Una Play da Collezionista
Un’altra edizione di Modena Play se ne va, con il suo solito strascico di emozioni e lamentele, di bottini e delusioni, di tigelle e bagni intasati. Ecco qui il mio modesto racconto di questa esperienza fieristica.
Quest’anno io ed il mio gruppo di gioco storico veniamo fulminati da un’idea geniale: andiamo di venerdi, non ci sarà nessuno!
Poche idee nella storia sono state così straordinarie, forse solo Starlord che prende a sberle Thanos mentre gli stanno togliendo il guanto…
La giornata comincia con otto chilometri di coda tra autostrada ed ingresso della fiera, cosa mai successa neanche andando a Jesolo a Ferragosto.
Parcheggiamo con un’oretta di ritardo sulla tabella di marcia (e perdendo subito il primo tavolo ad Emerge) al solito centro commerciale e come tutti gli anni immagino quanto rendiamo felici i dipendenti che almeno per quel week-end sanno che lavoreranno meno.
Niente coda all’ingresso e si entra al Padiglione A di corsa e pieni di aspettative di tavoli pronti ad aspettarci. Ce ne fosse uno libero…
Cominciamo il simpatico gioco della raccolta dei timbri ma, quando vediamo che in alcuni casi devi fare la coda alla cassa per fartelo fare, abbandoniamo subito la tenzone… tutto mi serve tranne un lavoro burocratico pure qui. Da Cranio ci dicono che tutti i tavoli sono stati prenotati nella prima mezz’ora e un po’ di depressione comincia ad impossessarsi di noi, tipo i primi cinque minuti di “Una tomba per le lucciole”.
Appena vediamo una sedia libera ci fiondiamo alla Quicksilver e destino vuole che è pure uno dei giochi che volevamo provare:
MARETTA
Al tavolo non ci stiamo seduti molto perché rischia di essere più lunga la spiegazione del gioco. Gioco di carte con due varianti, sopravvivere su una zattera o scappare da un vulcano in eruzione.
Visivamente lo trovo carinissimo, il regolamento è semplice e intuitivo e adoro quando ti lasciano un cadeau (in questo caso una cartolina), ma era da davvero tanto tempo che non giocavo ad un gioco con eliminazione del giocatore ed il fatto che due giocatori vangano eliminati al secondo giro, per cui LETTERALMENTE dopo aver giocato tre carte, mi lascia un po’ l’amaro in bocca. Vero che il gioco è velocissimo e si possono fare continue rivincite, ma se sei in una giornata fantozziana rischi in mezz’ora di giocare sei carte e guardare gli altri per il resto del tempo. Non il massimo…
Ci si sposta di poco e un tavolino con delle carte è libero, ma così libero che non c’è neanche lo spiegatore e andiamo fai-da-te, si tratta di
ABLUXXEN
Gioco di prese, anche in questo caso con un regolamento striminzito e immediatezza di gioco. Cominciamo nel giro di tre minuti e nel frattempo arriva lo spiegatore che ci ringrazia così per la prima volta vedrà una partita intera. Il gioco funziona alla grande, è veloce, sfidante e maledettamente interattivo. Ma sapete quando provate un’antipatia a pelle e non riuscite a togliervela di dosso? Ecco, è quello che mi succede qui, così forte finora l’avevo provata solo con Sette Rosso credo. Il fatto che io sia ipercompetitivo e che arrivi ultimo a MENO NOVE (ad almeno quindici punti da qualsiasi altro giocatore) non aiuta il mio giudizio. Ma gli amici lo comprano, per cui direi che questa prova ha fatto il suo.
Si continua a girovagare per la fiera con il listone in mano (grazie GSNT) e si finisce a trovare un tavolo alla Little Rocket per
HIDDEN LEADERS
Conoscevo di fama e non vedevo l’ora di provarlo. Ogni giocatore ha un personaggio nascosto con delle condizioni di vittoria (colori) che bisogna cercare di soddisfare, ma queste sono condivise con altri giocatori al tavolo per cui raggiungerle non basta, ma bisogna aver giocato il maggior numero di carte del colore corretto. Peccato che normalmente le carte di quel colore hanno poteri che vanno contro alle relative condizioni di vittoria… Il tavolo è infervorato, il gioco prende tutti moltissimo (anche se al secondo giro di tavolo abbiamo capito per ognuno quale condizione cercherà di perseguire), i colpi bassi sono continui fino alla mia chiusura con vittoria con colpo di scena grazie alle carte coperte. Promosso sia per le meccaniche che per i disegni e soprattutto per i nomi degli eroi sulle carte (la mia Anguilla Senza Scopo avrei voluto portarmela a casa).
