Giochi Atipici – Whakaari
Whakaari, è il gioco vincitore della Italian Game Jam 2022, che grazie all’intuizione degli autori Sonia e Stefano è arrivato sui nostri tavoli.
I party game non sono sicuramente il mio genere, ma questo aveva attirato la mia attenzione per la sua ambientazione e ,grazie a Tambù che me l’ha gentilmente omaggiato, ho avuto occasione di provarlo.
Whakaari è un party game che mi ha riportato alla mia infanzia, quando durante le feste si giocava al famoso Non ti arrabbiare. Alla prima partita è proprio questa la sensazione che ho provato, senza dadi è vero, sicuramente svecchiato, con l’ aggiunta di tratti tipici di un gioco da tavolo moderno, con una forte interazione dove sarai obbligato a mettere il bastone tra le ruote al tuo avversario e, quando sarai costretto a tornare al tuo check point o alla tua base, quando eri li lì per vincere la partita, ti arrabbierai, e come!

Il gioco gira bene sia in tre che in otto giocatori, forse in otto è un po’ caotico ma per un party game va più che bene.
Le illustrazioni sono meravigliose: quei Tiki fanno scendere la lacrimuccia; chi, nato negli anni 90, non ha mai giocato a Crash Bandicoot? Le immagini di Whakaari evocano proprio la maschera di Aku Aku. Insomma per noi nostalgici è un vero tocco al cuore.

I materiali sono ottimi, pedine in legno leggere ma comunque ben fatte e le carte sembrano resistenti, consiglio comunque di imbustarle; con i party game, dove ci sono tanti giocatori al tavolo, conviene sempre proteggere i materiali. Anche il cartone delle plance e degli altri elementi del gioco è abbastanza resistente, avevo paura per il vulcano a incastro: smontandolo e rimontandolo, credevo si sarebbe subito rovinato, invece dopo parecchie partite resiste senza imperfezioni.
L’ambientazione si sente! Nato con l’idea di The Floor is Lava come raccontato dagli autori, ci fa sentire realmente sopra piattaforme instabili, con il rischio di cadere nella lava da un momento all’altro. Certo non ci bruceremo se la terra ci crollerà sotto i piedi, ma cercheremo sempre di spostarci per trovare il posto più sicuro.
L’unica pecca che ho trovato nel gioco è il regolamento, scomodissimo, stampato su un foglio pieghevole. Alle prime partite, essendo un gioco ricco di simboli e non sempre del tutto chiari, ti ritroverai ad aprire e richiudere quel foglio a ripetizione, cercando la spiegazione dell’icona (anche se vi è una scheda di riferimento dietro la carta abilità del proprio Tiki). Alla prima lettura non l’ho trovato chiarissimo; chiedendo chiarimenti agli autori, poi, ho scoperto che vi è un errore riguardante i simboli speciali, dove la loro descrizione è invertita (il simbolo arancione permette di spostare SOLO la piattaforma sulla quale ci troviamo mentre il simbolo nero farà spostare tutte le piattaforme TRANNE quella su cui ci troviamo). Nonostante questo piccolo difetto il gioco è godibilissimo.

È adatto a tutti, forse i neofiti inizialmente avranno difficoltà con le icone che a volte sembrano essere troppo simili tra loro, ma dopo la prima partita avranno già appreso tutto e si divertiranno tantissimo a fare cattiverie all’avversario. Ho apprezzato anche la leggera asimmetria data dalle abilità di ciascun Tiki, che però personalmente ho introdotto dalla seconda partita dopo che i giocatori avevano ben appreso il flow del gioco.

In conclusione, nonostante il mio essere restia al genere mi sono dovuta ricredere, mi sono divertita parecchio. Forse perché mi ha riportato indietro nel tempo, aggiungendo però quel qualcosa di innovativo da renderlo un gioco da tavolo moderno. Insomma un party game che è riuscito a conquistare il mio cuore da giocatrice German!
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