Lo spacciagiochi – Takenokolor
Torna il dispettoso panda di Takenoko, ma non come ve lo aspettate. In Takenokolor ci sono fogli da colorare e pennarelli usati come dadi!
Takenoko è un gioco di parecchi anni fa (2011), un gioco che mi ha permesso di conoscere persone, tra cui una che poi è stata invitata al matrimonio mio e di Federica e che poi ci ha invitati al suo (Medici, vi vogliamo bene), è un gioco che già all’epoca in cui l’estetica non era così considerata faceva una gran figura sul tavolo. Non appena ho avuto l’opportunità di mettere le mano sul suo erede in salsa roll and write, Takenokolor, ne ho approfittato per tornare in quel giardino pieno di bambù, dove un panda fa ammattire un povero giardiniere.
Takenokolor in breve
Autori: Antoine Bauza, Corentin Lebrat | Artista: Alexandre Roux | Giocatori: 2-4 | Durata: 20-30 | Età: 6+ | Editore: Asmodee Italia
Spoiler: non torneremo nel giardino di Takenoko, ma non ci faremo mancare il bambù che dà il nome a questo gioco (Takenoko, in giapponese, significa germoglio di bambù, appunto) che faremo crescere… colorandolo con i quattro pennarelli che troviamo…
Nella scatola
La scatola è molto compatta, cosa assai apprezzabile, e contiene
- 1 segnalino Panda
- 4 pennarelli e 4 anelli per i pennarelli (blu, giallo, rosa e verde)
- 4 blocchi da 40 fogli
- Il regolamento
Fine!
La partita
Parto subito da qui e non dalla preparazione, perché non c’è nulla da preparare, dovete solo scegliere da quale blocco strappare un foglio a testa, ve ne sono quattro e rappresentano quattro scenari differenti, tolto il primo, tutti aggiungono qualche regola che cambia, senza stravolgerlo, il modo in cui giocherete.
La persona che inizia prende il segnalino panda, lancia i pennarelli sul tavolo e prende uno che userà per colorare un elemento sul suo foglio che corrisponde al colore del pennarello e al simbolo che compare in alto sull’anello di quel pennarello, proprio come se si trattasse di un dado. In senso orario, tutte le altre persone faranno lo stesso (se giocate in meno di quattro, avanzeranno dei pennarelli sul tavolo, non verranno utilizzati in quel round). Può capitare di non avere proprio nulla da colorare, in quel caso si salta il turno.
Ogni scenario ha delle coccinelle disegnate sul foglio in corrispondenza di aree. Quando si completa quell’area, si colora anche il contorno della coccinella. Quando su un foglio viene colorata la terza coccinella, alla fine del round la partita termina e si contano i punti.
Questo è il gioco, semplice semplice. Vi parlavo, tuttavia, di quattro scenari, che rendono il gioco parecchio più interessante. Questi scenari non hanno un nome, per cui gliene darò uno io: il giardino, il fiume, le cascate, il capodanno.
Il giardino
Il giardino è lo scenario base, quello che si usa per imparare a giocare. Siccome stiamo parlando di Takenoko, non vi stupirà sapere che c’è il bambù in ogni scenario e va colorato dal basso verso l’alto, proprio come se stesse crescendo.
Chi conosce Takenoko sa che il bambù è di tre colori (giallo, verde, rosa), qui però abbiamo quattro pennarelli. E l’azzurro? L’azzurro si usa per colorare le nuvole che, una volta completate, vi faranno colorare due segmenti di un bambù a vostra scelta. Qualcuno ha pensato alla pioggia sul dado di Takenoko? Per la cronaca, c’è anche il sole da colorare e dà un consistente numero di punti, se lo completate.
Il fiume
Qui abbiamo il sole che dà punti a chi ha colorato più raggi e il fiume che va colorato da sinistra verso destra, proprio come se l’acqua scorresse. I pesci possono essere colorati solamente se la loro sezione di fiume è colorata. (Qui, se avete giocato a Takenoko, coglierete l’analogia con l’irrigazione).
Le cascate
Qui le cose iniziano a farsi più articolate. Innanzi tutto va ruotato il foglio, poi abbiamo da fare qualche ragionamento in più, vediamo perché.
Il fiume deve essere colorato dall’alto verso il basso e si può scegliere solo una delle due strade, come vedete nel disegno (avete presente le tratte doppie di Ticket To Ride? Ecco.)
