Star Wars Rebels 3×06, la recensione
In Imperial Super Commandos, l’episodio 3×06 di Star Wars Rebels, Sabine ed Ezra si trovano a fare i conti con la turbolenta situazione politica mandaloriana; ne parliamo qui.
Poiché la ribellione ha perso ogni contatto con l’accampamento dei Protettori sulla terza luna di Concord Dawn, nel sistema di Mandalore, Ezra, Sabine e Chopper vanno ad indagare, portando con loro Fenn Rau, il capo del gruppo di mandaloriani, fatto prigioniero durante l’episodio della seconda stagione The Protector of Concord Dawn, che non desidera altro che tornare in libertà.
Mandalore è apparsa spesso nelle serie animate, sempre dilaniata da terribili lotte intestine: anche in questo caso ci troviamo di fronte a gruppi di guerrieri che si sono schierati su fronti opposti, portando con sé tutta la tradizione bellica mandaloriana. Nel mezzo di questo scontro si inserisce la storia personale di Sabine, ancora molto poco toccata dalla serie, ma che sembra verrà approfondita ulteriormente in questa stagione.
Imperial Super Commandos sembra soffrire, come già Hera’s Heroes prima di esso, di una certa stanchezza nella scrittura e nei contenuti: pur incentrandosi su un argomento interessante, i personaggi agiscono in maniera incoerente, cambiando radicalmente idea in pochi minuti oppure comportandosi in maniera eccessivamente ingenua. I dialoghi mancano di brio e dramma, risultando spesso piatti. Il personaggio di Fenn Rau pare inconsistente e contraddittorio, mentre Ezra, come già nei quattro episodi che precedono, sembra più un comprimario che un protagonista, come se tutto ciò che è accaduto nelle due precedenti stagioni non gli avesse insegnato nulla sul come stare all’interno di una ribellione.
Gran parte dell’episodio è occupato da scontri che, complice anche la difficoltà di rendere movimenti complessi e fulminei attraverso i modelli in computer grafica, risultano troppo lunghi e poco interessanti, anche perché la posta in gioco tra i personaggi è la più semplice immaginabile. I mandaloriani al servizio dell’Impero sono certamente una possibilità accattivante, ma sono resi quasi soltanto come dei semplici avversari di scala minore, sgherri al servizio di un nemico più grande: eppure la loro vicenda biografica dovrebbe essere sufficientemente travagliata da garantire almeno qualche battuta suggestiva, invece di dialoghi puramente espositivi.
Una delle caratteristiche che più elevava le scorse stagioni di Star Wars Rebels era la capacità di rendere significativi, in modi a volte imprevedibili, gli avvenimenti di un singolo episodio di venti minuti, attraverso la nuda forza della propria sceneggiatura e delle domande che essa sollevava: dopo Holocrons of Fate, questa terza stagione sembra essersi impantanata in una serie di episodi che, in maniera più o meno riuscita, finiscono sempre per risolversi in maniera simile, con finali positivi e semplicistici, poveri di contenuto. The Last Battle se l’è cavata meglio sotto questo punto di vista, ma va anche detto che andando a recuperare – in maniera per nulla dissimulata – Star Wars: The Clone Wars, giocava gran parte delle sue carte emotive sull’effetto nostalgia. Anche del grandammiraglio Thrawn per ora non si è detto molto, anzi, quasi nulla, tanto che non è chiaro nemmeno quali sono i suoi futuri piani nei confronti dei ribelli, nonostante ci sia stato fatto intendere che si tratti del più temibile avversario per l’equipaggio della Ghost.
È difficile non pensare che l’abbassamento di tensione e di qualità che si registra in questi ultimi episodi non abbia nulla a che fare con l’abbandono della serie da parte di Dave Filoni, supervising director di Star Wars: The Clone Wars e poi di Star Wars Rebels, il cui posto è stato occupato da Justin Ridge. Si vocifera che la ragione di tale cambiamento sia la preparazione di una nuova serie animata, il che potrebbe non essere troppo lontano dalla verità. Sembra difficile altrimenti giustificare il suo allontanamento dalla serie che lui stesso ha impostato e contribuito a creare.
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