Checkpoint Charlie – Quanta guerra vuoi?
Quando apriamo per la prima volta la scatola di un wargame potremmo trovare una sorpresa: dentro potrebbe esserci molta meno guerra di quanto pensiamo.
Nel podcast Checkpoint Charlie continuiamo a parlare di gioco di simulazione e di alcuni stereotipi che lo affliggono. In questo caso, la visione classica che ne hanno i “non addetti ai lavori” è che si tratta di giochi il cui fondamentale se non unico oggetto è la gestione militare di un conflitto armato. Se questo è pur vero per molti titoli, lo stesso non può dirsi nel genere in suo complesso. Questo sia perché già nel wargame tradizionale possono entrare in azione elementi esterni al semplice momento bellico (morale, logistica, influssi culturali e tecnologici sul modo di combattere) sia perché – fin dagli anni Settanta, e in grandissima misura negli ultimi tempi – si sono moltiplicati quei regolamenti che rappresentano un evento storico in tutto il suo intreccio di aspetti militari, politici, economici e non solo. Questi nuovi titoli si basano su concezioni più moderne ed estese di “conflitto” e “comando”, andando al di là del dettaglio sul numero del reggimento o le prestazioni di un modello di carro armato rispetto a un’altro, e al contempo riuscendo a mantenersi semplici. Forse addirittura diventando ancor più interessanti, proprio perché basati su piani di simulazione che precedentemente non venivano considerati in maniera sufficiente.
Seguite questo nuovo episodio di Checkpoint Charlie, e scoprite quanta e quale idea di guerra si cela tra le pagine di un wargame!
Commento all'articolo
Devi essere connesso per inviare un commento.