Il Collezionista di Prime Partite – L’assedio di Runedar
“Quattro picconi all’orizzonte, gli Street Dwarves, sono quattro eroi al servizio dell’avarizia” (da leggere cantando). E per farvi passare definitivamente la voglia di proseguire, vi dico che avarizia fa rima con Knizia.
Dalla prima volta che ho visto quella scatola che diventa plancia ho voluto mettere le mani su questo gioco, anche per la curiosità di provare un Knizia inusitato. Nonostante non ci siano miniature che sembrano il Laocoonte, visivamente l’impatto è grandioso! La cittadella, le mura, la torre d’assedio, la catapulta, le risorse sparse nei magazzini… Si viene attirati con seduzione nell’ambientazione del gioco. Peccato che poi, durante la partita, questa ambientazione venga un po’ persa di vista. Come quando vedi stupendi abiti sui internet e poi ti arrivano a casa e sembri un sacco della spesa.

L’ambientazione: siamo dei nani in una fortezza, veniamo assaliti degli orchi che per chissà quale motivo non cercano neanche di farci il solletico ma solo di rubare il nostro oro. Unica via di fuga, scavare un tunnel che ci permetta di uscire dal bastione e metterci in salvo insieme alle amate pepite. Il modo migliore per insegnare che il denaro non è la cosa più importante del mondo.
La meccanica è quella del deck building. Ad ogni turno avremo cinque carte con varie azioni (scavare, attaccare in mischia, attaccare a distanza, raccogliere) che dovremo ottimizzare. Raccogliere materiali ci permetterà di costruire nuove armi e oggetti potenziati da inserire nel mazzo sostituendole a carte in mano (non avremo mai più di dodici carte e dopo ogni mischiata due andranno nascoste e per i successivi due round non si pescheranno).
Si vince solo scavando il tunnel che decide anche il livello di difficoltà, nel senso che potremo scegliere quante pietre dovremo scavare per ogni settore della via di fuga. Si perde in molti modi: finiscono le carte di pesca dei mostri, la catapulta distrugge totalmente il mercato delle carte, gli orchi prendono tutto l’oro, non ci sono più abbastanza pedine orco da piazzare, il barista comincia a mettere le sedie sui tavoli, le locuste mangiano tutti i vostri raccolti o la vostra compagna vi dice “Come vuoi…”

Le regole si spiegano in cinque minuti e la partita scorre agevolmente e senza preoccupazioni, se non quella che c’è da affrontare il nemico più temibile, quello contro cui potete davvero poco se la giornata è di quelle sbagliate: l’ALEA! E di questa ce n’è veramente una vagonata.
La fortuna è nella pesca della nostra mano, nell’uscita delle carte dei nemici e soprattutto nel lancio dei dadi che useremo per attaccare. Niente di male, il gioco è impostato per ricreare una situazione in cui il fato può cambiare ogni cosa, ma se vi capita una serata come la nostra la frustrazione potrebbe essere l’unica vincitrice per cui vi consiglio di avvicinarvi a questo titolo con la voglia di divertirvi e non di mettervi troppo alla prova. Quello che faccio io ogni anno quando arriva la prova costume. Diciamo che è un gioco perfetto da tenere intavolato in caso di fiere e dimostrazioni, attirerà curiosi come i nuovi modelli dell’Iphone.
La nostra partita: Quattro nani contro i dadi
In un vortice di arroganza decidiamo di mettere nove pietre da scavare per il tunnel e affrontiamo il gioco con decisione, ma sono già dubbioso per il fatto che manchi il blu e debba accontentarmi di un superstizioso nano viola (ogni riferimento al Turno del Viola è puramente casuale).

I nani raccolgono e scavano come da tradizione, un po’ meno usuali le scarsissime attitudini al combattimento, tramutate in decine e decine di tiri di dadi a vuoto. La maggior frustrazione è data dal fatto che quando facciamo combattimenti corpo a corpo escono solo simboli a distanza e viceversa al punto che decidiamo di prenderla come esperienza catartica e concentrare tutte le nostre sfortune in questa partita. Se ci sono effettivamente riuscito mi aspetta una vittoria al Superenalotto sdraiato su un letto di quadrifogli nel futuro.
I nostri personaggi difendono il fortino con la fierezza del Brasile contro la Germania nel Mondiale del 2014. Ad un certo punto il mio nano si trova circondato da cinque orchi, tanto da ricordare a tutti quel meme. E se non vi viene in mente, non chiedete. Nonostante tutto arriviamo a poche pietre dal riuscire a fuggire con una manciata di pepite, ma ahinoi finiscono le carte di pesca dei nemici. Ed il barista comincia a prendere le sedie. E sulla strada del ritorno vedo decisamente troppe locuste in giro. Tornato a casa preferisco non sfidarmi chiedendo alla mia ragazza “Posso comprare qualche gioco nuovo?”
Se siete riusciti a salvare un po’ d’oro c’è solo un posto dove investirle, Magic Merchant! E magari anche un cornetto portafortuna…