Storie di GDR #3 – Ruins of Symbaroum: intervista al suo autore Mattias Lilja
Oggi andiamo a parlare di Ruins of Symbaroum, l’adattamento di Symbaroum alla Quinta Edizione che tanto ha fatto parlare le community del GDR, direttamente con il suo autore Mattias Lilja.
Ritorniamo con l’appuntamento Storie di GDR, rubrica in cui faccio due chiacchiere con esponenti della comunità del Gioco di Ruolo.
1 – Ciao Mattias, sono lieto di averti come mio ospite qui. Per prima cosa, quando guardo a questa serie, la immagino come una sorta di salotto in cui possiamo parlare di qualsiasi cosa. Quindi iniziamo da te. La tua età, passioni, lavoro, come passi il tuo tempo libero…
“Sono un game designer, scrittore e partner di Free League Publishing. Il mio percorso lavorativo mi ha portato nei posti più vari, da una laurea in Scienze e un lavoro come fisioterapista, fino al lavoro come produttore e poi COO per Paradox Interactive. Ho progettato la prima edizione di Coriolis (da cui Free League Publishing ha preso il suo nome) e co-progettato Symbaroum. I miei amici mi chiamano “Matti”, e vivo con la mia famiglia a Värmdö nell’arcipelago est di Stoccolma.”
2 – Sappiamo inoltre, che hai co-fondato lo studio Järnringen, unitosi poi a Free League Publishing. Come sei finito a creare giochi di ruolo? Eri già un giocatore di ruolo o un Dungeon Master prima?
Sono entrato nel mondo dei giochi di ruolo nei primi anni ’80 attraverso la terza edizione della scatola rossa di D&D a cura di Frank Mentzer, e tramite Drakar & Demoner (Draghi e Demoni, un gioco svedese fantasy di stampo BRP, Basic-Role Playing), e da lì non ho mai smesso di giocare. Ho iniziato subito come Dungeon Master, e amo masterare quanto giocare, anzi, forse anche di più. Ho creato materiale per conto mio sin dall’inizio, dato che avevamo esaurito piuttosto velocemente tutto il materiale disponibile in lingua Svedese e non avevo abbastanza soldi per comprare granché in lingua Inglese (li ricevevo come regali di compleanno o di Natale).
3 – Oltre a Symbaroum, hai progettato anche la prima edizione di Coriolis. Qual è il gioco a cui sei più affezionato? Potresti condividere con noi qualche ricordo speciale riguardo la scrittura di questi giochi?
Symbaroum è un gioco migliore dal punto di vista progettuale, quindi sono stato molto più felice alla sua uscita. Ma Coriolis conserva un posto speciale nel mio cuore, la seconda edizione curata da Free League ha migliorato molti aspetti della prima edizione che avevo creato io, quindi Coriolis oggi è molto più snella per i giocatori. Sono molto felice di essere tornato a lavorare su Coriolis così come su Symbaroum – sia nel sistema originale che in quello in arrivo con la 5E; è una sorta di ritorno alle proprie radici.
Symbaroum è stato pensato per la prima volta ad Istanbul, perché alcuni della squadra si trovavano lì per uno dei nostri viaggi del tipo “andiamo molto lontano e giochiamo di ruolo” che facciamo ogni anno. Abbiamo passato molto tempo all’interno della stanza dell’hotel in cui ci trovavamo a giocare a quello che era il primo prototipo del gioco, e poi abbiamo fatto lunghe camminate presso il Bosforo, parlando del gioco e di quella che ne sarebbe stata l’ambientazione. La ragione per cui avevamo scelto Istanbul era proprio Coriolis: volevamo approfondire di più quella sensazione di “Oriente che incontra l’Occidente” presente nei temi di quel gioco. Coriolis era stato immaginato e abbozzato durante viaggi nella penisola Iberica, che è davvero ricca di quel tipo di ambienti.
4 – Passiamo a “Ruins of Symbaroum”, l’adattamento alla Quinta Edizione di Symbaroum. Partiamo dall’inizio. La domanda che tutti si stanno ponendo è perché. Da dove nasce l’idea di questo adattamento?
Potrebbe sembrare strano dall’esterno, ma per noi è stato il risultato di una lunga discussione che è iniziata addirittura prima che Jarnringen si fondesse a Free League Publishing. Quando stavo progettando Symbaroum davo continuamente un occhio alla Quinta Edizione perché adoro come alcune parti del gioco sono risolte in 5E, e alcune di esse sono molto più simili di quanto possa sembrare ad una prima occhiata – il sistema di aumento di livello e l’assenza di classi nella versione originale di Symbaroum ha fatto in modo che i due giochi si distinguessero – inoltre al tempo non c’era niente di sicuro.