Arriva il momento di rifocillarsi con un bel panino ed una buonissima birra (i nerd bevono indubbiamente bene) nella parte esterna della fiera e noto quante attività non vedrò restando chiuso tutto il tempo a giocare ed è un vero peccato… Magari l’anno prossimo proverò a fare più giorni, così resterò più tempo chiuso a giocare e mi rammaricherò uguale.
E’ tempo dell’unico tavolo prenotato da tempo e ci si fionda da
TAMERI
Innamorato di Shogun no Katana non potevo farmi scappare questa demo.
Siamo nell’Antico Egitto e dobbiamo gestire coltivazioni, culti e costruzioni per aver il regno più florido bagnato dal Nilo. Non sto a fare una panoramica delle regole perché altrimenti facciamo notte, sono davvero tantissime e strettamente intrecciate tra loro, ma di base parliamo di un piazzamento lavoratori.
Il gioco dà l’impressione di essere abbastanza complesso da padroneggiare e sfidante (noi abbiamo comunque fatto demo da un’ora che è solo la prima stagione), visivamente interessante anche se l’idea della piramide con le palline che determinano il meteo mi sa più di effetto wow che di effettiva utilità. Credo che abbia bisogno di ancora un po’ di test, ma il gioco indubbiamente si farà.
A questo punto si va al padiglione dei giochi scientifici, cosa che ci incuriosisce molto di questa edizione in quanto non sappiamo bene cosa aspettarci. Poi ci arriviamo e non abbiamo capito benissimo cosa avremmo dovuto aspettarci. Nel farlo passiamo dal padiglione B, quest’anno quasi completamente dedicato ai giochi di ruolo, che abbiamo colpevolmente evitato ed è un vero peccato. Magari l’anno prossimo proverò a fare più gironi, così resterò più tempo chiuso a giocare ma aggiungerò un ulteriore rammarico.
Al padiglione F ci viene spiegato un interessantissimo gioco di ruolo educativo ideato principalmente per le scuole superiori, Oppressori e Oppressi. Le dimostratrici si meritano un encomio in quanto poche volte mi è stato spiegato un gioco così bene da farmi emozionare. E facciamo un po’ di pubblicità alla GARIWO che se lo merita.
Nell’area Hot List proviamo
ARKENDOM – CONQUISTA
La mia conoscenza in war games è pari a zero per cui colgo la palla al balzo per aggiungere anche questo alla mia collezione.
Il gioco però, sarà per la demo risicata e limitante, non riesce per niente a scaldare il mio cuore e anzi, fa quello che un gioco non dovrebbe mai fare: rubarmi il portafoglio per andare a comprare tutti i set di Lorcana. No, aspetta, l’altra cosa che non dovrebbe mai fare: annoiarmi.
Ad un certo punto ci troviamo a tirare caterve di dadi (in un caso ne tiriamo una cosa tipo tredici) per non poter far altro che attaccare, senza alcun tipo di alternativa valida o strategia possibile. Mi sono venuti i crampi alle mani ma non la voglia di rigiocarlo.
Appena dietro altro tavolo libero per un gioco di cui avevo visto la pubblicità su Instagram e arriva
TORUNE
Deckbuilding in cui siamo dei maghi che devono riuscire ad arrivare in cima alla torre per essere i nuovi capi della gilda, per farlo avremo bisogno di avere una specifica combo di rune per attraversare ogni piano.
Probabilmente il gioco che più mi è piaciuto della fiera, divertente nelle meccaniche (oltre al deckbuilding abbiamo un minigame puzzle per migliorare i poteri del nostro mago), affascinante nelle illustrazioni, competitivo il giusto. Approvato!
Peccato che non sia ancora acquistabile. I creatori stanno cercando finanziatori o la via del kickstarter. In bocca al lupo ragazzi, vi auguro tutto il meglio!