Le lanterne sono in modalità “chi prima arriva, meglio alloggia”: solo la prima persona che completa una lanterna ottiene 4 punti, chi la completa successivamente ne otterrà 2.
Contate le foglie sui germogli di bambù che avete colorato, vanno moltiplicate per il numero di laghetti colorati. Nella foto qui sopra, avevo scelto di ignorarli bellamente; la volta prima li avevo completati e, siccome 18 punti mi sembravano tanti, ho voluto provare a non usarli affatto e ho scoperto che non sono poi così fondamentali (ho vinto, di un solo punto, ma ho vinto).
Il capodanno
Sono amici! Il Giardiniere e il Panda, calato il sole, cessano di guardarsi in cagnesco… oppure quello a sinistra è Genma Saotome?
Ma torniamo a Takenokolor.
Questo è uno scenario meno “guidato”. Il Drago può essere colorato come vi pare, ma non dovete mai avere due colori uguali che si toccano. Le parti che ho colorato in azzurro sono le uniche con il vincolo del colore, ma conferiscono un bonus. Ho trovato interessante questo elemento, anche se inizialmente mi ha lasciato un po’ spiazzato perché obbliga a un ragionamento extra, che negli altri scenari non è necessario: i simboli ci prendono per mano e ci guidano, mentre qui abbiamo molta libertà di manovra.
Le altre peculiarità sono le seguenti:
- Alcuni bambù devono avere il segmento più basso colorato di azzurro (E qui torna l’irrigazione)
- I punti dei bambù sono dati dal valore della foglia più alta tra quelle accanto a un segmento colorato moltiplicato per il numero delle lanterne sopra a quel gruppo di bambù. Nella foto qui sopra: (10+5+3) x 2;
- Il fuoco d’artificio va colorato in senso orario, vale tanti punti quanti indicati sul segmento colorato più avanzato, moltiplicato per il numero di sezioni della scia gialla colorate (1 o 2);
- I festoni vanno colorati dall’alto verso il basso
- Le zampe del drago funzionano come le lanterne dello scenario precedente: più punti a chi ci arriva prima.
Conclusioni
L’avrete capito anche voi, giunti a questo punto: Takenokolor e Takenoko sono due giochi completamente differenti e in questo gioco l’ambientazione ha una rilevanza molto marginale. Ciò detto, ho molto apprezzato il tentativo di legare i due giochi tramite dei riferimenti estetici. Non ne ho fatto menzione prima, ma sullo sfondo dei fogli vediamo il Panda, il Giardiniere e persino la signora Panda dell’espansione (Takenoko Chibis).
Il primo e il secondo scenario sono adatti veramente a chiunque, mentre per gli altri ci vuole appena un po’ più di esperienza ludica.
Partiamo, come sempre, dai punti deboli del gioco e non posso che parlarvi del pennarello giallo: i simboli sull’anello sono sempre in bianco e finché lo sfondo è verde, blu o financo rosa, non avrete problemi, ma sul giallo è veramente difficoltoso.
Takenokolor non ha particolari guizzi a livello di meccaniche. Sono tutte cose già viste in altri giochi “roll and write”, ma queste cose le fa bene e il risultato estetico è davvero molto, molto appagante.
Gli scenari con quattro icone panda sul foglio sono i più impegnativi, sia per la questione moltiplicatori, sia perché ci sono più modi per fare i punti. La tentazione sarà quella di cercare di fare tutto, ma vi invito ad abbandonarla immediatamente. La partita termina quando una persona arriva alla terza coccinella, se non tenete d’occhio i fogli delle altre persone potreste trovarvi a sopresa all’ultimo turno della partita, quando ve ne servirebbero ancora un paio per fare un bel numero di punti.
Personalmente, avrei preferito le lavagnette cancellabili, ma è anche vero che prima di finire i fogli, bisogna giocarci almeno 20 partite in quattro e a quel punto probabilmente anche i pennarelli inizieranno ad accusare il colpo e potreste valutare l’idea di prenderne una seconda copia, visto il costo molto contenuto.
Ultima nota positiva è l’utilizzo dello standard ColorADD: un linguaggio universale , inclusivo e non discriminatorio che permette ai daltonici di identificare i colori. Se avete giocato con persone che hanno difficoltà con i colori, forse potete avere idea di quanto possa essere utile un linguaggio del genere. Ottima iniziativa.
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