Abbiamo optato per la Quinta Edizione perché volevamo avvicinare quante più persone possibili a quella che crediamo sia un’ambientazione fantastica e abbiamo subito riscosso l’interesse di persone che avevano già notato Symbaroum ma non volevano allontanarsi dalla 5E (il sistema più giocato al mondo) oppure non riuscivano a trovare altri giocatori che volessero farlo. Considerando il fatto che anche noi giochiamo e apprezziamo la Quinta Edizione, abbiamo voluto convertire “The Promised Land” come prova per vedere le reazioni del pubblico, e avendone avuto buoni riscontri, che ci siamo convinti che avevamo fatto la scelta giusta.
5 – Considerando che Symbaroum si basa su un sistema D20, pensi che ci fosse qualcosa di sbagliato nel sistema originale tanto da meritare l’adattamento, o è solo una scelta di design?
Non è stato un fattore nella scelta; non rallenteremo la produzione originale di Symbaroum, abbiamo solo aggiunto una linea di prodotti parallela con il sistema della Quinta Edizione.
6 – Quando parliamo di Free League, lo Year Zero Engine è una delle prime cose che ci vengono in mente. Avete pensato anche ad un adattamento di Symbaroum per lo YZE?
“Abbiamo deciso di usare la 5E, ma ovviamente abbiamo pensato anche ad altri sistemi. Ci sono diverse conversioni da Symbaroum allo YZE create dai fan, quindi è sicuramente fattibile. Volevamo puntare ad un pubblico più ampio possibile, considerando anche che i due sistemi, Symbaroum originale e 5E, condividono diverse meccaniche che ne hanno facilitato parecchio l’adattamento.”
7 – Entrando nello specifico delle meccaniche più famose di Symbaroum. Come funzioneranno l’Ombra e la Corruzione, da sempre limitatrici di magia, in un sistema come quello della 5E di Dungeons and Dragons in cui la presenza della magia è sempre stata massiccia?
“La Corruzione funziona quasi allo stesso modo nell’adattamento alla 5E: al posto degli slot incantesimo, accumuli Corruzione, con la possibilità di ottenere, sì, un incantesimo in più ma rischiando di superare la tua soglia di Corruzione con effetti devastanti. La meccanica della Corruzione non è stata una delle parti più difficili da adattare, ad essere onesto – importante, ma non così difficile.”
8 -Seconda domanda, uno dei pilastri delle ambientazioni della 5E è che i personaggi sono potenti eroi. Giocare alla Quinta Edizione ti dà quella sensazione che morire (definitivamente) sia molto difficile e che gli eroi in un modo o nell’altro riusciranno sempre a superare ogni problema (o una parte di essi). Come avete bilanciato questo aspetto con quei toni di pericolosità e terrore che hanno sempre contraddistinto Symbaroum?
La Quinta Edizione ha molti mezzi per permettere ai giocatori di imbattersi in minacce che non sarebbero in grado di superare, ma Symbaroum è meno interessato a questo aspetto e lascia scegliere ai giocatori se combattere o fuggire (e fuggire è spesso la scelta più intelligente). Ruins of Symbaroum seguirà il sistema originale sotto questo aspetto, rendendo molto più rilevante il nascondersi dai nemici o la negoziazione, in linea con l’atmosfera di Symbaroum. Abbiamo anche modificato le meccaniche dei riposi della Quinta Edizione, includendo i “Riposi Estesi” che consistono nello spendere Dadi Vita (per curare o perdere Corruzione temporanea) solo in rifugi sicuri – piuttosto rari nel Davokar. Perciò i viaggi nel Davokar saranno sempre pericolosi.
D’altro canto, anche il sistema originale di Symbaroum crea eroi, e chiunque abbia giocato alla campagna del Trono di Spine può confermarlo; i nemici sono potenti e la posta in gioco è sempre molto alta avanzando nella campagna, quindi i personaggi sono chiamati a grandi imprese.
9 – Ultima ma non per importanza. Il nostro nome è Geek.Pizza, e per me è impossibile non chiederti se ti piace la pizza e quale sia il tuo gusto preferito…
Adoro la pizza, soprattutto quando viene cotta sul fuoco e si può sentire quel sapore bruciacchiato nell’impasto, nella mozzarella, nelle verdure e sulla carne/pesce/pollo/qualsiasi altra cosa. Mangio qualsiasi tipo di pizza!
Commento all'articolo
Devi essere connesso per inviare un commento.