Torniamo al padiglione A ma per trovare un tavolo dovremmo essere all’Ikea, per cui ci affidiamo alla vera ancora di salvataggio di questa fiera, il padiglione C e nello specifico i Goblin.
Non potrò mai fare abbastanza complimenti a questa marea verde che è la Tana a Modena: un’organizzazione strepitosa, centinaia di tavoli, prove e spiegatori competenti e simpatici. Un grossissimo grazie a tutti i componenti di questa associazione! Cosa? Anche io sono un tesserato? Si, ma checcentra?
Tavolo libero e intavoliamo
BEEZ
Dopo tanti giochi ci voleva qualcosa di tranquillo e rilassante e questo fa indubbiamente al caso nostro. Le nostre apine sono esagoni, ogni lato permette di fare un certo movimento in base alla direzione che si prende, si raccolgono pollini dai fiori da mettere nel nostro alveare per fare punti con obiettivi comuni e privati.
Come gioco di fine serata mi sembra davvero simpatico, da proporre anche in famiglia, con neofiti e bambini. Non lo prenderei, ma se me lo proponessero ancora direi assolutamente di si.
Sono le 18:20, abbiamo poco meno di un’ora per poi fare l’ultimo giro di acquisti.
Prendo The Great Split, gioco di tracciati di cui non scrivo nulla perché pensavo fosse più corto, invece tra regolamento e primo turno passa tutto il tempo che ci eravamo dati a disposizione. Peccato perché al tavolo stava intrigando, sicuramente da recuperare.
Parte la maratona dell’ultima ora in ci si vanno a fare gli acquisti delineati durante la giornata (per evitare, come l’anno precedente, di portarsi Boonlake nello zaino tutto il sacrosanto giorno e camminare come Quasimodo), ma chiaramente poi si prende sempre tutt’altro.
Ma ci sono delle sedie libere, che fai, non ti siedi?
PIKIT
I disegni stupendi ci attirano per sederci al tavolo. Gioco di prese, si tirano due dadi e si possono prendere carte con il valore dei dadi o la loro somma o la loro differenza; alcune carte hanno poteri speciali, alla fine si fa la somma dei valori delle carte prese per declamare il vincitore. Trovo il gioco semplice, ma non in maniera distensiva quanto in maniera desolante. Ricorderò solo lo sguardo di odio fatto dalla ragazza al tavolo con me alla sesta carta rubata dalla sua mano (sempre per la serie “come farsi amici facilmente”).
I padiglioni chiudono ed io che sono un genio sono ancora in coda alla Ghenos, mi spiace aver fatto tardare di altri dieci minuti la cena degli standisti, non è stata una cosa carina.
Si torna all’auto, si vanno a mangiare le tradizionali tigelle e si continua a parlare di giochi, perché quando ami qualcosa non basta averlo fatto ininterrottamente per dieci ore, non vorresti finisse mai come i famosi rotoloni.
Questa è stata per me un’edizione particolare, che mi ha permesso di conoscere le splendide persone con cui collaboro da qualche mese su questo sito: dal sorridentissimo Lorenzo Board Game Physicist alla nostra Capitan Moscerino (vestita per l’occasione per farsi riconoscere) al Ludografico Luca che per salutarmi si è fatto tutta la fiera da una parte all’altra (apprezzatissimo). E poi amici di associazioni ludiche conosciuti durante gli anni, vecchi compagni d’università ritrovati come spiegatori, standisti che a forza di vederti ormai chiami per nome, influencer che nonostante in questa occasione siano visti più o meno come Oracoli non si tirano mai indietro per un ciao ed una foto.
Ecco, forse la cosa più bella di questa fiera non è giocare (cosa che si riesce a fare più o meno), ma sentirsi parte di qualcosa di più grande di noi, che unisce tutti in un’unica passione ed un unico sorriso. Un enorme numero di persone legate da uno degli istinti più naturali di ogni mammifero: giocare! Senza remore, vergogne o limitazioni, ma solo con una straripante voglia di divertirsi e far parte di questo mondo!
Ci vediamo l’anno prossimo a Bolog… ehm… Modena Play!
E chi lo sa, magari qualcuno avrà anche voglia di farsi un selfie con il suo Collezionista di Prime Partite preferito 😉.
E ricordatevi che, se avete perso Play o non ne avete avuto abbastanza, c’è sempre MagicMerchant.it