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Essen a Milano 2024

Per chi come me non ha possibilità di viaggiare in terra teutonica per Essen, la più grande fiera del gioco europea, ecco qui un comodo modo per recuperare le anteprime più succose!

Nella straordinaria cornice della Casa del Gioco di Milano, un vero bengodi per qualsiasi giocatore grazie ai suoi spazi giganteschi e alla moltitudine di tavoli disponibili, la Tana di Goblin di Milano (Board Game Society) organizza l’annuale corso di recupero sulle nuove uscite della Spiel. E non vi sembra questa l’occasione perfetta per il vostro Collezionista di Prime Partite preferito?

Perchè sono il vostro preferito, vero????

Per prima cosa lasciatemi complimentare con l’organizzazione, veramente inappuntabile. Avere una conoscenza così estesa e capace di giochi presentati solo da un paio di settimane ha del sovraumano, ma anche dal lato umano tutti gli spiegatori sono stati simpatici, amichevoli e sempre con il sorriso (anche quando magari dovevano spiegare due-tre tavoli in contemporanea). Come sempre grazie per il vostro impegno e la vostra dedizione, alla fine è uno sforzo completamente senza tornaconto, fatto solo per far divertire altre persone.

Ma andiamo con la carrellata di giochi provati! Per una volta sono novità, non cose che molti di voi conoscono già a memoria!

Algae Inc.

Primo gioco provato e probabilmente è il cinghiale più grassoccio presente alla giornata, tanto per stare leggeri a colazione. Difficile dare una spiegazione del gioco in poche righe vista la straordinaria variabilità, ma cercherò di darvi qualche indicazione.

Il gioco è un asimmetrico, ci sono quattro aziende che fanno produzioni diverse ma tutte con le alghe (benzina, cosmetici, cibo e sacchetti/bicchieri usa e getta); ogni plancia giocatore è totalmente diversa dalle altre e stessa cosa si può dire per il modo di giocare, anche se alla fine vincerà chi farà più punti vittoria. Avremo tre tipi di lavoratori: i produttori che ci faranno arrivare le alghe grezze e ci aiuteranno a confezionare il prodotto finito, gli ingegneri che ci permetteranno di migliorare il sistema produttivo, e gli scienziati che faranno più o meno la stessa cosa con la differenza che, se gli ingegneri aggiungono cose utili alla plancia, gli scienziati servono a togliere quelle più deboli. La plancia è un grande puzzle a cui aggiungeremo e toglieremo tessere per renderla sempre più performante ed aiutarci a massimizzare la produzione. E una volta che avrete il prodotto finito non vorrete mica tenerlo fermo! C’è anche una parte di vendita su mappa che ci porterà altri punti e bonus.

Il gioco si presenta con una complessità molto alta, con la necessità di conoscere a menadito la propria fazione e tutte le tessere che si possono mettere e togliere (in molti casi sono anche a doppia faccia); la costruzione del motore produttivo è il centro del gioco che permette in rarissimi casi di avere una interazione diretta (potremo andare a togliere le alghe del tipo che serve alle altre produzioni). La spiegazione, per quanto perfetta e anche molto simpatica, mi ha fatto scendere il sangue dal naso; forse questo tipo di complessità è un po’ troppo per me visto che decisamente non è un gioco adatto alle sole prime partite, ma la sensazione che mi ha lasciato è di un gioco profondo e completo che una volta padroneggiato potrebbe dare enormi soddisfazioni. Promosso a pieni voti e presto sui tavoli dei più agguerriti germanisti.

SETI

Il gioco che più attendevo e sicuramente quello che mi ha maggiormente convinto e colpito. Si ripercorre il progetto Search for Extra-Terrestrial Intelligence e, non ci crederete, l’ambientazione si sente eccome!

Dovremo inviare satelliti in giro per la galassia, esplorare pianeti e lune e soprattutto inviare segnali nel cosmo, nella speranza di intercettare qualche lontana razza aliena ed imparare a conoscerla. Le nostre azioni saranno relativamente poche (inviare satelliti e rover, spostarli, inviare segnali nello spazio) a fronte di una straordinaria quantità di concatenazioni e miglioramenti grazie anche all’abbondante quantità di carte; il gioco infatti inizierà lento per poi esplodere nella seconda metà con combo devastanti.

La meccanica semplice ed intuitiva è attraente, ma la parte del padrone la fa l’estetica con una plancia rotante di rara bellezza e chiarezza nell’iconografia. E quando penserete di aver finalmente preso in mano il gioco, arriveranno le razze aliene (due ogni partita delle cinque disponibili) a cambiare completamente le carte in tavola, dando un ulteriore twist ad un gioco già interessante.

Sicuramente questo arriverà a casa non appena la Cranio lo localizzerà e non vedo l’ora di poterlo giocare molte altre volte (non ci crederete ma non faccio SOLO prime partite). Ulteriore nota di merito allo spiegatore, probabilmente il migliore che mi sia mai capitato di incontrare; se leggerai queste righe fammi un cenno di saluto!

Fall of Lumen

Altro titolo graficamente godurioso è questo deck building con spostamento su mappa a tema fantasy in cui impersoneremo diverse fazioni di eroi esiliati che cercano di infiltrare spie nella potente città volante di Lumen (e se avete letto il titolo capite che le cose non stanno andando proprio benissimo in quei lidi).

