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Anteprima: Divinity Derby, Ares Games lancia un Kickstarter divino!

Quando un solenne concilio divino sul Monte Olimpo si trasforma in una folle corsa di mostri mitologici abbiamo un bel Divinity Derby! Ecco l’anteprima del gioco che oggi Ares Games ha lanciato su Kickstarter.

Il nome la dice lunga su questo nuovo Kickstarter che Ares Game ha lanciato proprio oggi: Divinity Derby è infatti una gara delle creature più famose delle principali mitologie del mondo. E come tutte le questioni in cui sono coinvolti degli dei (e i loro poteri) le situazioni non sono mai scontate: se è vero infatti che non sono gli dei stessi a gareggiare, è anche vero che saranno loro a guadagnare (o perdere) a seconda dell’esito della gara… gara che sarà quindi ampiamente influenzata dai colpi bassi che si scambieranno i divini sostenitori, dalla lotta fra i loro poteri, dall’insondabile Fato e dal capriccioso Zeus, che avrà sempre l’ultima parola.

Divinity Derby è un gioco da 3 a 6 giocatori ideato da Carlo A. Rossi, illustrato dall’artista ucraino Denis Martynets e impreziosito dalle miniature dei sei mostri in gioco (un drago, un pegaso, un lammasu, una fenice, un grifone e una silfide) scolpite dal maestro scultore Bob Naismith.

Come si presenta

Anzitutto la componentistica sembra piuttosto elegante, pur mantenendo un aspetto “giocoso”: 1 tabellone quadrato (56×56 cm) con il prercorso di gara, lo spazio per le carte e la classifica, 6 segnalini Divinità, 1 segnalino “Primo giocatore” a forma di cornucopia, 24 segnalini “Creatura” , 54 carte “Movimento”, 66 carte “Puntata” e 6 sostegni per le carte da usare durante il gioco… oltre naturalmente al libro delle regole.

Il gioco

Ogni giocatore impersona (si fa per dire) uno dei 3-6 dei che seguono la corsa: prende quindi il mazzo di carte Puntata della divinità che rappresenta, il segnalino di tale divinità e i segnalini delle creature in gara. Poi si mescolano in un unico mazzo le carte Movimento che appartengono alle creature in gara e si formano una mano di carte per ciascun giocatore mettendole in fila sui sostegni forniti nel gioco. Tabellone al centro, miniature delle creature in gara sulla linea di partenza… pronti, attenti, VIA!

No, un momento, bisogna spiegare una cosa fondamentale perché in Divinity Derby abbiamo una meccanica di gioco un po’ particolare: di solito siamo abituati a giocare ognuno con la propria mano di carte (belle o brutte che siano) mentre quella degli avversari ci è ignota, ma in Divinity Derby ogni giocatore ha a disposizione 2 mani di carte, disposte in fila sugli appositi sostegni, e ognuna di queste mani è condivisa con un giocatore adiacente. Essendo carte movimento, è possibile quindi conoscere parte delle mosse a disposizione dei giocatori al nostro fianco e poter scegliere e valutare quali consentire e quali bloccare, e questo crea non solo una fortissima interazione, ma anche la possibilità di fare previsioni, macchinazioni e… ritorsioni fra déi.

Detto questo, quando è il suo turno il giocatore provvede a fare le sue puntate sulle creature impegnate nella gara, ponendone i segnalini sulle carte puntata scelte dal mazzo della sua divinità, e contemporaneamente gioca due carte movimento, pescate ciascuna da un contenitore diverso; ogni carta riporta un valore più alto e un valore più basso: il giocatore dovrà giocarne obbligatoriamente una per il suo risultato più alto e una per il suo risultato più basso e dovrà scegliere bene se vorrà che le creature su cui ha puntato gli facciano guadagnare di più.

Perché in Divinity Derby non vince chi arriva primo, vince chi si giostra meglio le sue puntate.

Una volta che la prima creatura ha passato il primo traguardo, sarà possibile giocare movimenti speciali e poteri delle singole creature, per dar loro ad esempio più scatto, ma bisogna fare attenzione perché abusare dei propri poteri potrebbe portare a far arrabbiare il giudice Zeus con la conseguenza di vedersi squalificare la creatura su cui avevamo puntato.

Passato il secondo traguardo la partita si ferma e si procede agli incassi delle puntate.

Naturalmente vincerà la divinità che alla fine del Derby si ritroverà con più… crediti fra le divine mani.

Che dire? Un gioco veloce, e interessante, oltre che ben presentato. Non mi pronuncio sulla meccanica di gioco, dato che non l’ho ancora provato 🙂 ma questa cosa delle mani condivise ha acceso la mia diabolica curiosità…

Qui abbiamo il collegamento alla campagna su Kickstarter e chiudiamo questo articolo come un dovuto “How to play” e facendo un in bocca al lupo ad Ares Games.

 

il Ludografico (in arte Luca Canese) divide la sua vita fra giochi in scatola, romanzi fantasy e miniature da dipingere. Consumato (e a volte scostumato) dungeon master, ama trascinare i suoi amici in mondi sconosciuti e antichi misteri sognando, un giorno, di poterci approdare davvero...