giallo di un limone, o su quale sia il colore di un prato tagliato o di un cielo serale sono le parti più interessanti del gioco.
Per quanto riguarda la scalabilità, le dinamiche di gioco non cambiano sostanzialmente molto da pochi a molti giocatori. Sicuramente il sistema di punti può risultare più o meno sbilanciato verso chi suggerisce o chi prova a indovinare, ma facendo lo stesso numero di turni ogni giocatore, nel complesso si è tutti alla pari.
Quindi meglio Dixit o Hues and Cues? La risposta è come sempre: dipende dalle situazioni. In un gruppo di giocatori adulti con esperienze simili, probabilmente proporrei più spesso Dixit, mentre in un gruppo misto di ragazzi e adulti o con persone poco propense a giocare e che quindi su Dixit avrebbero qualche freno, preferirei Hues and Cues.
E rispetto a giochi sulle parole come Nome in codice, Wavelength o Decrypto? Anche in questo caso, va valutato il gruppo di gioco. Personalmente, non proporrei mai giochi sulle connessioni con le parole che richiedono un ricco vocabolario a un gruppo in cui sono presenti persone con lingue madri diverse, mentre Hues and Cues non richiede un ricco vocabolario, in quanto se si associa il colore a un oggetto, poi è sufficiente conoscere la traduzione di quell’oggetto.
Potete trovare Hues and Clues allo stand di Asmodee a Modena Play e vi consiglio vivamente di avvicinarvi almeno per guardarlo oppure potete trovarlo qua.
E se non riuscirete ad andare al Modena Play, non preoccupatevi: c’è sempre il