Zügom, o di come si fanno le cose per bene
Domenica 13 ottobre ho avuto la fortuna di presenziare ad una giornata ludica così ben organizzata che voglio condividere con voi le mie sensazioni ed i miei pensieri a riguardo, soprattutto in merito al lavoro fatto dalle Associazioni di divulgazione ludica.
Partiamo dall’organizzazione. Il Festival del Gioco è stato fortemente voluto (infatti siamo già alla terza edizione) dalla Biblioteca di Concesio, un piccolo paese poco fuori Brescia.
Da quando ho avuto la possibilità di cominciare a frequentare questo ambiente devo dire che la mia passione per i giochi non ha fatto che aumentare. In questo piccolo gioiello (di biblioteche così belle ne ho viste poche) si fa della comunità il centro di tutto, con continui eventi atti a far riunire le persone e a far valere il ruolo che un posto di conoscenza deve avere: quello educativo. E, se si parla di educazione, tra le mille iniziative presenti non poteva mancarne una legata al mondo ludico e ricreativo, per cui si organizzano serate gioco settimanali ed eventi ricorrenti come questo Festival, o la meravigliosa 24 ore ludica.



L’organizzazione non si è fermata ad allestire la zona del giardino, e giocare all’aperto è sempre una bella sensazione, ma anche ad una scrupolosa attenzione sia per chi gioca sia per chi spiega, con tanto di mappa dell’evento, maglietta personalizzata per le associazioni, buono pasto presso i sempre presenti Alpini e lotteria con giochi in regalo!
Vi assicuro che sono stato ad eventi decisamente più grandi senza nessuna di queste accortezze.
Passiamo poi a quello che, secondo me, è il vero collante di eventi come questo, ma in generale del movimento ludico italiano: sto parlando delle Associazioni.
E’ sempre magnifico vedere come una passione individuale possa diventare un mezzo per “fare gruppo” e, da qui, organizzare eventi per raggiungere nuove persone e cercare di contagiarle con le nostre emozioni. Tante persone che partecipano non solo per il loro divertimento personale, ma anche prodigandosi in maniera del tutto volontaria per far divertire chi questa passione non la conosce o non sa con chi condividerla.
E si spazia in ogni genere: dall’hardcore gamer che vuole far provare l’ultima novità alle famiglie che vengono per fare una passeggiata e restano colpite dai colori di una scatola o dalle stupende miniature, fino ai bambini che del gioco sono i veri padroni e necessitano solo di essere instradati e accompagnati verso qualcosa di più articolato.
Brescia, da questo punto di vista, è ben equipaggiata con molte realtà che si muovono sul territorio ed in ogni evento possibile con dedizione e professionalità, e colgo l’occasione per elencare brevemente i partecipanti: dalla Tana dei Goblin Brescia (permettetemi di citarla per prima visto che ne faccio parte) al Tempio Ludico, dai Giocatori Malmostosi all’Antro del Drago, da Lez Nerd fino alle Terre Ludiche e a Montichiari che Gioca. Grazie a tutti per l’impegno che ci mettete tutti i giorni!
Alternandomi tra spiegazioni e gioco libero un piccolo elenco di altre “prime partite”:
It’s a bomb!
Velocissimo gioco di deduzione collaborativo (con master) in cui, su una griglia di tessere coperte, dobbiamo fare domande per trovare e tagliare i cavi colorati, disinnescando, così, la bomba. Ovviamente il gioco ha un timer (la bomba è a orologeria!) e diversi livelli di difficoltà. Non un capolavoro ma sicuramente un buon modo per passare una decina di minuti, la tensione al tavolo si sentiva eccome (così come elucubrazioni assolutamente folli sul posizionamento dei cavi).

Galileo Project
Gioco in cui dovremo colonizzare al meglio le lune di Giove, grazie a robot specializzati ed aiutanti umani. Abbiamo un mercato di carte da cui attingere in cui gli umani daranno o risorse immediate o punti a fine partita, mentre i robot daranno bonus sempre più forti in base al numero di carte comprate con quella specializzazione; ci saranno poi tecnologie da raggiungere ed obiettivi aperti a tutti da completare. I robot assegnati alle lune ci faranno avanzare nei relativi tracciati per sbloccare sempre più punti e nuove e più potenti abilità. Uno di quei giochi in cui alla fine ogni azione possibile porta qualcosa in cascina, con interazione quasi nulla. Mi è piaciuto e lo riproverei volentieri, un po’ meno per quei colori fluo “spaccarètina”…

Onitama
Gioco per due altamente scacchistico in cui, ad inizio partita, si scelgono cinque carte che permettono specifici movimenti per le pedine e resteranno quelle per tutta la partita; ogni giocatore ne ha due e, una volta utilizzata, una di queste passa all’avversario. Si vince quando si conquista il sensei avversario o il proprio sensei raggiunge il tempio del nemico. Eleganza straordinaria per uno “spaccameningi” puro.

Ahoy
L’asimmetria la fa da padrona in questa sfida per conquistare i sette mari! Schieramenti contrapposti con metodologie di fare punti completamente diverse in quello che ci viene presentato come un “Root con meno steroidi”.
Le meccaniche principali sono quelle del piazzamento dadi e dell’esplorazione su mappa, ma non manca una sana dose di pick up and delivery. Seguivo questo gioco dall’ultima Play e non ho perso l’occasione di provarlo in questa sede, anche se lo stesso spiegatore ce lo presenta con un “Ci ho fatto due partite ma non siamo mai arrivati in fondo” ben poco lusinghiero. Ecco, neanche io sono arrivato in fondo… Non mi azzardo in giudizi dopo mezza partita, immagino che noi al tavolo non l’abbiamo capito, ma non ci è sembrato ben bilanciato con uno strapotere di una fazione sulle altre. Non so se mi prenderò mai la briga di dargli un’altra occasione e mi brucia parecchio.



Faraway
Piccolo gioiello che ci ha riempiti di entusiasmo dopo la precedente batosta (e non solo perchè gli spiegatori ci hanno fatto gentile dono di pizzette, the e lambrusco per merenda). Meccanica intelligentissima in cui prenderemo carte da un mercato centrale e le giocheremo in ordine dalla prima all’ultima, ma una volta finito di schierarle i punteggi presenti su ogni carta si risolveranno in senso opposto.
Non facile da spiegare, necessita di molta attenzione per essere giocato, divertente all’inverosimile soprattutto perché si sa che si affronteranno partite di poco più di dieci minuti. Dato che da queste poche righe scritte male non capirete come funziona, godetevi le bellissime illustrazioni.


Galaxy Trucker
Fosse stato solo per la fase iniziale, in cui nel tempo di due clessidre bisogna assemblare la propria nave prendendo i vari pezzi da centro tavolo, sarebbe stato uno dei miei giochi preferiti della giornata! Sfortunatamente c’è la seconda parte, in cui la nave deve viaggiare… e lì l’hype sprofonda nel più lontano dei buchi neri. Un po’ lungo per quello che restituisce, cioè una gigantesca botta di alea che cade dal cielo e sfascia la nostra astronave,

In conclusione voglio nuovamente fare i complimenti a chi si impegna giorno e notte per portare il gioco a tutti, con sforzi che troppe volte vengono dati per scontati.
D’altra parte, anche se ormai è un modo di dire desueto, stiamo sempre parlando di “giochi di società” 😉