Una delle meccaniche più interessanti è proprio che tutto quello che faremo servirà per riuscire a mandare spie a Lumen e saranno solo loro a darci punti a fine partita. Il gioco è riccamente ambientato, la quantità di carte (incantesimi, accessori, aiutanti ecc.) gargantuesca, il comparto grafico splendido e la possibilità di combo pressocché infinita.

Al punto che la mia partita è stata un pochino frustrante in quanto ho giocato contro il solo spiegatore e quando i miei turni duravano 5-6 azioni i suoi ne duravano almeno il quadruplo! Il gioco è molto buono e rende, ma mi resta un “ma”: alla fine si tratta di un gestione risorse prendo segnalino-spendo segnalino… niente di male, anzi, ma vista l’ambientazione mi aspettavo qualcosa di più epico e meno calcoloso… ma il gioco non si presenta così per cui è solo un tarlo mio, probabilmente ancora scottato dalle Leggende di Andor.

Eternitium

E qui le mie aspettative altissime sono andate a sbattere contro l’imperioso muro della realtà.

In questo caso parliamo di un deck building (si capisce che è una meccanica che adoro?) molto semplice e veloce in cui avremo un mazzo di carte con 4 simboli ed il nostro scopo sarà abbinarle ai portali che ci troveremo davanti per scartarli. Il primo che scarta tutti i portali vince.

La meccanica più interessante è che all’inizio di ogni turno pescheremo una carta simbolo che andrà ad appesantire il mazzo e, alla fine di ogni turno, potremo fare mercato acquistando carte con differenti abilità di livello 1 e 2, la moneta per pagarle non sarà altro che aggiungere un numero uguale di portali alla nostra riserva.

La partita scivola veloce (aggiungo che è l’unica partita che ho fatto per intero e ho pure stravinto), leggera e divertente in circa mezz’ora, la grafica delle carte e molto carina anche se smetterete di guardarla in mezzo secondo concentrandovi solo sui simboli. E allora perchè non sono convinto? Perchè mi resta la sensazione che dopo tre partite questo gioco abbia detto tutto quello che può e non venga più voglia di intavolarlo se non in associazione con i neofiti. Lieto di essere smentito ovviamente.

Asian Tigers

Dopo tante grafiche interessanti ecco un tavolo a cui, per il colpo d’occhio, sicuramente non mi sarei mai seduto, ma dopo averne letto tanto bene mi accomodo curioso.

Parliamo di un piazzamento lavoratori con costruzione motore e crescita tracciati, asettico e matematico, ma con degli sviluppi interessanti. Per esempio, nei due turni a disposizione avremo 10 lavoratori da piazzare nei quattro stati emergenti (Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong, Singapore), ogni stato avrà tre spazi e potrà accettare solo lavoratori di un colore tra quelli neri, grigi o bianchi (viva il caleidoscopio!) che abbiamo a disposizione, per cui è importante un’attentissima pianificazione della concatenazione delle azioni. Avremo poi una plancia personale “a la Pfister” in cui raccoglieremo premi con lo svuotamento dei vari settori.

Il calcolo del punteggio è cervellotico, con lunghe serie di moltiplicatori per ognuno degli stati ma, avendo finito la partita al primo turno, non l’ho provato di persona, sicuramente non stavo minimamente capendo chi stesse vincendo. Un titolo solido e che mi piacerebbe riprovare avendo però un po’ più di tempo a disposizione e un po’ meno gusto estetico (anche se vedendo la qualità delle mie fotografie uno non direbbe mai che ne abbia).

Arcs

Chiudiamo l’entusiasmante carrellata con l’ultima fatica di Cole Wehrle, già fortunato autore di Root e Oath.

Questa volta l’azione si sposta negli spazi siderali dove controlleremo un impero stellare che si dovrà espandere per fondare città da tassare senza pietà, e spazioporti per aumentare la potenza della flotta.

Si gioca con un mazzo di carte di quattro colori diversi (i colori corrispondono alle azioni che si possono fare) e valori da 1 a 7 dove le più basse ci permetto di fare più azioni e le più alte meno, ma le carte più alte ci permetteranno di essere il primo giocatore del turno successivo. Cosa fondamentale in quanto chi giocherà la prima carta potrà decidere di abbassarne il valore a zero ma di attivare uno dei punteggi disponibili che daranno punti su diversi tipi di maggioranze (simboli, risorse, truppe nemiche catturate o uccise).

Azioni poche, profondità enorme e a fare da corollario le carte alleato con la sempre splendida grafica che contraddistingue le opere di questo fantastico autore, che ogni volta riesce a creare qualcosa di innovativo. Strategia, cattiveria e caterve di dadi danno per rovinare le amicizie e farmi odiare dal malcapitato al tavolo con me al quale ho praticamente estinto la flotta per la semplice colpa di essermi seduto vicino. Scusa ancora ragazzo…

In definitiva un evento organizzato alla perfezione in un luogo consono e con persone strepitose che dà la possibilità anche ai meno fortunati di poter vivere l’esperienza Essen senza lo sbattimento di mangiare wurstel, crauti e patate per una settimana (stereotipi culturali ne abbiamo?).

Se non potete essere né a Essen, né a Milano potete stare comodamente sul divano e consultare il catalogo di MagicMerchant.it!